SPEZIA-INTER (2-1). Venerdì sera da dimenticare per gli uomini di Inzaghi che a 3’ minuti dalla fine si sono fatti beffare dallo Spezia. Al Picco le formazioni – entrambe schierate con un 3-5-2 – si danno battaglia fin dal 1’ al punto che l’Inter guadagna un calcio di rigore già al 10’: è il VAR a dare man forte alla decisione arbitrale segnalando la pericolosità del fallo di Caldara su D’Ambrosio. I padroni di casa però non si fanno intimidire e Dragowski riesce a respingere il tiro angolato di Lautaro, privandolo della gioia del gol: i nerazzurri non desistono e continuano la loro offensiva con Barella e Lukaku, ma il portiere ligure salva ancora i suoi al 42’. A inizio ripresa la partita inizia a sorridere anche agli uomini di Semplici che si portano in vantaggio al 55’: Maldini, figlio d’arte, riceve un passaggio preciso da Nzola e spedisce la sfera in rete con un destro di potenza. Gli ospiti, nel frattempo, tentano di cambiare marcia con l’ingresso di Calhanoglu e all’83’ pareggiano i conti con Lukaku su rigore, ma Dumfires commette una leggerezza all’87’ che consegna agli avversari il penalty della vittoria.
EMPOLI-UDINESE (0-1). Torna a sorridere l’Udinese che dopo sei giornate conquista nuovamente il risultato da tre punti confermandosi stabilmente al 10° posto; ancora problemi in casa toscana con gli azzurri autori di appena tre lunghezze nelle ultime otto partite in campionato. Sabato pomeriggio un 3-5-2 ospite apre le danze con Udogie a un passo dal vantaggio già al 24’ ma il suo destro è bloccato da Parisi; anche i padroni di casa però riescono a mettere pressione ai propri avversari: qualche minuto dopo, infatti, è Satriano che, di testa, viene fermato da Silvestri. A partire dal 45’, i bianconeri iniziano a fare la voce grossa – pur concedendosi qualche errore – e riescono a siglare l’1-0 con Becao al 54’. Pur sotto di un gol, l’Empoli non trova il cinismo giusto per riportare la situazione in parità e rimane beffato dagli uomini di Sottil.
NAPOLI-ATALANTA (2-0). Ancora un risultato da tre punti per i partenopei, in testa alla classifica a quota 68: come all’andata, gli uomini di Spalletti riescono a siglare due reti contro la Dea, ma questa volta conquistano anche il clean-sheet (nonostante l’assenza di Meret). La sconfitta dell’Atalanta ha un nome preciso: Khvicha Kvaratskhelia – già pericoloso al 54’, il calciatore georgiano conquista un il vantaggio con un tiro spettacolare dopo aver scavalcato otto avversari. Nonostante i tentativi degli ospiti di trovare un varco tra la difesa azzurra, al Diego Armando Maradona il Napoli si dimostra la squadra più forte della Serie A raddoppiando al 77’ con Brahami, autore di un colpo di testa che sorprende Musso chiudendo la pratica Atalanta.
BOLOGNA-LAZIO (0-0). Partita senza esclusione di colpi ma che termina in parità: a fine match, il tabellino di Bologna–Lazio recita un sonoro 0-0, cruciale nel regalare un punto preziosissimo agli uomini di Motta (noni a 36 lunghezze), ma che condanna i biancocelesti a interrompere la loro striscia di vittorie. Al Dall’Ara il buon inizio gara di Musa Barrow non riesce comunque a mettere in difficoltà gli avversari che affidano l’attacco al “solito” Luis Alberto: sfortunatamente per lui, tra i pali rossoblù c’è Skorupski che gli dice no al 35’. Nella ripresa, i padroni di casa continuano a essere pericolosi e lo stesso Cambiaso nel post partita affermerà: «Abbiamo difeso, giocato bene, creato occasioni: forse noi avremmo meritato un po’ di più la vittoria ma io sono di parte» ma la sfida si conclude con un clean-sheet per entrambe le formazioni.
LECCE-TORINO (0-2). Prestazione maiuscola dei granata al Via del Mare: il Torino gioca e gioca bene al punto da guadagnare bottino pieno e clean-sheet; per il Lecce si tratta invece della terza sconfitta consecutiva in campionato, il che rende la formazione pericolosamente vicina alla zona retrocessione. Consci della loro situazione, infatti, i giallorossi iniziano ad attaccare già dai primi minuti di gioco con Umtiti in zona d’attacco bloccato prontamente da Linetty; nonostante ciò, i padroni di casa subiscono l’1-0 al 20’: il calcio di punizione di Miranchuk viene intercettato da Singo che non ci pensa due volte e spedisce in rete di destro. Appena due giri di lancetta dopo, è Sanabria a regalare nuovamente una gioia ai suoi: Baschirotto si fa scartare da Radonjic che serve perfettamente il suo compagno paraguaiano. Il resto della sfida – complice una rissa scatenatasi verso la mezz’ora tra le due panchine – non permette ai giocatori di essere lucidi per modificare il risultato che rimane sul 2-0.
