Si riparte. A quasi tre mesi dall’ultima giornata di campionato e a poco più di un mese dall’estasi di Euro2020, la Serie A 2021/22 è di nuovo ai nastri di partenza. In un’estate ricca di soddisfazioni per lo sport italiano, e per il calcio in particolare, a tenere banco è come ogni anno il mercato. Alle spese pazze del PSG e del Manchester City, fa da contraltare la mancanza di liquidità delle squadre nostrane, vittime della crisi economica post-pandemia e dalla mancanza di introiti derivanti dal botteghino.
Se la vittoria degli azzurri di Mancini ci ha illuso, l’immobilità dei club italiani in sede mercato ci riporta mestamente con i piedi per terra. Ad incendiare le prime pagine dei giornali ci ha pensato però il mercato degli allenatori. Simone Inzaghi, Allegri, Mourinho, Sarri, Spalletti: se da un punto di vista economico la realtà non è delle più rosee, le nuove-vecchie sfide in panchina promettono spettacolo.
L’Inter campione d’Italia riparte dall’ex condottiero della Lazio Simone Inzaghi, reo secondo Claudio Lotito di aver abbandonato la nave biancoceleste il giorno seguente la stretta di mano che avrebbe sancito il rinnovo di contratto. Il tecnico piacentino raccoglie la pesante eredità di Antonio Conte, che ha riportato lo scudetto nella bacheca nerazzurra undici anni dopo lo Special One. La scelta di Marotta e Ausilio è ricaduta su un allenatore emergente ma già esperto di Serie A, capace con la sua Lazio di conquistare una Coppa Italia e due Supercoppe. Tuttavia, a differenza del manager leccese che poteva contare su una rosa costruita a sua immagine e somiglianza, lnzaghi junior dovrà fare i conti con le cessioni di Hakimi e Lukaku. Se la cessione del marocchino era ampiamente preventivata, quella del forte attaccante belga ha colpito come un fulmine a ciel sereno l’ambiente interista.
L’offerta di 115 milioni da parte del Chelsea, ha fatto prima vacillare e poi cadere la flebile resistenza nerazzurra, bisognosa di risanare le casse societarie in rosso. In sostituzione di Romelu, l’ex tecnico laziale potrà contare sul trentacinquenne Edin Dzeko, appena prelevato dalla Roma, e probabilmente su Duvan Zapata. A destra invece, sono in rialzo le quotazioni dell’olandese Dumfries, protagonista a Euro2020 con gli orange, sulle candidature di Nandez e Bellerin. Oltre a Dzeko, il mercato nerazzurro ha visto gli innesti di Calhanoglu, arrivato a parametro zero dai cugini rossoneri in sostituzione di Eriksen, e di Dimarco, ritornato alla base dopo la positiva esperienza al Verona.
A tentare di scucire lo scudetto dal petto dell’Inter, ci sarà la Juventus del figliol prodigo Massimiliano Allegri. Il manager livornese ha scelto di ritornare sulla panchina bianconera due anni dopo il quinquennio concluso con cinque Scudetti, due Supercoppe e quattro Coppe Italia. La firma fino al 2025 dimostra come la dirigenza torinese creda ciecamente nel nuovo progetto guidato dall’ex allenatore del Milan. Se il mercato interista non ha finora registrato entrate costose, non è da meno quello juventino. Al ritorno di Luca Pellegrini come vice Alex Sandro, si è aggiunto solamente l’innesto del giovane attaccante brasiliano Kaio Jorge, strappato alla concorrenza rossonera.
Nel frattempo, proseguono le trattative per portare a Torino il neocampione d’Europa Manuel Locatelli, ma la forbice tra la domanda del Sassuolo e l’offerta è ancora ampia. Tra i desideri del tecnico toscano c’è anche Miralem Pjanic che il Barcellona è disposto a far partire gratis pur di risparmiare sul suo ingaggio monstre di 8,5 milioni. Allegri ritroverà anche Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala: se per l’asso portoghese il futuro è nebuloso, l’argentino è in procinto di firmare il nuovo contratto che lo legherà alla casacca bianconera per i prossimi anni. La Vecchia Signora dice stop alle rivoluzioni, e dopo le esperienze Sarri e Pirlo riparte dall’usato sicuro.
