Serie A – 26ª Giornata – Con un occhio già puntato sul traguardo, il Bologna spazza via il Verona e si posiziona un gradino più in alto della Dea.

La Joya splende all’Olimpico nella serata di lunedì e l’Empoli mette sempre più punti tra sé e la retrocessione.

BOLOGNA-VERONA (2-0). E sono cinque di fila! Con una gran prova di squadra, il Bologna conquista la quarta vittoria casalinga consecutiva e sale a quota 48, sognando sempre di più un epilogo da favola. Chi invece deve fare i conti con la realtà è il Verona: a pari merito con il Sassuolo, l’Hellas non vince dal 13 gennaio scorso e, avvicinandosi la fine del campionato, lo spettro della retrocessione si fa vivo ogni giorno di più. È anche vero, però, che con una squadra come di mister Thiago Motta c’è stato poco da fare per gli scaligeri: i padroni di casa dominano per tutti e due i parziali e innalzano una difesa capace di neutralizzare le ripartenze di Noslin. Nella cornice del Dall’Ara, il tabellino si sblocca intorno alla mezz’ora con Fabbian che – ancora una volta protagonista – insacca la sfera sull’appoggio offertogli da Orsolini. Galvanizzata dal vantaggio, la formazione felsinea tenta subito il raddoppio per mettere in cassa il risultato, ma per Ferguson e Zirkzee i pali di Montipò sembrano stregati. A centrare il 2-0 (con relativo nono clean-sheet stagionale) è Freuler: arrivato dal Nottingham Forest, alla 21ª presenza in maglia rossoblù il centrocampista svizzero intercetta un cross del suo numero 80 e schiaccia la palla a terra trovando il primo gol con la nuova casacca. Sul finale della sfida, l’attenzione dei padroni di casa cala quel tanto che basta a Henry per trovarsi davanti a Skorupski il quale tuttavia rispedisce palla al mittente e rinvia i gialloblù all’incontro col Sassuolo.

SASSUOLO-EMPOLI (2-3). Che cosa sta combinando l’Empoli! La rivoluzione sulla panchina azzurra sta dando i suoi frutti e – al termine di una sfida a dir poco rocambolesca – gli ospiti espugnano al Mapei al 4’ di recupero: fino al triplice fischio arbitrale, infatti, è stata lotta aperta tra due formazioni che sanno che ogni goccia conta per salvarsi da un’eventuale ritorno in Serie B. In casa emiliana, il 3-4-2-1 ospite deve fare a meno di uno squalificato Gyasi, ma Luperto mette subito d’accordo tutti dopo 11 giri di lancetta: servito alla perfezione da Marin, l’ex Napoli va in porta direttamente di testa (rimediando anche un bel bernoccolo per aver colpito il palo subito dopo la rete). Forti dell’1-0, i toscani provano a mettere ulteriormente la freccia con Maleh ma il suo gol al 23’ viene annullato per fallo di mano. Dopo un primo tempo avvincente, il secondo non si rivela da meno: al 54’ i padroni di casa conquistano rigore per un intervento troppo manesco della difesa ospite su Tressoldi; a riportare la situazione in parità ci pensa Pinamonti che – lucido dal dischetto – zittisce tutte le critiche dei giorni scorsi. Neanche un attimo per prendere fiato, che subito gli ospiti tornano in vantaggio al 64’: il rigore conquistato per tocco di mano di Ferrari si trasforma nel terzo gol consecutivo in tre giornate per Niang, il quale sta sempre di più diventando un trascinatore per i suoi. Ma i neroverdi non mollano e, al 77’, centrano il 2-2: il cross Bajrami viene capitalizzato 13 il quale salta più in alto di tutti e spiazza Caprile. Verso la fine dei tempi, mister Nicola indovina la sostituzione vincente e un neo-entrato Simone Bastoni insacca la rete della vittoria proprio allo scadere del tempo.

