Serie A – 17ª Giornata – Natale dolce per Lazio e Fiorentina, mentre per Sassuolo e Frosinone solo carbone. 

Il Lecce cade a San Siro e Bologna e Roma prendono il largo.

SASSUOLO-GENOA (1-2). Finisce 2-1 per il Genoa lo scontro nella parte destra della classifica, con un Sassuolo che esce a testa bassa e rimane al 15° posto, a solo +3 dalla zona retrocessione. Nella trasferta emiliana, il Grifone conquista il terzo risultato utile in cinque giornate e sale a quota 19, al pari col Frosinone. Per i padroni di casa – a secco di risultati tre punti da quasi un mese – la sfida di venerdì sarebbe potuta essere una un’occasione per ripartire in vista di un campionato che non sta procedendo per niente bene, ma ora all’orizzonte dei neroverdi si presentano tanti dubbi e un Milan da battere. Nonostante l’assenza di Retegui da una parte e di Berardi dall’altra, la partita si sblocca dopo una mezz’oretta grazie alla rete di Pinamonti: il contropiede di Laurienté lascia indietro tutta la difesa rossoblù che nulla può contro la punta trentina. Pur vicinissimi al raddoppio, gli uomini di Dionisi mancano di poco la rete del 2-0 quando Martinez sbarra la strada a Henrique che sembrava aver già calciato in porta. Dal 46’ in poi gli ospiti iniziano a farsi sentire, trascinati da uno scatenato Gudmundsson che – dopo tanti tentativi – centra l’1-1 sul rigore conquistato per fallo di mano di Erlic. In un finale all’ultimo respiro, sono in genoani a spuntarla: da centrocampo, il numero 11 islandese serve un colpo di tacco perfetto per Ekuban che scatta più veloce di tutti e mette un punto alla sfida.

EMPOLI-LAZIO (0-2). La Lazio fa i compiti in trasferta e si porta a casa un risultato cruciale, condannando l’Empoli alla terza sconfitta in cinque giornate: al Castellani, i toscani giocano un gran match ma soccombono alle reti di Guendouzi e di Zaccagni. Optando per un reparto difensivo efficace, Andreazzoli schiera un 4-3-1-2 che in più di un’occasione dà del filo da torcere a Provedel, senza però riuscire mai a superare i guantoni del portiere friulano. Nonostante la chance di giocare titolare, Caprile soccombe già ai biancocelesti dopo 9’: in un’azione infinita, la difesa azzurra in un primo momento evita la rete di Luis Alberto per poi arrendersi al mancino del francese. Il risultato finale non racconta dei 21 tiri (7 nello specchio) effettuati dai padroni di casa, sintomo di una squadra che sta provando in tutti i modi a non terminare il campionato sul fondo della classifica. Ma le imbucate di Maldini e Grassi non scalfiscono il clean-sheet avversario, anzi, l’Empoli si trova a subire ancora e per il popolo laziale è festa in vista della sfida contro il Frosinone.

MONZA-FIORENTINA (0-1). Piano piano, zitta zitta, a piccoli passi la Fiorentina si sta ritagliando un ruolo da protagonista nella stagione di quest’anno: una svista di Di Gregorio e la precisione di Beltran bastano ai viola per trovare sotto l’albero un quinto posto che vale oro. In una partita molto piatta, gli ospiti accalappiano il terzo successo consecutivo e volano a quota 30, un gradino più in basso del Bologna. Dal canto suo per ora il Monza può vantare solo cinque vittorie dal momento che è riuscito a conquistare solo quattro punti nelle ultime cinque giornate. Allo U-Power, il 4-2-3-1 azzecca il gol decisivo dopo soli 7’ dal fischio d’inizio: l’estremo difensore dei padroni di casa sbaglia tutto quando – erroneamente – spedisce la sfera addosso al numero 9 avversario che, ringrazia, e insacca il suo terzo gol stagionale. Sopra di 1-0, la Fiorentina però non riesce più a trovare lo specchio della porta: addirittura Ikonè – tutto solo davanti a Di Gregorio – si mangia un pallone che doveva semplicemente appoggiare alle spalle di quest’ultimo. Dopo un primo tempo a toni decisamente bassi, neanche l’ingresso di Carboni per Colpani risolve una situazione in fase di stallo e rimanda i brianzoli alla difficile trasferta partenopea.

