BOLOGNA-LAZIO (1-0). Colpaccio per gli uomini di Motta che vincono in casa contro una Lazio ancora in difficoltà: sorridono i felsinei, ora a quota 18 con una sola partita persa. Chi non è felice è il presidente Lotito perché, oltre che in Champions, la posizione nel campionato italiano appare critica per i biancocelesti ancora fermi a 16 lunghezze. Per i padroni di casa l’anticipo di venerdì è stata l’occasione perfetta per rialzarsi dopo la prova con il Sassuolo e i pareggi contro Juventus, Inter e Napoli dimostrano che i rossoblù sono una spina nel fianco per chiunque voglia provare a racimolare punti contro di loro. Non è un caso: il 4-2-3-1 del mister ex-Nazionale – così tanto criticato l’anno scorso – ha trovato la sua amalgama, mentre il tridente Felipe Anderson-Castellanos-Pedro è spesso in difficoltà nel capitalizzare in rete. Al Dall’Ara, gli ospiti partono decisi alla ricerca del vantaggio ma – complici un po’ di imprecisioni e un pizzico di sfortuna – colpiscono prima una traversa (Castellanos al 5’) e si scontrano con la difesa granitica di Skorupski, ancora grande protagonista di una vittoria dei suoi. Tornati dagli spogliatoi, gli emiliani cambiano registro e dopo 2’ si portano sull’1-0: questa volta è Ferguson a segnare grazie a un’imbucata perfetta di Zirkzee. Sotto di un gol, Sarri decide di inserire Immobile e Zaccagni per cercare qualcosa in più, ma il nervosismo serpeggia tra Luis Alberto e compagni che ora devono prepararsi anche per la gara di ritorno in Europa.
SALERNITANA-NAPOLI (0-2). Lo spettro granata che ancora aleggiava sul Napoli è stato abilmente spazzato via da una prestazione suntuosa degli stessi azzurri. Dopo il pareggio contro il Milan, ai partenopei serviva una conferma della loro forza e così è stato; complicata è invece la situazione della Salernitana la quale non è ancora riuscita ad agganciare il bottino pieno in questa stagione e che – mentre nelle retrovie si difende grazie allo splendido lavoro di Ochoa – manca di bocche da fuoco per concretizzare l’attacco. Dall’altra parte, se i tifosi napoletani temevano per l’assenza di Osimhen, Raspadori si sta dimostrando un vero trascinatore dei suoi: la rete a Berlino e quella che sblocca la partita all’Arechi arrivano in un momento importantissimo; verso il quarto d’ora, infatti, l’attaccante della Nazionale riceve palla da Lobotka insaccando con un destro a incrocio dal limite dell’area. Da quel momento in poi il dominio napoletano inizia a farsi sentire con Di Lorenzo e Politano più volte pericolosi presso i pali avversari, ma la prima frazione termina sull’1-0. Deciso a non far scivolare via la partita, Inzaghi sfrutta tutti i cambi a lui disponibili preferendo Kastanos a Candreva ma – purtroppo per lui – la sua tattica non ha l’effetto sperato. Chi, invece, centra la sostituzione vincente è Garcia che sceglie Elmas il quale blinda il risultato sul 2-0 con a una conclusione in porta a 8’ dalla fine. Fermi ad appena 4 lunghezze, per i granata ora già tempo di guardare alla sfida contro il Sassuolo, mentre per il Napoli sarà cruciale continuare a mantenere questo ritmo.