SALERNITANA-MONZA (0-2). Un’altra prova di carattere per gli uomini di Palladino che, dopo aver battuto il Milan, espugnano anche l’Arechi: niente da fare per la Salernitana che ora è sempre più sola e sempre più ultima; i granata, ora come ora, possono solo sperare in un miracolo essendo ancora a -7 dalla quota salvezza con un unico risultato utile nelle ultime cinque giornate. In terra campana, i biancorossi partono all’attacco fin dal fischio d’inizio: prima Djuric è sfortunato e scheggia il palo, poi Ochoa si frappone magistralmente tra la porta e Izzo. Dopo un primo parziale in cui anche i padroni di casa si mettono in mostra con Kastanos e Candreva, i ritmi di gioco si alzano nella ripresa: Pellegrino e lo stesso portiere messicano devono fare gli straordinari per contenere l’impeto dei brianzoli, i quali però riescono a sbloccarsi solo al 78’; la prima rete della sfida è firmata Maldini (sì, proprio il figlio di quel Maldini) che fraseggia con Gagliardini e spedisce in porta a colpo sicuro; 5 giri di lancette dopo, il Monza archivia la sfida con la rete di capitan Pessina, capace – come sempre – di dare quel qualcosa in più in campo. La Salernitana ora dovrà puntare sulla trasferta a Udine, mentre i lombardi ospiteranno la Roma.

GENOA-UDINESE (2-0). Un Genoa sempre più compatto si impone in casa propria sull’Udinese: presto dimenticato il 2-2 dell’andata, al Marassi è “Retegui-show” per frenare la cavalcata bianconera. A mettere in cassaforte il risultato sono, infatti, l’attaccante in forza alla Nazionale e Bani che – sul finale del primo tempo – archiviano la pratica con un 2-0 netto. Affaticati dalle prove delle ultime giornate, i friulani provano subito a portarsi in vantaggio ma Walace e Lucca sono sfortunati davanti ai pali sorvegliati da Martinez: al 36’ il tabellino si sblocca con l’eurogol del numero 19 che si coordina alla perfezione su un pallone accidentalmente alzato da Giannetti con una rovesciata da fuoriclasse. Quattro giri di lancette dopo, anche l’ex-Bologna si unisce alla festa intercettando l’assist servitogli da Gudmundsson il quale si conferma, ancora una volta, uno dei migliori in campo. Nella ripresa piove sul bagnato per i friulani: appena due minuti dopo il fischio d’inizio, la formazione di Cioffi rimane in 10 per doppio giallo di Krinstensen. Decisamente in difficoltà, gli ospiti soccombono definitivamente all’attacco genoano e Okoye deve fare gli straordinari per non subire ancora gol; verso l’ultimo quarto d’ora, la partita sembra riaprirsi con la rete del numero 17 in prestito dal Pisa, ma il VAR annulla tutto e rimanda i bianconeri alla sfida con la Salernitana. Sorride, invece, il Genoa che – salito a 33 lunghezze – spera di ripetersi lunedì prossimo con l’Inter.

JUVENTUS-FROSINONE (3-2). Sul filo del rasoio! Con la vittoria di domenica pomeriggio, Allegri diventa il primo allenatore a raggiungere il traguardo dei 1000 punti in Serie A; e non solo: tutta la formazione bianconera può tirare un sospiro di sollievo dopo un periodo piuttosto complicato – due pareggi e altrettante sconfitte – grazie alla rete di Rugani allo scadere dei tempi. Rimane molto rammarico in casa ciociara per un successo che è sfumato di poco e proprio all’ultimo secondo: nonostante la partita di livello giocata dai suoi, Di Francesco si trova a dover fronteggiare la quarta sconfitta consecutiva che lo rimanda pericolosamente vicino alla zona retrocessione (e all’esonero). All’Allianz, il tabellino si sblocca dopo appena 3’ dal fischio del signor Rapuano e – ancora una volta – è Vlahovic a mettere la freccia: servito alla perfezione da McKennie (anche lui protagonista di una grande stagione), il numero 9 in forza ai bianconeri spiazza Cerofolini. Appena 10’ dopo, i gialloblù riaprono la partita con Cheddira: a secco ormai dallo scorso settembre, l’attaccante in prestito dal Napoli sfrutta una difesa avversaria troppo disattenta e agevola il pallone alle spalle di Szczesny. Con la situazione in parità, i ritmi di gioco si alzano tantissimo ed è Brescianini a trovare il raddoppio intercettando il cross di Valeri, al quale però risponde di nuovo il serbo classe 2000 che mette tutti d’accordo sul 2-2. Dopo un primo tempo spettacolare, entrambe le squadre cercano qualcosa in più nel finale e solo al 5’ di recupero il numero 24 casalingo insacca la sfera che vale i 57 punti e condanna gli avversari alla sfida salvezza con il Lecce.

