NAPOLI-ATALANTA (0-3). In un momento delicatissimo per il club azzurro, al centro dell’attenzione per il bruttissimo caso di razzismo che sta impegnando Juan Jesus contro Acerbi, il Napoli non riesce nell’impresa e perde definitivamente il treno Champions contro l’Atalanta. Sorride invece la Dea di Gasperini che, con quattro risultati utili nelle ultime cinque giornate, è ancora in piena corsa per aggiudicarsi un posto nella massima competizione europea: ancora una volta, quella dei bergamaschi è stata una vittoria di squadra, tre punti che la spediscono direttamente a quota 50 (con una partita in meno). A Napoli piove sul bagnato: durante la sosta nazionali, Kvaratskhelia ha rimediato un infortunio con la sua Georgia e gli ospiti non possono che sfruttare l’occasione per portarsi in vantaggio intorno alla mezzora; partito titolare per sopperire a un indisposto De Ketelaere, Miranchuk non fa di certo sentire la mancanza della punta belga e, intercettando una svirgolata di Pasalic, sblocca il tabellino. Sul finire di un combattutissimo primo parziale, Scamacca ci tiene a far sapere a Spalletti di puntare alla maglia da titolare in Nazionale: il suo settimo gol stagionale è un capolavoro di maestria e coordinazione con i suoi compagni ed è cruciale per mettere un punto alla questione. Da parte loro, i partenopei non si arrendono mai davvero, ma i pali colpiti da Osimhen e Zielinski sono lo specchio di una compagine che ha tentato di mantenere i numeri della scorsa stagione, ma si è scontrata contro una formazione che all’88’ ha rincarato la dose con un tris che profuma (almeno) di quinto posto.
GENOA-FROSINONE (1-1). Due punti in cinque giornate non parranno un gran bottino, ma servono al Frosinone per mantenersi a galla a +1 dal Sassuolo: la trasferta a Genova consegna a Cheddira e compagni una lunghezza importantissima che ferma il cammino del Grifone verso il 10° posto. Al Marassi, un primo tempo spettacolare lascia spazio a una ripresa piuttosto blanda che però permette ai padroni di casa di conquistare un altro tassello sul Monza: dopo una grande parata di Turati su una respinta di Sabelli, sono i rossoblù a sbloccare il match con il “solito” Gudmundsson che non sbaglia dagli 11 metri. Appena 6’ più tardi della mezz’ora, Reinier torna a segnare dopo quasi quattro mesi: l’azione, ancora una volta, parte dai piedi di Soulé che intercetta uno smarcato Zortea il quale non ha problemi a servire il suo compagno in area. Un Retegui pallido, probabilmente stanco dopo l’ottima prestazione in casacca azzurra, esce nel secondo tempo e da lì in poi nessuna squadra riesce più a violare la porta nemica. La prossima giornata i liguri andranno in trasferta a Verona nella speranza di tornarsene a casa a mani piene, mentre all’orizzonte ciociaro si staglia il Bologna.
TORINO-MONZA (1-0). Ai granata basta il rigore capitalizzato da Sanabria per incassare il secondo successo consecutivo e scavalcare il Monza in classifica: in una serata decisamente sottotono, gli uomini di Gilardino riescono a effettuare solo due tiri nello specchio avversario e se ne devono tornare in Brianza a mani vuote, complici le assenze di Bettella, Bondo, Caprari, Gomez e Vignato. D’altra parte, però, anche l’infermeria di Juric è piena e, come spesso accade in questi casi, lo spettacolo che ne deriva è piuttosto deludente: solo nella ripresa, infatti, i padroni di casa iniziano ad accendersi con Buongiorno e Vlasic, ma Di Gregorio è sempre pronto a mantenere la sua porta inviolata. Tuttavia, a metà del tempo, il forcing piemontese dà i suoi frutti quando, per evitare il peggio, Pessina stende Sanabria nella sua area il quale, però, ipnotizza uno dei migliori portieri del campionato. Sul finale, lo stesso capitano biancorosso viene espulso per doppia ammonizione e l’estremo difensore ospite deve fare gli straordinari per evitare di subire ancora, ma al Torino va bene così: con 44 lunghezze, ora è a -1 dal Napoli e -2 dalla Lazio, un risultato da tenere in conto rispetto alla prossima sfida con l’Empoli.
