NAPOLI-MONZA (0-0). Tegola di fine anno per il Napoli che, dopo la sconfitta all’Olimpico di Roma, riesce a strappare solo un pareggio contro il Monza: la sfida contro i brianzoli poteva essere un’ottima occasione da tre punti, ma relega i partenopei all’8° posto. Da parte lombarda rimane dell’amaro in bocca per il rigore sbagliato da capitan Pessina al 68’, ma la gioia di aver conquistato una lunghezza contro una formazione di livello come quella di Mazzarri è tantissima. Tra le mura del Maradona va in scena uno scontro combattutissimo, con fiammate da entrambe le parti e Di Gregorio ancora una volta monumentale nel preservare il clean-sheet. Orfani di Osimhen – appena rientrato dall’infortunio ma già in volo per disputare la Coppa d’Africa – i padroni di casa organizzano il loro gioco attorno al tridente Lindstrom-Simeone-Kvaratskhelia, mentre tra le fila lombarde il posto da titolare per Colpani non è più una sicurezza (da qualche giornata Palladino, infatti, gli preferisce Carboni). Fin dallo squillo iniziale, le due squadre partono all’attacco con Raspadori insidioso presso i pali avversari e Pereira che manca di poco l’1-0. Pur schierato con un 3-4-2-1, il Monza non si ritira mai in difesa, conscio della forza del proprio numero 16 che salva i suoi su un tiro di Anguissa. Verso la fine del secondo tempo gli animi si scaldano e l’espulsione del proprio allenatore non permette agli azzurri di rimanere lucidi, ma rinvia la prossima vittoria alla trasferta torinese.
FIORENTINA-TORINO (1-0). La rete di Ranieri è quel che basta alla Fiorentina per espugnare l’Olimpico di Torino e centrare la quarta vittoria in cinque giornate (la terza consecutiva). Scavalcando il Bologna – ora a -2 – per i viola il sogno Champions non sembra più tanto lontano ma sarà il campo a decretarlo. Da parte granata, invece, si interrompe la striscia di risultati utili e così gli uomini di Juric scivolano al 10° posto, beffati da quel gol subito a 7’ dalla fine. Al Franchi, la coppia Vlasic-Pellegri (sempre alle spalle di Zapata) si attiva fin dai primi minuti cercando di impensierire Terracciano con dei colpi che però il portiere di origine campana blocca sempre senza troppi problemi. Dopo 40’ di dominio, gli ospiti “lasciano spazio” al gioco della Fiorentina che già al 43’ si rende pericolosa con Ikoné il cui mancino viene stoppato da un’uscita magistrale da parte di Milinkovic-Savic. Nella ripresa, entrambe le formazioni continuano a darsi battaglia (e più volte l’arbitro La Penna è costretto a ricorrere ai cartellini), ma alla fine è Ranieri a tirare fuori il coniglio dal cilindro: il difensore classe 1999 segna la prima rete in Serie A con la maglia toscana grazie al cross servitogli da Kayode, facendo presto dimenticare l’assenza di Nico Gonzalez (out per infortunio). Per i piemontesi, invece, la sconfitta in trasferta non promette a fronte della prossima sfida contro i campioni d’Italia.
GENOA-INTER (1-1). Capodanno dal sapore amarissimo per la capolista che si impelaga al Ferraris e riesce solo a pareggiare contro un Genoa scatenato. Dal canto suo, la squadra di Gilardino non può che iniziare l’anno nuovo nel migliore dei modi: ogni punto conquistato è preziosissimo e, contro l’Inter, l’1-1 finale è ancora più dolce. Forte del risultato, ora il Grifone si posiziona al 12° posto e la parte sinistra del tabellone appare quanto mai invitante. Nella cornice di venerdì sera, Inzaghi deve rinunciare a Lautaro e Dimarco ma la coppia Thuram-Arnautovic non delude: a chiosa di un primo tempo giocato a ritmi altissimi, gli avversari sbloccano il tabellino con il loro numero 8 austriaco che segna il primo, attesissimo gol di questa stagione. I nerazzurri però non avevano fatto i conti con la caparbietà dei padroni di casa che al 7’ di recupero del primo tempo pareggiano i conti e lo fanno di nuovo con Dragusin: ormai considerato bomber di razza, il difensore rumeno sfrutta un corner di Gudmundsson depositandolo in rete di testa. Nel secondo parziale, gli ospiti tentano di alzare la testa ma si trovano più volte un altro Martinez a sbarrare loro la strada: prima al 51’ e poi al 68’, lo spagnolo classe 1998 dimostra di essere un veterano del suo ruolo (nonostante la sua giovane età) salvando il prezioso pareggio per i suoi.
