Ribaltare il risultato d’andata contro l’Atletico Madrid.
Non ha altra scelta la Juventus se vuole continuare il suo cammino verso la finale di Champions League che quest’anno si svolgerà il 1 giugno proprio nello stadio madrileno dove il 20 febbraio scorso i bianconeri hanno perso nettamente per 2-0 l’andata degli ottavi di finale.
Progettato dagli architetti spagnoli Cruz e Ortiz e inaugurato il 16 settembre 2017, il “Wanda Metropolitano” è stato recentemente nominato come “miglior stadio al mondo” per il suo notevole design, la sua capacità di ospitare altri grandi eventi e l’alto sviluppo tecnologico della struttura, battendo la concorrenza del Mercedes-Benz Stadium di Atlanta e del CenturyLink Field di Seattle.
Stadio di cui vanno orgogliosamente fieri i “colchoneros”, nomignolo che identifica i giocatori dell’Atletico Madrid dal 1912 quando, dopo alcuni anni in bianco e blu, adottarono la divisa biancorossa, perché erano colori più economici, ricavabili dalla foggia dei materassi (materasso in spagnolo si dice appunto “colchon”). “Materassai”, dunque. Aggettivo diametralmente opposto a quello con cui si potrebbe definire una squadra resa negli ultimi anni solidissima dall’allenatore argentino Diego Simeone, grazie al quale ha vinto Liga, Coppa di Spagna, Supercoppa ed Europa League (e raggiunto per due volte in tre anni la finale di Champions League).
Sconfitti al Wanda Metropolitano nell’andata degli ottavi, i bianconeri a Torino dovranno ora ribaltare non solo il risultato, ma anche la tradizione in Europa. L’Atletico Madrid infatti si è qualificato 4 volte su 5 nella fase ad eliminazione diretta dopo un 2-0 ottenuto all’andata, mentre la Juventus su 5 volte in cui è andata sotto per 2-0 all’andata non ha mai ribaltato il risultato al ritorno.
Tutto porta a ritenere che l’Atletico possa dormire sogni tranquilli in vista di questa sfida, ma non va dimenticato che, la squadra spagnola, si troverà difronte una squadra che ha dimostrato, come nessun’altra, di non morire mai e che, come dice il suo motto, è abituata a crederci fino alla fine.