La Juventus spreca il primo match point, facendosi rimontare a Udine e dando ancora una volta la sensazione che mai come quest’anno i bianconeri fossero battibili.
Lazio, Atalanta e soprattutto Inter possono quindi aprire un capitolo importante, che farà discutere per molti mesi: quello dei rimpianti.
Sì perché, se i bergamaschi e i biancocelesti non erano certo partiti con grosse ambizioni, lo stesso non si può dire dei nerazzurri, che con Conte in panchina speravano di fare jackpot al primo colpo. Un’estate di grandi investimenti, di cambiamenti e di prese di posizioni, con l’allontanamento di quelle che venivano considerate le mele marce del gruppo, Icardi in primis, per costruire una squadra da titolo.
Per lunghi tratti, in realtà, l’Inter è davvero stata una seria contendente nella corsa al tricolore, cosa che non accadeva dal 2011. Allora in panchina sedeva Leonardo, subentrato a Benitez, e la squadra era composta in gran parte da reduci della trionfale cavalcata del Triplete. Oggi la realtà è molto diversa e ci parla di un’Inter che sta nascendo da zero dopo alcune annate che definire fallimentari è un eufemismo. Il grande lavoro di Spalletti ha garantito due accessi alla Champions League, ma per il salto in avanti la società ha scelto di compiere il grande passo, andando a scegliere uno dei tecnici migliori (e più costosi) che ci siano in questo momento.
Ma com’è andato l’investimento? Se fino a marzo non c’erano grossi dubbi, dopo la ripresa del campionato qualcosa si è incrinato. Prima l’eliminazione in Coppa Italia per mano del Napoli di Gattuso, poi i quattro punti raccolti contro avversari meno quotati come Sassuolo, Bologna, Hellas Verona, Roma e Fiorentina. In tutto, l’Inter in queste partite ha lasciato sul campo 11 punti. Con la Juve attualmente a +7 dai nerazzurri, si capisce facilmente come “rimpianto” sia la parola che meglio di ogni altra sintetizzi cosa stia passando per la testa dei tifosi interisti.
La verità, però, è che nel calcio non si deve mai fare l’errore di guardarsi indietro, se non per evitare di commettere gli stessi errori in futuro. E qui dovrà essere brava la società. Perché se oggi l’Inter ha già prenotato un biglietto per la prossima Champions League con quattro giornate di anticipo, il merito è tutto dell’ex Ct della nazionale. Conte ha saputo tirare fuori il meglio da giocatori mediocri e reduci da annate disastrose, valorizzando allo stesso tempo giovani come Esposito e Lautaro. Proprio il Toro è un perfetto esempio di quello che è stato fatto quest’anno: dodici mesi fa era un giocatore che faceva panchina, oggi vale oltre 100 milioni ed è conteso dai top club mondiali.
Per lo Scudetto, però, servirà di più. Perché se arrivi a giocarti tutto con gli uomini contati, con giocatori come Gagliardini in campo ogni tre giorni, allora qualche punto è naturale che vada perso. L’Inter vista contro il Bologna è stata folle, quella contro l’Hellas invece è sembrata una squadra stremata, incapace di tenere un vantaggio che avrebbe significato tanto. Questa è la differenza tra una squadra forte e una fragile, la mentalità.
Le parentesi contro Brescia (6 a 0) e Spal (0 a 4) non devono ingannare: a Ferrara la squadra di Conte è stata brava a farsi trovare pronta, ma è anche vero che in casa Spal ci si era già rassegnati al ritorno in Serie B. Un successo che fa morale, ma che non deve far dimenticare il vero problema nerazzurro: l’organico.
Conte infatti non si è mai nascosto, attaccando anche pubblicamente l’operato della società e accusandola di non averlo supportato a sufficienza sul mercato. Ed è proprio da lì che dovrà ripartire Suning, quanto meno per non fornire più alibi al proprio allenatore.
Un primo tassello è già stato posizionato, ed è di quelli importanti: con Hakimi l’Inter non solo si è sistemata per dieci anni la fascia destra, ma ha anche mostrato a tutta Europa la forza del progetto che vuole costruire. Ora manca il resto. L’Inter di oggi va sfoltita e migliorata e Marotta ne è consapevole. Gente come Gagliardini, Biraghi e Candreva non può essere titolare in una squadra che punta a vincere in Italia e in Europa. Ecco che, quindi, Marotta e Ausilio dovranno essere bravi a sistemare alcune pedine, con le ulteriori possibili cessioni di Skriniar e Brozovic che servirebbero per finanziare il mercato dei sogni di Conte. Che già non vede l’ora di riaprire la caccia alla Juve.