LAZIO-JUVENTUS (1-0). La Lazio si aggiudica il big-match della 30ª giornata e ricominicia a macinare punti: la nuova formazione decisa da Tudor si schiera in un 3-4-2-1 che vede Castellanos come punta seguito a ruota dal tandem Pedro-Zaccagni e, per ora, questo schema sembra funzionare più che bene. La sfida di sabato sera si è rivela un’altra doccia fredda per gli uomini di Allegri che, dopo aver perso il treno scudetto, ora devono stare attenti a non mancare anche quello per la Champions: la mancanza di motivazione sembra aleggiare su tutta Continassa, con una Juventus che gioca a centro campo ma senza esporsi mai in attacco, quasi come se volesse giocare a “non prendere gol”. E, per l’appunto, le statistiche parlano chiaro: per i biancocelesti si contano 16 tiri totali, mentre per i piemontesi appena 9. Sabato sera all’Olimpico, poche volte il 4-3-3 ospite si è reso effettivamente pericoloso, mentre la fiducia riposta dal nuovo mister nella punta argentina è stata ripagata: più volte, infatti, il numero 19 è andato a insidiare l’area nemica, trovando però sempre Szczesny ad aspettarlo. Nella ripresa, sono i padroni di casa a mantenere il possesso palla per più tempo e, a staccare il biglietto che vale la 46ª lunghezza in classifica, è Marusic: quando sembra non esserci più tempo, il classe 1992 torna a segnare nella massima serie dopo due anni a secco e beffa altamente tutta la formazione ospite. Per la Juventus ora è tempo di ripartire in vista della semifinale di Coppa Italia e la sfida contro la Fiorentina, mentre per la Lazio è già tempo di derby.
FIORENTINA-MILAN (1-2). Sabato sera il Milan la spunta contro un’agguerritissima Fiorentina e si piazza a +6 dalla Juventus: in un Artemio Franchi gremito di tifosi, entrambe le squadre si danno battaglia per 90’ in una partita spettacolare; prima le botte di Chukwueze e Tomori salvate da un superlativo Terracciano, poi un Belotti corsaro che manca di poco il vantaggio per la prestazione strepitosa da parte di Maignan fanno la gioia dei presenti. E se nel primo parziale nessuno ha fatto sconti, la sfida si decide nei primi 10’ del secondo: a sbloccare il tabellino ci pensa Loftus-Cheek grazie all’assist di tacco di Leao, a cui però subito i viola rispondono con un sinistro potentissimo di Duncan da fuori area. Ma l’uomo di Pioli è proprio il portoghese che, partendo praticamente da centrocampo, si porta con sé il pallone fino ai pali avversari, superando in velocità tutti i suoi contendenti. Il grande gol del classe 1999 riaccende la voglia di rivincita da parte dei padroni di casa che sfiorano il pareggio con Mandragora e il “Gallo”, ma trovano sempre l’estremo difensore francese a sbarrare loro la strada. Ora i viola si devono preparare alla sfida in Coppa Italia contro la Dea, mentre i meneghini ospiteranno il Lecce.
BOLOGNA-SALERNITANA (3-0). Quello di quest’anno è un Bologna che non è davvero mai pago di vincere: a lungo andare, le scelte di Sartori si sono rivelate oculate e Thiago Motta ha a disposizione una rosa di ragazzi disposti a tutto per la maglia. Se quello rossoblù è ormai un sogno ad occhi aperti, l’incubo della Salernitana continua: a -11 dalla salvezza, per i granata non c’è più niente da fare e l’esonero di Liverani per il ritorno di Colantuono non sta dando gli effetti desiderati. Il lunch-match di Pasquetta si apre con una rete strepitosa di Orsolini: verso il quarto d’ora, il centravanti numero 7 dimostra di essere tornato dalla convocazione in maglia azzurra con ancora più fame di vittoria e non sbaglia col mancino da fuori area. Sotto di 1-0, gli ospiti provano a ripartire con Simy e Tchaouna, ma Calafiori & co. fanno buona guardia in difesa e permettono al loro attaccante belga di ripartire: ricevuta palla da Freuler, Saelemaekers parte in direzione di Costil e schianta in porta un destro potentissimo, quasi a voler gareggiare per bellezza di reti col suo compagno. Dopo un primo tempo in cui va dato merito a Ravaglia di essersi reso protagonista di una prestazione sublime nel mantenere il clean-sheet, i padroni di casa dominano anche la ripresa: un possesso palla finale del 70% racconta di una formazione che non lascia spazi agli avversari e che, anche con un Zirkzee infortunato, riesce a centrare il tris con Lykogiannis allo scadere del match. A quota 57, a +5 sulla Roma, gli emiliani si godono un meritatissimo quarto posto in vista della trasferta a Frosinone, mentre i campani ospiteranno il Sassuolo.
