Serie A – 23ª Giornata – Dorgu condanna la Fiorentina, il Milan supera il Frosinone all’ultimo secondo.

Ancora bene Bologna, mentre il derby d’Italia potrebbe aver già deciso la lotta Scudetto.

LECCE-FIORENTINA (3-2). Colpaccio Lecce! In un Via Del Mare gremito di tifosi, Baschirotto e compagni calano il tris contro una Fiorentina che incassa la seconda sconfitta consecutiva (la terza in quattro giornate). Nonostante l’acquisto del “Gallo”, i viola vengono beffati da una rimonta all’ultimo secondo da parte dei padroni di casa con le reti di Piccoli (90’) e di Dorgu (90’+2’). Nell’anticipo di venerdì sera, va in scena una lotta all’ultimo sangue dalla quale i giallorossi ne escono vincitori con un risultato che mancava dal 16 dicembre scorso: si parte con un 4-3-3 che si lancia subito in avanti e centra il vantaggio già al 17’ con un tiro a giro di Oudin su punizione. Non soddisfatti, i salentini continuano a insidiare i pali di Terracciano ma Kaba e Krstovic riescono solamente a scheggiare il legno. Deciso a provare qualcosa di diverso, Italiano inserisce Belotti e Mandragora con quest’ultimo che insacca il gol del pareggio con una conclusione imparabile per Falcone. Oltre al danno, pure la beffa: in una ricostruzione dal basso, l’estremo difensore giallorosso sbaglia il passaggio che viene intercettato da Beltran il quale non ci pensa due volte a siglare il raddoppio. Verso la fine dei giochi, il risultato si ribalta tra una traversa colpita dell’ex-capitano del Torino e la rimonta per 3-2, con il Lecce conquista il 13° posto, portandosi a sole 5 posizioni sotto ai toscani.

EMPOLI-GENOA (0-0). Piano piano, arrancando un po’, l’Empoli sta continuando a macinare punti e contro il Genoa ha conquistato il terzo risultato utile consecutivo: sempre al pari di Cagliari e Verona, i toscani stanno facendo gli straordinari dopo la partenza di Baldanzi. Il finale a reti bianche non rende giustizia della prestazione di due squadre che fino all’ultimo hanno lottato per portarsi a casa il bottino pieno: le statistiche, infatti, vedono due tiri nello specchio per i rossoblù e ben quattro per gli azzurri, ma tra il popolo genoano rimane dell’amaro per quel gol annullato verso la mezz’ora. Gli ospiti faticano tanto al Castellani, con Retegui e Gudmundsson un po’ anonimi e Cambiaghi che per poco non centra il vantaggio su assist di Cerri; ma ciò che mostra ancor di più la volontà dei toscani di conquistare almeno una lunghezza – ripetendo così il risultato dell’andata – è il colpo di testa di Luperto che al 78’ salva un pallone di Spence che sembrava già in rete. Il Grifone ora si deve accontentare dell’11° posto in vista della sfida con l’Atalanta, mentre l’Empoli andrà a giocare una gara salvezza proprio a Salerno.

UDINESE-MONZA (0-0). Un altro risultato neutro fa il gioco dell’Udinese che può momentaneamente tirare un sospiro di sollievo, a +1 dalla zona retrocessione: un Monza troppo teso non va oltre lo 0-0 contro i bianconeri e non riesce a ribaltare il risultato dello scorso 29 ottobre. Al Bluenergy, Cioffi opta per la coppia offensiva Lucca-Thauvin (con quest’ultimo schierato trequartista) e la sfida di sabato pomeriggio presto si trasforma in una gara tra i due e Di Gregorio: ripresosi alla perfezione dall’infortunio rimediato contro il Frosinone, il portiere meneghino si inventa dei numeri da campione mettendo più volte i guantoni a dire di no a tiri che per altri sarebbero semplicemente imparabili. A forza di non riuscire ad andare in porta, il ritmo di gioco dei bianconeri cala ma solo al 90’ rischiano di subire effettivamente gol quando Lovric toglie dalla linea un colpo di testa di Marì. Per i biancorossi ora si tratta di trovare più continuità (complice anche un Colpani poco incisivo) in vista della partita contro gli scaligeri, mentre l’Udinese si prepara alla trasferta piemontese.

FROSINONE-MILAN (2-3). All’ultimo respiro! Dopo il 3-2 conquistato contro l’Udinese appena due giornate fa, gli uomini di Pioli ripetono l’impresa e centrano la quarta vittoria in cinque turni. Dall’altra parte c’è un Frosinone che sta lottando per ritagliarsi un posto in campionato, ma che spesso si deve arrendere a squadre più esperte: le reti di Soulé e Mazzitelli sono sicuramente da incorniciare, ma non bastano per domare i diavoli. I ciociari giocano una partita di livello, ma già allo scoccare del quarto d’ora il Milan mette la freccia: ancora una volta, Giroud dimostra che l’età è solo un numero e salta più in alto di tutti sul cross di Leao. Decisi a non farsi abbattere, i gialloblù tentano una ripartenza poco più tardi e conquistano rigore per un tocco di mano dell’attaccante portoghese in forza ai meneghini: dal dischetto, l’argentino 2003 spiazza un gigante come Maignan e riapre la partita. Nella ripresa, è il turno dei padroni di casa di passare in vantaggio: il capitano si carica la squadra sulle spalle e intercetta alla perfezione un filtrante del suo compagno numero 18. Ferita nell’orgoglio, la formazione ospite porta nuovamente la situazione in parità con Gabbia: il difensore classe 1999 cresciuto nel vivaio rossonero riceve la sponda sul suo compagno francese e batte Turati. Dulcis in fundo, Jovic – entrato da neanche 60” – blinda il risultato con un destro che rimanda il Frosinone alla trasferta fiorentina.