SALERNITANA-MILAN (2-2). Che pasticcio Milan! All’ultimo minuto, la squadra che può vantare di essere sul podio del campionato italiano e di militare in una competizione europea, riesce solo a pareggiare contro l’ultima classificata. A soli 9 punti, la lotta per la salvezza si accende sempre di più per la Salernitana che era riuscita a conquistare una vittoria col cambio della panchina, ma nulla più. Tra le mura amiche però – complice un Milan martoriato dagli infortuni – Dia e compagni si inventano un 2-2 che dà fiducia in vista del girone di ritorno e la sfida contro il Verona. Appena un quarto d’ora dopo dall’inizio della partita, Leao spedisce un filtrante in direzione di Tomori che elude tutta la difesa a quattro e segna il suo terzo gol stagionale. Pur in svantaggio, i padroni di casa non demordono: verso la mezz’ora Costil salva il punteggio con un’uscita che smorza le intenzioni di Theo Hernandez, dando fiducia alla sua formazione che pareggia sul finire del tempo. Grazie a un ottimo suggerimento di Candreva, Fazio intercetta il corner e lo spedisce alle spalle di Maignan con un colpo di testa su cui il francese non può nulla. Nella ripresa, i ritmi rimangono alti e per la prima parte entrambi i mister decidono di non effettuare troppi cambi: a giovarne sono nuovamente i padroni di casa che compiono un miracolo e con il loro numero 87 battono i meneghini sul primo palo. Decidendo di far entrare Jovic per Bennacer, Pioli indovina la sostituzione vincente: quando non sembra esserci più tempo, l’attaccante francese in forza ai rossoneri fa da sponda al serbo che in parte ripara al danno causato dai suoi compagni.

FROSINONE-JUVENTUS (1-2). Sebbene sia noto ai più che il cartellino di molti giocatori in forza al Frosinone è in realtà detenuto dalla società bianconera, i ciociari non hanno lasciato vita facile alla Juventus. Allo Stirpe, gli uomini di Allegri riescono a mettere un punto alla sfida solo all’81’, pur sbloccando la sfida già al 12’: Yildiz, classe 2005, intercetta un rinvio sbagliato da Turati punendo il portiere avversario con un destro potentissimo. Se in casa gialloblù piove sul bagnato (all’elenco degli infortunati si aggiunge infatti anche il nome di Lirola che è costretto a uscire verso la mezz’ora), gli uomini di Di Francesco trovano un guizzo vincente grazie a Baez; a qualche minuto da inizio ripresa, il numero 7 argentino suona la carica per i suoi grazie al filtrante servitogli da Monterisi che si trasforma nella rete dell’1-1. Con il risultato tornato in parità, entrambe le formazioni accelerano il gioco nella speranza di strappare tre punti: al 63’ un tiro di Vlahovic viene attentamente respinto da Turati e 10’ più tardi Szczesny salva i suoi negando ad Harroui la gioia del gol. Alla fine dei tempi, però, sono gli ospiti a spuntarla: il cross preciso di McKennie diventa un cioccolatino per il numero 9 serbo che salta più in alta di tutti e consegna ai suoi la 40ª lunghezza in classifica.