CAGLIARI-NAPOLI (1-1). Esordio in Serie A da dimenticare per Calzona: la prova non così convincente contro il Barcellona (che comunque è fruttata un pareggio) lascia spazio a un 1-1 dopo una partita che – a detta dello stesso mister – sarebbe stata molto complessa. Eppure, «vento, campo, erba alta» non sembrano aver turbato i rossoblù che ora possono festeggiare la conquista di un altro tassello importantissimo firmato da Luvumbo Zito al 90’+6’. Beffati all’ultimo secondo, gli azzurri si trovano al nono posto, con appena 37 lunghezze, mentre ai sardi ne servono solo tre per allontanarsi dalla zona retrocessione. All’Unipol Domus, i padroni di casa giocano un ottimo primo tempo, ma il gol annullato a Rrahmani fa calare la concentrazione della squadra che si mangia una rete proprio sul finale del tempo. Nella ripresa, i partenopei partono più decisi alla ricerca del vantaggio e così Osimhen trova l’ottava rete stagionale, un’ottima percentuale se si considerano infortunio e partecipazione in Coppa d’Africa: al 65’ Raspadori scodella una palla perfetta per il nigeriano che, tutto solo, deve solo appoggiare in porta. Nell’ultimo quarto d’ora, gli ospiti provano in tutti i modi a mettere in cassaforte il risultato, ma Politano sbaglia tutto e Scuffet si frappone tra la rete e Simeone. L’ultima azione della partita premia proprio il Cagliari: senza niente da perdere, Dossena calcia lungo in area di rigore dove il numero 77 infila un destro sotto il legno. All’orizzonte del Napoli ora si staglia la Juventus, mentre per gli uomini di un (visibilmente) emozionato Ranieri si profila la sfida con l’Empoli.

LECCE-INTER (0-4). Ancora un turno, ancora un poker: niente da fare per il Lecce che si arrende a un’Inter che, dopo la vittoria di misura contro la Salernitana, cala un 4-0 netto in casa giallorossa. Al Via del Mare, Baschirotto e compagni riescono quantomeno a contenere l’impeto nerazzurro nel primo parziale, ma le tre reti firmate nel giro di un quarto d’ora nella ripresa valgono come una sentenza. Freschi di vittoria contro l’Atletico Madrid, gli uomini di Inzaghi non sottovalutano l’avversario e impongono subito il loro gioco nonostante il turnover in vista di un calendario densissimo: ad aprire le danze, come (quasi) sempre, è il numero 10 che al 15’ sfrutta il pallone offertogli da Asllani e lo spedisce direttamente dietro le spalle di Falcone. Dal 46’ in poi, gli ospiti accelerano decisamente e – messo in cassaforte il 2-0 con la rete di testa di Frattesi – iniziano i cambi: l’entrata di Barella è subito un toccasana per i meneghini che insaccano il tris con la doppietta di Lautaro. A chiosa di una serata decisamente sul velluto, anche De Vrij si sblocca sul corner calciato alla perfezione da Dimarco. Se il Biscione ha letteralmente dominato la sfida, va riconosciuto il merito della formazione salentina che in tutti i modi ha cercato di violare i pali sorvegliati da Audero: Almqvist e Blin sono stati sicuramente i trascinatori di una squadra che, con Krstovic che questa stagione non gira, ha ancora molto da lavorare in vista della trasferta a Frosinone.

MILAN-ATALANTA (1-1). Nel derby lombardo tutto si decide nel primo tempo tra due squadre che non vanno oltre il pareggio: a San Siro, Koopmeiners risponde al capolavoro firmato da Leao e la Dea erige un muro in difesa che non fa più passare i diavoli. Al 3-4-2-1 schierato da Pioli risponde il 4-2-3-1 bergamasco il quale ora può festeggiare, avendo conquistato una lunghezza nella rincorsa agli avversari. Nella serata meneghina, il numero 10 portoghese firma un gol da fuoriclasse dopo neanche 180”: scartando Holm e dribblando Scalvini, il classe 1999 si inventa un tiro dalla fascia che termina direttamente all’incrocio dei pali e fa impazzire tutto lo stadio. Lontani dalle mura amiche, i nerazzurri provano subito a ripartire con il numero 3, ma il prestito dallo Spezia spreca l’occasione del tap-in. Sul finire del primo parziale, Giroud alza troppo la gamba in area e Orsato – dopo il richiamo dal VAR – assegna rigore alla formazione di Gasperini: dal dischetto, l’olandese non sbaglia e beffa il portiere francese con un mancino centrale. Nella ripresa i padroni di casa sfiorano il raddoppio con Calabria e Pulisic, ma Carnesecchi è sempre pronto a dire di no; addirittura, all’80’ la conclusione del numero 9 francese stava per finire in porta ma Zappacosta salva tutto sulla linea di porta, e riapre la lotta Champions.