ATALANTA-INTER (1-2). Sotto la pioggia battente di Bergamo, l’Inter aggiunge ancora punti al proprio bottino sconfiggendo la Dea per 2-1: primi a quota 28, per gli uomini di Inzaghi è tutto facile al Gewiss con Calhanoglu e Lautaro in ottima forma. Soffre, invece, l’Atalanta, sorpassata dal Napoli e a -7 dalla capolista; per Gasperini l’idea di usare De Ketelaere come titolare sembra ormai acqua passata a fronte di uno Scamacca che sta dando filo da torcere a tutti gli avversari. Nonostante il risultato finale, il 3-4-1-2 casalingo parte deciso con l’intera formazione pronta a servire il suo attaccante migliore, il numero 18 appunto. Da parte avversaria la sfida non inizia nel migliore dei modi: il Biscione perde Pavard che verso la mezz’ora si accascia per un movimento innaturale del ginocchio; a tirare fuori i suoi da un momento complicato ci pensa il centrocampista turco che, su rigore conquistato, beffa il portiere nerazzurro dagli 11 metri. Nella ripresa, gli ospiti alzano il ritmo di gioco e raddoppiano con il “Toro”: in cima alla classifica dei marcatori, il numero 10 argentino sfrutta perfettamente una palla servitagli da Mkhitaryan centrando lo specchio sul secondo palo. Qualche minuto più tardi, Scamacca sblocca il tabellino per i suoi ma ormai è troppo tardi: sebbene in grado di riaprire il match, i bergamaschi non riescono a trovare quel quid in più per tornare quantomeno in parità, anche a causa del fatto di essere rimasti in 10’ nei tempi di recupero. Entrambe le formazioni ora guardano alle sfide europee quando l’Inter incontrerà l’RB Salzburg e la Dea si confronterà con lo Sturm.
MILAN-UDINESE (0-1). Che combini Milan! Se lo chiedono molti tifosi rossoneri, “stufi” di tifare una squadra dall’andamento altalenante e discontinuo: se l’inizio del campionato aveva sorriso ai meneghini, l’ultimo mese è stato un vero e proprio inferno per gli uomini di Pioli, arrivando addirittura a portare quest’ultimo a rischio esonero. C’è chi vince e c’è chi perde: di fronte a un San Siro che ha fischiato i propri beniamini, Cioffi si dimostra un grande mister conducendo i suoi alla prima vittoria in campionato proprio contro i terzi in classifica; con una prova magistrale non tanto in attacco quanto in difesa, l’Udinese vince per 1-0 e mette un altro tassello tra sé e la zona retrocessione. Al fischio d’inizio, subito il 4-4-2 casalingo si dimostra impaziente di archiviare la pratica con Calabria e Krunic a impensierire Silvestri e poi – sul finire del tempo – Leao e Musah vicinissimi al vantaggio. Quello da cui nascerà gran parte della frustrazione rossonera è il non essere in grado, anche nelle occasioni migliori, di capitalizzare nello specchio: un possesso palla del 72% e 14 tiri dovrebbero essere un indicatore di una squadra che ha vinto una partita, eppure così non è stato. Nella ripresa, i friulani provano ad alzare la testa con Festy che, troppo vicino ai pali di Maignan, viene bloccato da Adli: il penalty conquistato per gli ospiti si trasforma presto in gol grazie ai piedi di Pereyra che spiazza il portiere francese. Ma a salvare il risultato – e il relativo clean-sheet – è proprio l’estremo difensore bianconero che negli ultimi 7’ di gara dice no a Giroud e Florenzi permettendo ai suoi di agganciare il 16° posto.
VERONA-MONZA (1-3). Piano piano, zitto zitto il Monza sta disputando una stagione straordinaria: con 4 vittorie ed altrettanti pareggi gli uomini di Palladino sono stabili al 9° posto, giusto una lunghezza di ritardo da Roma e Fiorentina. Chi sta faticando è il Verona che con appena 2 successi è in pieno rischio retrocessione, a solo +1 dall’Empoli: eppure una coppia come Bonazzoli-Djuric potrebbe dare molto di più agli scaligeri ma una squadra fatica moltissimo nella fase di ricostruzione non riesce quasi mai a servire i suoi attaccanti migliori. Già dai primi minuti, infatti, i biancorossi iniziano a mettere la testa avanti con Marì, ma è Colpani a siglare l’1-0 verso lo scadere della prima frazione: dopo un’occasione sprecata qualche minuto prima, il classe 1999 si rifà davanti agli occhi di Galliani grazie a un’ottima ripartenza di Colombo che aspetta l’arrivo del suo compagno numero 28 per servigli il pallone del vantaggio. Dal 46’ in poi, anche i padroni di casa iniziano a farsi vedere con qualche bella azione e per poco non centrano il pareggio: Lazovic crossa per Bonazzoli il quale però sbaglia tutto e spedisce fuori. Il rischio corso risveglia i brianzoli che tornano al gol con il loro attaccante ex-Lecce e Spal che trova la sua seconda rete stagionale con un sinistro imparabile per Montipò; e, non contenti, blindano il risultato con Caldirola che insacca su assist di Kyriakopoulos. Il Verona si fa vedere timidamente con Folorunsho che porta il tabellino sul 3-1, ma a festeggiare, questa volta, sono i lombardi.