CREMONESE-FIORENTINA (0-2). Terzo successo consecutivo per i Viola che, dopo la vittoria contro il Milan, espugnano anche il Giovanni Zini: il cammino degli uomini di Italiano, dunque, procede a gonfie vele ma lo stesso non si può dire dei grigiorossi, ancora penultimi. Al fischio del signor Mercenaro, i padroni di casa si rendono subito pericolosi con Valeri a cercare Dessers che però spedisce alto sopra il legno; una manciata di minuti dopo è il 4-2-3-1 fiorentino a tentare il gol con Cabral, ma Ferrari salva su un potentissimo destro di prima. Barak e compagni non si fanno scoraggiare e si portano in vantaggio con Mandragora: la sua prima rete stagionale è un capolavoro dell’attacco viola che riesce a smarcarsi dalla difesa casalinga e serve il giocatore classe 1997. Al 50’ ci pensa il numero 9 a raddoppiare il risultato trovandosi davanti a porta vuota e archiviando la pratica lombarda.
VERONA-MONZA (1-1). Ancora un punto cruciale in chiave salvezza per gli uomini di Zaffaroni che sono riusciti a strappare una lunghezza al Monza, 12° a quota 33. Nell’avvio di match, gli scaligeri – a – 5 dallo Spezia – iniziano subito a fare la voce grossa con Kallon vicino al vantaggio in più di un’occasione e dopo 4’ da inizio ripresa segnano grazie a Verdi: il numero 7 scuola Milan riesce a inserirsi per spedire in porta una deviazione su un tiro di Duda. Pessina e compagni però non si fanno intimidire e reagiscono 5’ più tardi: Sensi batte Montipò grazie a un assist perfetto da parte di Carlos Augusto. Per il Monza, poi, sembra ormai fatta per il bottino da tre punti quando Caprari segna al 60’, ma il gol viene annullato dall’occhio elettronico per un fuorigioco da parte di Petagna. Nonostante le occasioni da entrambe le parti per tutto il finale di partita, il triplice fischio arbitrale sancisce l’1-1.
ROMA-SASSUOLO (3-4). Domenica sera da dimenticare per i capitolini che, senza il loro mister in panchina, si sono fatti superare 4-3 da un Sassuolo ormai alla sua terza vittoria consecutiva; all’Olimpico, entrambe le squadre regalano ai loro tifosi un grande spettacolo con il referto finale che recita sette reti in totale. Già al 2’ Wijnaldum – trovatosi da solo davanti a Consigli – sfiora il gol ma sbaglia il tiro e colpisce in pieno il portiere avversario. A metterci una pezza ci pensa Laurienté, ormai vero capocannoniere dei suoi, che al 13’ intercetta una respinta di Rui Patricio spedendo la sfera in rete. Incubo nei sogni dei giallorossi, l’attaccante francese si ripete 5’ dopo imboccato da Berardi. La Roma, però, poco dopo reagisce e si porta a -1 con Zalewski, autore di un gran tiro che spiazza l’estremo difensore neroverde; allo scadere della prima frazione, gli animi si scaldano per un fallo di Kumbulla il quale viene espulso per condotta violenta: oltre al danno anche la beffa, il cartellino rosso regala agli ospiti un rigore che il numero 10 capitalizza in rete. I capitolini, nella ripresa, decidono da ripartire da Dybala, fatto entrare ad hoc, il quale dimostra il suo talento dopo appena 5’ con un tiro a giro imprendibile. Il Sassuolo non demorde e cala il poker al 75’ con Pinamonti su cross di Laurienté e a poco serve la rete di Wijnaldum a qualche minuto dalla fine: i neroverdi espugnano la capitale.
JUVENTUS-SAMPDORIA (4-2). Dopo la sconfitta all’Olimpico, la Juventus torna a sorridere contro la Sampdoria, ultima ad appena 12 lunghezze. Gli uomini di Allegri, sempre settimi alla ricerca di un posto in Europa, si portano a casa il risultato da tre punti grazie a Bremer, Rabiot e Soulé; il primo centra la porta avversaria già all’11’ intercettando di testa un ottimo corner di Kostic che trasforma nel suo quarto gol stagionale. Un quarto d’ora dopo ci pensa, invece, il centrocampista francese a raddoppiare ma questa volta è Miretti a offrire l’assist vincente. Gli uomini di Stankovic riescono a reagire e privano gli avversari della gioia del clean-sheet grazie ad Augello, autore di un destro alla sinistra di Szczesny e poco dopo è Djuricic a pareggiare: un’imprecisione di Danilo permette a Zanoli di servire il numero 7 che non si fa cogliere impreparato di fronte alla porta avversaria. La Juventus nella ripresa spinge sull’acceleratore e riesce a tornare in vantaggio con Rabiot, preciso di mancino sotto la traversa, e archivia il match all’94’ grazie a una ribattuta di Turk.
MILAN-SALERNITANA (1-1). Si arresta davanti al pubblico San Siro il sogno rossonero di agganciare Lazio e Inter, mentre per i granata si tratta del terzo risultato utile per racimolare punti. Il primo tempo è sinfonia Milan, con i padroni di casa che mantengono il possesso palla per tutta la frazione riuscendo a sbloccare il match solo al 45+1’ grazie al colpo di testa di Giroud (già autore di un’incredibile rovesciata appena qualche minuto prima). A partire dalla ripresa, cala il ritmo di gioco rossonero e ne approfittano gli avversari che al 61’ pareggiano i conti grazie a Dia, veloce ad anticipare Maignan. Ad appena 20’ dalla fine, sembra che il Milan conquisti un penalty per un fallo su Benacer, ma il VAR smentisce la decisione arbitrale e così la sfida finisce 1-1.