ROMA-TORINO (3-2). Ma che partita all’Olimpico! Nel posticipo di lunedì sera, Roma e Torino si danno battaglia e sono proprio i giallorossi a spuntarla: dopo la vittoria in Europa, i capitolini si prendono una rivincita dal pareggio dell’andata e calano il tris con un Dybala inarrestabile. Complice una difesa granata martoriata dagli infortuni, i padroni di casa hanno gioco facile e vanno vicini al vantaggio già al 10’: lo scatto di Azmoun premia Kristensen il quale, però, si mangia il gol a porta vuota. A sbloccare il tabellino ci pensa l’ex-Juventus che – intorno al 42’ – capitalizza alla perfezione il penalty per fallo di Sazonov. Neanche il tempo di festeggiare, che subito i piemontesi reagiscono con la rete di Zapata che sale a quota nove gol in campionato con un colpo nell’angolino basso. A un quarto d’ora da inizio ripresa, il numero 21 in forza ai capitolini scarta il cioccolatino più prelibato con un tiro a giro dai 25 metri su cui Milinkovic-Savic arriva troppo in ritardo. Nonostante l’entrata in campo di Lukaku e Bove, è ancora la Joya il vero protagonista della serata: al 69’ il belga serve perfettamente il suo compagno che di mancino non sbaglia davanti ai pali. All’88’, gli ospiti tentano di riaprire la sfida con il tiro di Ricci deviato da Huijsen nella porta amica, ma nella capitale ormai non c’è più tempo: la vittoria per 3-2 sul Torino è fondamentale per agganciare le 44 lunghezze e continuare a sperare nella qualificazione europea, mentre per i piemontesi il sogno della rassegna continentale si sta sempre più spegnendo.

FIORENTINA-LAZIO (2-1). Nel posticipo di lunedì sera, i viola si aggiudicano l’incontro che vale il 7° posto in classifica e il -5 dalle coppe europee. Dopo la sconfitta contro il Bologna e il pareggio con l’Empoli, la formazione di Italiano sferra l’attacco vincente contro i biancocelesti e – nel giro di otto minuti – sigla la doppietta vincente. Chi invece non ha scusanti è proprio la Lazio: l’andamento altalenante degli uomini di Sarri racconta di una squadra che sta facendo grandi cose in Europa, ma in campionato vale più dell’ottava posizione. A confermare la meritata vittoria da parte dei padroni di casa sono le statistiche finali: 22 tiri di cui 7 in porta sono il segnale di una Fiorentina particolarmente sfortunata che – solo nel primo tempo – colpisce ben quattro pali e subisce la rete di Luis Alberto sul giro palla con Guendouzi e Isaksen. Nella ripresa i toscani ripartono più agguerriti che mai con Belotti e Nico Gonzalez a fare la voce grossa nella metà campo avversaria, ma è Kayode a riportare la situazione in parità: sul cross dell’ex capitano granata, il giovanissimo difensore della Nazionale trova la sua prima rete nella massima serie. Al 65’, la sfortuna sembra più che mai dalla parte dei padroni di casa che, conquistato un rigore, colpiscono il legno per l’ennesima volta; a metterci una pezza ci pensa Bonaventura che tira fuori il coniglio dal cilindro: su una respinta di Provedel, il numero 5 si fa trovare pronto e archivia il risultato. Da parte biancoceleste va sottolineato il grande lavoro delle retrovie che hanno fatto di tutto per sopperire a un attacco particolarmente blando: la menzione d’onore va sicuramente a Lazzari che si immola come portiere su un colpo dello stesso Nico Gonzalez e dimostra che i laziali possono dare di più.

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