CAGLIARI-GENOA (2-1). Dopo l’incredibile vittoria contro il Frosinone e quella in Coppa Italia contro l’Udinese, il Cagliari sembra essersi galvanizzato tanto da rifilare un 2-1 al Genoa: tanta gioia in casa sarda per un risultato che permette di agganciare le 9 lunghezze e quindi di portarsi a +1 sulla zona retrocessione. Chi ancora sta faticando è, invece, il Grifone: partito con una squadra che sembrava almeno da metà classifica, il team ligure non riesce a trovare continuità nel suo gioco e per ora ha vinto solo tre sfide. All’Unipol Domus il primo tempo non vede grandi azioni di sorta, con le due squadre impegnate a studiarsi senza esporsi troppo: al 36’ qualcosa sembra smuoversi da parte genoana quando Vasquez colpisce il palo, ma l’arbitro manda le formazioni negli spogliatoi sullo 0-0. A inizio ripresa succede invece di tutto: entrato al posto di Mancousu, Viola ripete la magia del mercoledì sera precedente segnando dopo 3’ dal suo ingresso su assist di Oristanio. In quel momento, gli ospiti reagiscono con Gudmundsson il quale riesce a intercettare un rimpallo in area nemica e a tornare a brillare dopo 4 giornate in cui era rimasto a bocca asciutta. Di nuovo in parità, entrambe le formazioni cercano qualcosa in più per conquistare il punteggio pieno e, se Martinez salva su un tiro praticamente in porta di Luvumbo al 56’, nulla può contro Zappa che firma il raddoppio su suggerimento di Petagna. Il vero protagonista della vittoria sarda è Scuffet che al 2’ di recupero spedisce al mittente un tiro di Puscas praticamente dall’area piccola; sorride ora Ranieri, che spera di continuare il più possibile su questa strada, mentre il Genoa ospiterà il Verona.
ROMA-LECCE (2-1). Ancora Roma, ancora una volta sul filo del rasoio! La sconfitta contro l’Inter è ormai acqua passata con i capitolini, capaci di strappare il risultato da 3 punti proprio allo scadere dei tempi. Fatica ancora il Lecce, ora fermo a 13 lunghezze e a secco di vittorie dal 22 settembre scorso: il 4-3-3 schierato da D’Aversa riesce a resistere fino al 90’ quando subisce due reti nel giro di 4’; forse il fatto di giocare all’Olimpico, forse una Roma galvanizzata dal tifo, fatto sta che in una sfida a tinte giallorosse i salentini incassano la seconda sconfitta consecutiva. Nella serata di domenica, subito sembra presentarsi un’occasione per i padroni di casa: al 5’ Baschirotto commette fallo di mano regalando agli avversari un penalty, ma il tiro di Lukaku dagli 11 metri viene parato da un intervento provvidenziale di Falcone. Verso la mezz’ora, Aouar si rende pericoloso presso i pali avversari, ma di nuovo il numero 30 ospite spedisce il pallone in calcio d’angolo. Nella ripresa, la difesa pugliese compie ancora un miracolo bloccando un tiro di El Shaarawy che, solo davanti al portiere, aveva calciato a colpo sicuro. Finalmente il tabellino si sblocca alla prima vera occasione per il Lecce: al 72’ Banda accelera sulla fascia e serve Almqvist che non ci pensa due volte a depositare in rete. Incredibilmente la situazione torna in parità al 1’ di recupero quando Zalewski riesce a servire Azmoun che, molto lucido, porta i suoi sull’1-1. A ribaltare le sorti della partita è l’ex-Inter che si rifà da quel rigore sbagliato nel primo tempo e di sinistro supera Falcone mettendo un punto al match.