BOLOGNA-ATALANTA (1-0). Strepitoso Bologna! Mancano sempre di più i termini per definire la stagione dei rossoblù che si avviano a chiudere il girone d’andata da veri protagonisti. Dopo la vittoria in Coppa Italia a San Siro, il 4-2-3-1 di Thiago Motta è ormai “una regola” e detta legge anche contro squadre di livello europeo come l’Atalanta: con soli 26 punti, per ora la Dea deve accontentarsi dell’8° posto, a -1 dal Napoli. In una partita tiratissima, al Dall’Ara è Ferguson a regalare la gioia più grande ai tifosi che ora vedono i loro beniamini a -2 dal Milan. Sembra un sogno, ma dietro i risultati c’è il duro lavoro di una squadra capace di esser coesa anche nelle situazioni più difficili e che ha arginato alla perfezione gli attacchi di Lookman e Koopmeiners; a inizio ripresa, addirittura, sembra già cosa fatta per i bergamaschi quando De Ketelaere si vede negare il gol da un intervento di Freuler che salva lo 0-0. Il mister felsineo decide di non mischiare le carte in tavola e dà fiducia ai suoi che, ancora una volta, non lo deludono: Ferguson – che nella serata di sabato ha vestito la fascia di capitano – decide la sfida con una rete di testa su cross di un ritrovato Orsolini, rendendo magico il natale della capitale rossoblù.

TORINO-UDINESE (1-1). Negli ultimi 10’ si decide una sfida tutto sommato combattuta tra Torino e Udinese, ma, se i granata possono comunque regalarsi il 10° posto per natale, per i bianconeri, invece, i doni sotto l’albero non sono molti: i tifosi friulani si disperano pensando che ora la loro squadra è solo a +1 dalla zona retrocessione e ricordano con nostalgia l’exploit che i loro beniamini avevano avuto non più tardi di un anno fa. A trascinare gli ospiti, ancora una volta, è Lucca: la punta classe 2000 va vicino al vantaggio verso il quarto d’ora con un colpo di testa che però colpisce solo l’esterno della rete e ci riprova al 41’ con una rovesciata che termina alta sopra il legno. Da parte piemontese, è Ilic il migliore dei suoi quando già al 19’ un suo tiro dalla distanza viene intercettato da Silvestri. Dopo un primo tempo terminato in parità, il tabellino si sblocca all’81’: Ferreira intercetta un buco tra la difesa casalinga e serve un cross perfetto a Zarraga che trafigge Milinkovic-Savic. A 2’ dalla fine dei giochi, il numero 24 della Nazionale serba nega la vittoria agli avversari con un assist che si trasforma in un mancino che termina direttamente in rete. Tra le mura amiche, il Torino strappa un punto importante in vista dell’incontro con la Fiorentina, mentre i bianconeri si preparano a ospitare il Bologna.

VERONA-CAGLIARI (2-0). Lo scontro già cruciale in chiave salvezza è vinto dagli scaligeri che trovano il regalo più bello sotto l’albero: l’uscita dalla zona retrocessione. Con 14 lunghezze, il Verona si porta a +1 sul Cagliari che – inevitabilmente – termina terz’ultimo. Al Bentegodi, i padroni di casa schierano un 4-2-3-1 con Henry ormai perno attorno a cui ruotano le fasi offensive dei veronesi, mentre gli isolani preferiscono la coppia Oristanio-Pavoletti. E sono proprio gli ospiti a partire forte, con tre occasioni da gol solo nel primo quarto d’ora: Nandez manca di poco la porta, Viola colpisce il palo e di nuovo il numero 8 uruguaiano si mangia l’1-0 tutto solo davanti a Montipò. Ma se gli uomini di Ranieri hanno dimostrato di saper compiere anche l’impossibile, questa volta la Fortuna non è dalla loro parte: al 38’ Goldaniga centra l’1-0 ma il direttore di gara si trova a dover annullare tutto per fuorigioco. Dopo un primo parziale in cui erano riusciti ad arginare gli attacchi avversari, i rossoblù sbagliano nel momento peggiore: l’espulsione di Makoumbou per doppio fallo si trasforma in un’occasione d’oro per i veneti che sfruttano la loro superiorità numerica con Ngonge che si smarca in area e sigla l’1-0. Il mister ex-Roma corre ai ripari inserendo Luvumbo e Sulemana, ma la musica cambia di poco: al 90’ i gialloblù raddoppiano grazie all’ottimo lavoro di Mboula e Djuric che rimandano il Cagliari alla sfida contro l’Empoli.