LAZIO-FROSINONE (3-1). Come l’ha girata la Lazio! Dopo 70’ in sordina, gli uomini di Sarri si sbloccano e nel giro di un quarto d’ora calano il tris contro un Frosinone che era riuscito fino ad allora a reggere l’onda d’urto biancoceleste. La quarta sconfitta in cinque giornate pesa tantissimo sull’umore dei gialloblù che iniziano l’anno nuovo tra incertezze e dubbi, dubbi che gli aquilotti sono riusciti a fugare grazie a un’improvvisa ripartenza. Archiviato un primo tempo in cui si è vista l’assenza di Luis Alberto e di Immobile tra le fila casalinghe, i ciociari suonano alla carica trascinati dal “solito” Soulé: il rigore capitalizzato dal giovanissimo attaccante si aggiunge ai già sei gol stagionali del fuoriclasse 2003. Feriti nell’orgoglio, i vice-campioni d’Italia ribaltano la situazione portando il risultato da 0-1 a 2-1 per loro: prima Castellanos e poi Isaksen superano tutta la difesa avversaria trafiggendo Turati in scioltezza. Molto nervosi, gli ospiti compiono diversi falli tentando di arginare ulteriori attacchi ma soccombono a Patric che archivia la pratica “derby” sul corner servitogli da Zaccagni. Per il Frosinone la prossima sfida contro il Monza potrebbe trasformarsi in un’occasione da tre punti, mentre la Lazio sa che non può sbagliare contro l’Udinese se vuole tornare ai livelli della scorsa stagione.
ATALANTA-LECCE (1-0). La rete di Lookman è quel che basta alla Dea per trovare la terza vittoria consecutiva tra le mura amiche e posizionarsi a quota 29, a -2 dal Bologna. Un ostico Lecce lotta per tutti i 90’ e per poco non centra l’obiettivo da tre punti, ma si fa raggiungere dai colleghi genoani. La sfida che inaugura il sabato pomeriggio della Serie A comincia subito con uno Scamacca scatenato che al 10’ manca di poco lo specchio e quattro giri di lancette dopo scheggia il palo esterno. Anche gli ospiti iniziano a farsi sentire con Krstovic che si ritrova più volte nell’area presidiata da Carnesecchi il quale, però, risponde sempre presente. Dopo un primo tempo non troppo emozionante, i giallorossi provano a cambiare marcia e la fortuna sembra loro arridere quando al 57’ Strefezza centra l’1-0: la gioia tuttavia dura poco perché il signor Manganiello individua un fuorigioco dello stesso numero 27. Spaventata dall’improvvisa fiammata degli avversari, l’Atalanta risponde con la sua punta nigeriana che – ora ormai in viaggio per la Coppa d’Africa – riesce a liberarsi del pressing salentino e a superare Falcone. Correndo ai ripari, D’Aversa inserisce Gonzalez e Piccoli e per poco quest’ultimo non riesce a trovare la porta su suggerimento di Gendrey. Nonostante l’ottima prestazione dei pugliesi, la corazzata bergamasca salva l’1-0 e può guardare con fiducia alla sfida all’Olimpico, mentre per il Lecce sarà quanto mai importante trovare punti contro il Cagliari.
UDINESE-BOLOGNA (3-0). Sabato pomeriggio la macchina ben oliata messa in piedi da Thiago Motta si è inceppata in casa bianconera: complici stanchezza e trasferte, il Bologna subisce la tripletta da parte di un Udinese mai domo. Ovviamente i risultati della squadra rossoblù si vedranno sulla lunga distanza, fatto sta che per ora i felsinei tornano al quinto posto, mentre i friulani superano Verona e Sassuolo posizionandosi quindicesimi. Con Ndoye ancora out per infortunio, gli emiliani perdono sicuramente molto del loro smalto in attacco e subiscono poco dopo il 20’: a sbloccare il match ci pensa Pereyra che sfrutta un corner superando agilmente Skorupski con un destro piazzato. Tra le fila casalinghe, tutti i giocatori danno il meglio di sé: Ebusele e Kamara salgono spesso nella metà campo avversaria e vanno a impensierire il portiere polacco che però è abile nel mantenere il risultato sull’1-0 per tutto il primo tempo. Dal 48’ in avanti, l’Udinese inserisce la quinta: appena rientrato dall’intermezzo, Lucca sigla il suo sesto gol in campionato su assist di Lovric e Payero blinda il risultato con un tiro al volo da fuoriclasse. Provando a ridare lucidità ai suoi, il mister ex-Nazionale cambia tutto e inserisce Lucumí, Orsolini, Fabbian e Aebischer ma il sonoro 3-0 subito rimanda la nona vittoria alla sfida contro il Genoa.