CAGLIARI-VERONA (1-1). La sfida tra Cagliari e Verona inanella il primo dei tre pareggi del lunedì pomeriggio della Serie A: con una lunghezza ciascuna, ora entrambe le squadre salgono a pari merito a quota 27, a +2 dalla zona rossa. Nella classica sfida salvezza in cui le formazioni provano a conquistare un punto senza rischiare la sconfitta, i ritmi di gioco non raggiungono mai nessun apice, con un giro-palla continuo per evitare il peggio. Scesa in campo con un 4-2-3-1 (con l’inserimento di Mitrovic al posto di un infortunato Suslov), l’Hellas riesce si porta in vantaggio sulla mezzora con un cioccolatino scartato da Bonazzoli: servito da Noslin, il classe 1997 batte Scuffet con un tiro al volo che ammutolisce tutta l’Unipol Domus. Nel secondo tempo, Ranieri cambia le carte in tavola e inserisce Prati, Oristanio e Sulemana e, proprio quest’ultimo, regala la gioia più grande ai suoi tifosi: deciso a non farsi sfuggire l’occasione su una ribattuta di Cabal, l’ex della sfida fulmina il suo vecchio compagno con un destro imparabile. L’1-1 finale è un risultato che mette d’accordo tutti, con gli scaligeri pronti ad affrontare il Genoa e il Cagliari che si troverà davanti la corazzata di Gasperini.
SASSUOLO-UDINESE (1-1). Una rete per uno non fa male a nessuno, solo che l’Udinese può (per ora) stare tranquillo con i suoi 28 punti, mentre il Sassuolo si trova ancora al penultimo posto: se già prima della sosta nazionali le cose non andavano bene, ora gli uomini di Ballardini dovranno impiegare tutte le loro energie per rimanere nella massima serie. Una partita a ritmi decisamente bassi si decide negli ultimi cinque minuti della prima frazione: dopo aver salvato sulla linea della porta un tiro di Lucca che sembrava già terminare in rete, i padroni di casa prendono coraggio e Matheus Henrique si inventa un passaggio formidabile per Defrel che – tutto solo davanti a Okoye – non sbaglia il gol del vantaggio. Tre giri di lancette più tardi, ecco arrivare Thauvin di gran carriera davanti a Consigli, il quale subisce l’anticipo del francese su assist di Pereyra. Nella ripresa, entrambe le formazioni fanno girare la palla senza esporsi mai veramente, uno spettacolo che sicuramente non avrà ammaliato gli appena 11mila spettatori presenti.
LECCE-ROMA (0-0). Risultato a reti bianche tra Lecce e Roma, con i capitolini che perdono un’occasione importante per riavvicinarsi al Bologna; sorride, invece, il Lecce che – a 29 punti – sta cercando in tutti i modi di scacciare i fantasmi della retrocessione. Con cinque punti in altrettante giornate, i Salentini si sono messi in mostra di fronte ai propri tifosi rendendo la vita per nulla facile agli ospiti: Piccoli e Gallo impegnano Svilar per tutto il primo tempo e Dorgu si mangia una rete nella ripresa. Allo stesso tempo Falcone protegge alla perfezione i propri pali, evitando il peggio nel momento in cui Aouar si avvicina troppo pericolosamente alla sua area. Nonostante le tante, troppe, occasioni sprecate, quella che si è visto al Via del Mare è una squadra che vuole lottare per qualcosa di più del “semplice” obiettivo salvezza e che la prossima settimana volerà a San Siro. Dal canto suo, la formazione di De Rossi dovrà prepararsi al tour de force tra il derby in campionato contro la Lazio e lo scontro in Europa con il Milan.
INTER-EMPOLI (2-0). Il pareggio con il Napoli non è stata che una sbavatura per la squadra che si sta avviando di gran carriera a vincere il titolo stagionale: a San Siro, ci pensano Dimarco e Sanchez ad archiviare la pratica Empoli e a spedire i nerazzurri a quota 79. Sempre più ingiocabile, il Biscione non lascia spazi agli avversari tra 19 tiri di cui almeno 7 nello specchio, cifre impressionanti che, però, sono ancora oscurate dal caso Acerbi. Da parte azzurra, la quarta sconfitta consecutiva degli uomini di Nicola non promette bene in vista della sfida con il Torino, ma rimangono comunque otto giornate per compiere l’impresa salvezza. Ad aprire i giochi ci pensa subito il difensore classe 1997 con una rete dopo appena 5’ dal fischio arbitrale: l’ottimo assist di Bastoni è un cioccolatino che il numero 32 deve solo scartare e mettere alla destra di Caprile. Dopo un primo tempo dominato dai padroni di casa, il secondo non è da meno: Barella e Lautaro mancano di poco il raddoppio, ma ci pensa l’ex-Barcellona a mettere tutti d’accordo. Con lo spazio messo tra sé e i “cugini”, la squadra di Inzaghi può dormire sonni tranquilli, preparandosi già alla festa tricolore.