Il Milan è una delle due big insieme all’Atalanta ad aver riconfermato il proprio allenatore. In sella alla panchina del Diavolo ci sarà ancora il Normal One Stefano Pioli, capace di riportare i rossoneri in Champions League dopo un’assenza durata sette anni. A differenza delle rivali, il Milan ha dovuto aprire i cordoni della borsa un po’ per volontà (i riscatti di Tomori e Tonali), e un po’ per necessità (gli addii a parametro zero di Donnarumma e Calhanoglu). Il portiere di Castellamare di Stabia, nominato miglior giocatore di Euro 2020, è stato rimpiazzato dal Mike Maignan, fresco campione di Francia col Lille. La maglia numero 10 del turco invece è passata sulle spalle di Brahim Diaz, tornato in rossonero dal Real Madrid in prestito con diritto di riscatto e controriscatto in favore dei blancos. La campagna acquisti però non è ancora finita: nel mirino di Maldini e Massara ci sono un altro trequartista, un’ala destra in caso di partenza di Castillejo, un vice Kessié e un terzino destro, che sarebbe stato individuato in Florenzi, dopo il no dello United al ritorno di Dalot. Sulla trequarti, i nomi più caldi sono quelli di Vlasic, Ilicic e dei sogni proibiti Isco e Ziyech. Riusciranno i nuovi acquisti a non far rimpiangere le partenze di Donnarumma e Calhanoglu?
Il cambio più rilevante da un punto di vista tecnico riguarda soprattutto la panchina della Lazio. A differenza di Simone Inzaghi che ripartirà dal 3-5-2 contiano, Maurizio Sarri abbandonerà il marchio di fabbrica del suo predecessore per affidarsi al suo eclettico 4-3-3. Lucas Leiva, Milinkovic-Savic e Luis Alberto comporranno la diga di centrocampo ad innescare il tridente biancoceleste guidato da Ciro Immobile, Felipe Anderson tornato dal West Ham a prezzo di saldo, e da un esterno sinistro che probabilmente non sarà Correa. L’argentino dovrebbe essere sacrificato per permettere di finanziare altri acquisti, anche se i 40 milioni richiesti da Lotito spaventano le pretendenti. Proprio Correa potrebbe raggiungere Inzaghi alla Pinetina se non dovesse andare in porto l’affare Zapata.
Sull’altra sponda della Capitale, c’è grande fermento per il ritorno in Italia di José Mourinho. Lo stratega di Setubal ricomincia da uno degli ambienti più caldi ed esigenti d’Italia. Dopo i due sanguinosi esoneri tra Manchester United e Tottenham, Roma rappresenta una delle ultime occasioni per smentire i detrattori che lo definiscono “bollito”. Per accontentarlo, la famiglia Friedkin non sta badando a spese: dal connazionale Rui Patricio, espressa richiesta del tecnico portoghese, fino all’uzbeko Eldor Shomurodov arrivato dal Genoa e al terzino uruguaiano Matias Vina, acquistato per tamponare l’assenza del lungodegente Spinazzola. La partenza di Dzeko porterà in dote un attaccante giovane al quale sarà chiesto di non far rimpiangere il bomber bosniaco. Il modulo di partenza sarà il 4-2-3-1 e ruoterà attorno alla leadership di capitan Pellegrini e al talento smisurato di Nicolò Zaniolo. Il suo rientro a pieno regime potrebbe essere l’ago della bilancia della stagione romanista, e José, che lo sa bene, si coccola il suo gioiello.
Più a sud, il vulcanico presidente De Laurentiis ha affidato le sorti della panchina napoletana a Luciano Spalletti. Nonostante l’immobilità del mercato in entrata, l’allenatore toscano potrà contare sugli elementi portanti della rosa delle scorse stagioni, in primis Koulibaly e Fabian Ruiz, per i quali non sono arrivate offerte “indecenti”. Diverso è il caso di Lorenzo Insigne, capitano e bandiera di questo Napoli, ma restio a rinnovare il contratto in scadenza tra un anno. La proposta al ribasso del DS Giuntoli non è stata accettata dal capitano azzurro, il quale chiede un aumento, forte del ruolo da protagonista avuto nella vittoria di Euro2020. Si ripartirà dal 4-2-3-1 gattusiano con un solo obiettivo in testa: il ritorno in Champions League.
L’ultima big di cui parleremo è l’Atalanta di Giampiero Gasperini che si ripropone nell’elite del calcio italiano nel segno della programmazione. Le cessioni del miglior difensore dello scorso campionato, Romero, e di Gollini al Tottenham, sono state colmate rispettivamente dagli acquisti di Demiral dalla Juventus e Lovato dal Verona, e dall’innesto di Musso dall’Udinese. A loro si aggiungerà una punta in caso di partenza del bomber Zapata. Continuità senza paura di rinnovarsi è la parola d’ordine in casa nerazzurra.
Nelle altre piazze non mancano i nomi di allenatori emergenti come quello di Vincenzo Italiano, chiamato dalla Fiorentina in seguito al burrascoso addio con Gattuso ad appena un mese dalla firma. Con lui non possiamo non citare Alessio Dionisi e Paolo Zanetti, tecnici di Sassuolo e Venezia. Reduci da un’esaltante promozione in Serie A, entrambi proveranno a far esprimere alle proprie squadre il gioco spumeggiante che li contraddistingue.
Forse sarà una Serie A più povera ma lo spettacolo è assicurato.
Fotografie: Giacomo Cosua / Positive Agency