FIORENTINA-JUVENTUS (0-1). Nonostante le polemiche per chi voleva rimandare la sfida per la forte alluvione che ha colpito la Toscana nell’ultima settimana, Fiorentina-Juventus si è giocata permettendo ai bianconeri di rimanere a -2 dall’Inter. Dopo cinque anni in cui la trasferta si è sempre conclusa con una sconfitta, la squadra di Allegri vince di “corto muso” grazie al gol di Miretti al 10’. Tanta amarezza da parte viola per un referto gara che recita 25 tiri che però non sono mai riusciti a superare i guantoni di Szczesny; dopo neanche un quarto d’ora, infatti, la sfida si sblocca alla prima vera occasione per gli ospiti: Kostic vede il suo compagno lanciarsi in avanti e, precisissimo, gli serve il pallone dell’1-0. Da quel momento in poi, il 3-5-2 di Allegri si rintana nella propria metà campo arginando i tentativi di Gonzalez e Biraghi di violare la loro porta. A partire dal 46’, Italiano prova qualcosa di diverso inserendo Bonaventura, Ikone e Sottil, ma di nuovo il portiere polacco infrange i loro sogni di tornare quantomeno in parità. La terza sconfitta consecutiva pesa tantissimo sui fiorentini, scivolati all’8° posto, mentre la Juventus può gongolare in attesa di accogliere il Cagliari.
FROSINONE-EMPOLI (2-1). Subito voltata pagina dopo la cocente sconfitta contro i sardi, il Frosinone si riprende una rivincita in Coppa Italia battendo il Torino e in campionato superando l’Empoli per 2-1. La nuova gestione di Andreazzoli aveva portato a due vittorie e un pareggio per gli azzurri, ma ora sembra che la magia sia svanita: ancora a quota 7, per i toscani si profila una stagione difficilissima. In una serata concitata, gli ospiti aprono le danze con una traversa di Cancellieri e un pallone di Gyasi intercettato da Monterisi, ma sono i padroni di casa a mettere la freccia al 58’: su corner di Ibrahimovic, Reinier apre lo schema per Çuni che si inventa un meraviglioso gol di tacco. E il raddoppio tarda di appena 15’ quando il tedesco in forza dal Bayern si imbuca in area avversaria capitalizzando un destro di prima intenzione. Sul finale, gli azzurri tentano il miracolo riaprendo la sfida con Caputo all’86’, ma ormai è troppo tardi: il triplice fischio arbitrale sancisce l’ottava sconfitta toscana in campionato.
TORINO-SASSUOLO (2-1). La vittoria granata arriva in un momento difficilissimo per il club dopo la sconfitta in Coppa Italia contro il Frosinone e prestazioni che non avevano convinto neanche i tifosi più accaniti. L’accoppiata vincente Zapata-Sanabria e una gran voglia di rivalsa permettono al Torino di salire a quota 15, stabilizzandosi poco sotto la metà della classifica. Ma i problemi ci sono anche da parte neroverde dopo una sfida contro lo Spezia – squadra di una categoria inferiore – vinta solo ai rigori e un bottino pieno che manca da quella vittoria contro l’Inter. Il posticipo di lunedì sera comincia con un gol del numero 9 paraguaiano che riceve palla da Tameze e la schianta alle spalle di Consigli. Approfittando di una formazione casalinga distratta dall’infortunio di Ricci (probabile affaticamento muscolare), gli emiliani riportano la situazione in parità con Berardi che apre per Thorstvedt un pallone presto insaccato alle spalle di Milinkovic-Savic. La fortuna non arride ai piemontesi che verso la fine del tempo perdono anche Rodriguez, ma al 68’ costoro riescono comunque a tirare fuori il coniglio dal cilindro: Vlasic raccoglie un suggerimento e supera abilmente Consigli da distanza ravvicinata. Per gli uomini di Dionisi ora è tempo di confrontarsi con gli “altri” granata, mentre il Torino proverà a superare il Monza.