CAGLIARI-EMPOLI (0-0). Termina a reti bianche la sfida già valida in ottica salvezza tra Cagliari ed Empoli: all’Unipol Domus entrambe le squadre conquistano un punto chiave che porta i sardi a quota 14, inseguiti a una lunghezza di distanza dagli stessi toscani. Se nella prima frazione sono gli ospiti a cercare di più la porta avversaria con Maldini e Cambiaghi (più volte vicini a superare i guantoni di Scuffet), la ripresa beffa i padroni di casa che cercano il gol in tutti i modi ma senza trovarlo. Al 56’ un tiro di Pavoletti che sembrava già in rete viene rispedito al mittente da parte di Caprile e al 67’ la sfida sembra sbloccarsi quando però il vantaggio sardo viene annullato per un fallo in fase d’attacco. Oltre al danno, pure la beffa: sempre sullo 0-0, all’82’ Viola spreca la chance da tre punti sbagliando un rigore che consegna direttamente nelle mani del portiere avversario, il quale aveva intuito alla perfezione la traiettoria. L’estremo difensore degli azzurri salva così, ancora una volta, la sua squadra che la prossima giornata ospiterà il Milan; per gli uomini di Ranieri, invece, si prospetta una trasferta in terra salentina.
VERONA-SALERNITANA (0-1). Un altro scontro salvezza, ma con risultato diverso: al Bentegodi, il Verona trova la seconda sconfitta consecutiva in casa contro una Salernitana che vuole riaprire i giochi. Ora a quota 12, i granata sono sì ultimi, ma a -2 dalla zona dagli stessi scaligeri, ancora quart’ultimi. L’uomo di Inzaghi è Loum Tchaouna che – appena terminato l’intervallo – scende in campo e segna il gol da tre punti. In casa campana certo non c’è un clima disteso: l’infortunio di Dia dopo la sfida con il Milan era quello che non ci voleva per una formazione che dovrà fare a meno di lui per almeno cinque settimane. Tanti errori da parte gialloblù condannano gli uomini di Baroni a tentare la sorte in casa dell’Inter, mentre i granata ospiteranno la Juventus. Già nel primo parziale gli ospiti attaccano con Candreva, solito regista, e Kastanos, vicino all’1-0 in più di un’occasione. Se per i primi 45’ Montipò difende i suoi pali alla perfezione, nulla può contro la ripartenza degli avversari che conquistano il primo clean-sheet stagionale. In casa veneta, invece, i malumori non possono che aumentare per una partita che poteva terminare ben diversamente: se Coulibaly si divora la rete del 2-0 al 5’ di recupero, giusto un minuto più tardo Costil compie un miracolo salvando su Henry ma poi Ngonge spreca totalmente il gol del pareggio mancando lo specchio sul tap-in.
MILAN-SASSUOLO (1-0). La vittoria finale non fuga del tutto i dubbi che aleggiano in casa Milan ma rappresenta comunque un tassello importante per continuare a inseguire il sogno scudetto. Ai ferri corti è invece la dirigenza del Sassuolo che sta prendendo seriamente in considerazione l’esonero di Dionisi: il mister ex-Empoli vede la sua panchina scricchiolare dopo essere riuscito a conquistare solo un pareggio nelle ultime cinque giornate. Pur ancora martoriati dagli infortuni, i padroni di casa iniziano ad attaccare già dal fischio d’inizio e subito Bennacer subisce una beffa quando si vede annullare il gol da parte del VAR. Nonostante ciò, il pressing rossonero continua per tutto il resto del tempo e gli ospiti si trovano spesso a dover ripiegare nella loro metà campo, anche perché Leao fa la voce grossa intorno alla mezz’ora ma anche la sua rete viene nullificata dall’occhio elettronico. Da poco rientrato da una brutta influenza, Berardi prova a suonare la carica per i suoi con un tiro dalla distanza che viene prontamente intercettato da un attento Maignan. Dal 45’ in avanti, anche Laurienté vuole trascinare gli emiliani ma si scontra contro il muro eretto dalla difesa a quattro schierata da Pioli. Al 59’ Pulisic dà la svolta finale alla sfida firmando il suo sesto gol in campionato su suggerimento del suo compagno numero 4 e consolidando ancora di più il terzo posto dei diavoli.
JUVENTUS-ROMA (1-0). Dopo il pareggio dell’Inter, la Juventus non poteva sprecare l’opportunità offertale su un piatto d’argento, e così è stato: tra le mura amiche, la Vecchia Signora supera la Roma rinviando la proclamazione della squadra campione d’inverno alla prossima giornata. Dal canto loro, i giallorossi scivolano al 7° posto al pari con il Napoli e vedono allontanarsi sempre di più le competizioni continentali. Il 3-5-2 ospite, grazie ai ritrovati Dybala e Lukaku, si rende subito velenoso e al 4’ centra un palo su tiro di Cristante. Le due squadre si danno battaglia per tutto il primo parziale con Vlahovic e Kostic pericolosi tra le fila bianconere e l’ex della partita, La Joya, che sfiora il vantaggio scoccata la mezzora. In un secondo tempo a ritmi decisamente più bassi, Rabiot decide la sfida su assist di tacco del suo compagno numero 9 rimandando gli uomini di Mourinho alla trasferta bergamasca.