INTER-LECCE (2-0). Tutto troppo facile. L’Inter non sembra essersi scoraggiata dopo la brutta sconfitta in Coppa Italia e – nonostante l’assenza di Lautaro – fa il suo lavoro e centra le 44 lunghezze in classifica. La coppia d’attacco nerazzurra, rimaneggiata con dentro Arnautovic, dà i suoi frutti e archivia anche la pratica giallorossa; dopo una sfilza di pareggi e una sconfitta, il Lecce cade in trasferta ma può comunque contare su un solido 12° posto, a +1 su Genoa e Frosinone. Al fischio del signor Mercenaro, subito le due squadre scattano in avanti cercando il vantaggio: un tiro strepitoso di Gonzalez viene parato da un intervento altrettanto sbalorditivo di Sommer, mentre il centravanti ex-Bologna inizia a impensierire Falcone verso l’11’ con delle azioni insidiose. A mano a mano però, il Biscione inizia a entrare in temperatura e per gli ospiti diventa difficile organizzare un contrattacco efficace; e così a 2’ dalla fine del primo parziale Bisseck – già pericoloso qualche minuto prima – intercetta una punizione di Calhanoglu che spedisce direttamente sul secondo palo. Dal 46’ in poi tutto sprofonda per i Salentini che proprio non riescono a superare i guantoni del portiere nerazzurro (né con Banda o Rafia) e si vedono anche annullare un penalty. Alla fine i padroni di casa centrano il raddoppio grazie a un colpo di tacco dello stesso numero 8 austriaco che serve il gol del 2-0 a Barella. A 7’ dal triplice fischio arbitrale, i pugliesi si ritrovano in 10 e l’impresa di quantomeno annullare il clean-sheet avversario si scontra contro un’Inter granitica.

ROMA-NAPOLI (2-0). Che spettacolo all’Olimpico! Nella “notte magica” di sabato, la Roma cala la doppietta contro i campioni d’Italia e sale a quota 28. Presto dimenticata la brutta sconfitta al Dall’Ara, i giallorossi superano un Napoli sempre più in difficoltà: con appena 6 punti nelle ultime cinque giornate, per gli uomini di Mazzarri sembrano sfumare il sogno scudetto e un posto in Europa nella prossima stagione. Dopo la vittoria contro i sardi sembrava che la macchina partenopea fosse ritornata quella di un tempo, ma il 4-0 subito in Coppa Italia dal Frosinone e la trasferta capitolina indicano tutt’altro. Nella prima frazione, nessuna delle due squadre si espone troppo, solo la Roma cerca qualcosa in più davanti al proprio pubblico con Bove scatenato nell’area di Meret. Nella ripresa, le cose si mettono male per gli azzurri: al 66’ viene espulso Politano con un rosso diretto per un fallo su Zalewski e gli animi si scaldano; sfruttando un momento di crisi degli avversari, i padroni di casa sbloccano la partita con Pellegrini: entrato al posto di Belotti (partito titolare in coppia con Lukaku), il capitano sfrutta un tap-in e beffa gli avversari. Gli ultimi 10’ di gioco succede di tutto: un Napoli molto nervoso viene privato anche di Osimhen – ancora una volta molto sottotono – che si fa espellere per una trattenuta su El Shaarawy. Pur riparandosi in difesa, gli ospiti non possono molto contro gli attacchi avversari che si concretizzano nella rete del 2-0 a firma della punta belga: l’assist di N’Dicka raggiunge perfettamente Lukaku che dona ai suoi tifosi il regalo più bello. 

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