BOLOGNA-SASSUOLO (4-2). Che partita al Dall’Ara! Con sei reti totali, quella tra Bologna e Sassuolo è stato un derby senza esclusione di colpi da cui i felsinei ne sono usciti vincitori in rimonta. Dopo un primo tempo dominato, i neroverdi cedono all’impeto rossoblù che li travolge nella ripresa e li condanna alla terza sconfitta consecutiva (la quarta in cinque giornate). Ancora senza Ndoye, Motta schiera il tridente Urbanski-Ferguson-Fabbian subito dietro a Zirkzee, ma sono gli ospiti a sbloccare il match: inavvertitamente, Skorupski sbaglia il passaggio e consegna la palla a Thorstvedt che sfrutta l’occasione alla perfezione. A 5’ dalla mezz’ora di gioco, la situazione torna in parità per la prima volta: un tiro di Zirkzee viene deviato in porta da Viti, ma la gioia bolognese dura poco perché Volpato sferra l’attacco vincente con un colpo a giro imparabile. Deciso a trovare la vittoria, il mister ex-Nazionale inserisce Orsolini e Saelemaekers che riescono a ravvivare il gioco dei padroni di casa: al 73’ il centrocampista classe 2003 riceve un cross perfetto da Kristiansen e batte Consigli con una girata al volo. Le ultime due reti che sanciscono la supremazia rossoblù – e il sesto posto in classifica – sono firmate da capitan Ferguson e poi proprio dal neo-entrato numero 56, due ottimi giocatori che stanno trascinando i loro verso il sogno Europa.

TORINO-SALERNITANA (0-0). La prestazione di un Torino spento diventa l’occasione per la Salernitana di interrompere la striscia di sconfitte e conquistare il 13° punto in campionato: sempre a -5 dal trio Empoli, Cagliari e Verona, per i campani ogni goccia conta per provare a muoversi da quell’ultimo posto. Da parte piemontese, Juric non può dirsi assolutamente soddisfatto della partita di domenica pomeriggio: per un posto in Europa ora si parte dalle 36 lunghezze e i suoi sono saliti solo a 32. L’arrivo di Boateng nelle retrovie campane ha dato man forte a una squadra che da inizio campionato a oggi ha subito 44 reti: la coppia Sanabria-Zapata con Vlasic sulla trequarti trova poche occasioni di tiro e – quandanche centri lo specchio della porta – Ochoa è sempre presente a dire di no. Il 3-0 dell’andata è un pallido ricordo rispetto a quello che Pellegri e compagni hanno dimostrato in campo, ma la trasferta a Sassuolo potrebbe trasformarsi in un pass per le rassegne continentali.

NAPOLI-VERONA (2-1). All’ultimo respiro! Quando ormai sembrava che l’Hellas fosse riuscita a incrinare la macchina di Mazzarri, Kvaratskhelia tira fuori il coniglio dal cilindro e riporta i suoi a un passo dall’Europa. Archiviata la trasferta araba, il Napoli vuole voltare pagina e dimostrare di essere una formazione da temere anche in assenza di Osimhen; dall’altra parte del campo, gli scaligeri hanno dato non poco filo da torcere ai campioni d’Italia immolandosi più e più volte nel tentativo di mantenere inviolata la propria porta. Domenica pomeriggio, il 4-3-3 casalingo parte subito alla ricerca del vantaggio, capitanato proprio dal suo numero 77 a fronte del quale la difesa gialloblù si chiude a riccio per evitare eventuali palloni velenosi. Nella ripresa i ritmi al Maradona rimangono altissimi con i padroni di casa sempre più nervosamente alla ricerca di un risultato che non possono mancare di centrare, ma Coppola compie un miracolo spiazzando Gollini davanti a un pubblico che rimane a dir poco attonito. Decisi a non mollare la presa, i partenopei ripartono proprio con l’ex della partita: al 79’ Ngonge riceve palla da Lindstrom e il suo tiro viene deviato in porta da Dawidowicz. Sul finale, il georgiano sancisce definitivamente il vantaggio con un pallone recuperato in ripartenza da Mazzocchi che spedisce in rete dal limite dell’area. Nella prossima giornata gli azzurri sono attesi a San Siro, mentre i gialloblù tenteranno di conquistare altre lunghezze contro il Monza.

ATALANTA-LAZIO (3-1). Una Dea ingiocabile supera di misura una Lazio che interrompe la sua striscia positiva e scivola al nono posto: l’Atalanta del Gasp sta man mano trovando il suo ritmo e domenica si è presa una rivincita dalla sfida dell’andata. L’assenza di Koopmeiners ancora out per infortunio lascia spazio alla coppia Miranchuk-De Ketelaere, ma il primo dei bergamaschi ad andare a segno è Pasalic: il classe 1995 in forza ai lombardi dal 2018 segna il suo 41° gol con la maglia nerazzurra grazie all’intuizione di Scalvini che gli serve una sponda perfetta. Verso la fine del tempo, i padroni di casa raddoppiano quando si presenta loro l’occasione perfetta: il tocco di mano di Marusic in area permette al belga di spiazzare Provedel dal dischetto. Il tris è nuovamente opera dell’ex-Milan che scarta tutta la difesa avversaria e imbuca un mancino dove il portiere originario di Pordenone non può arrivare. A cancellare quello che sarebbe potuto essere il decimo clean-sheet stagionale per l’Atalanta è il capitano biancoceleste che torna a segnare dal dischetto dopo 10 giornate a bocca asciutta tra infortuni e partenze dalla panchina. La domenica sera di Miranchuk e compagni si rivela più dolce che mai in vista di un possibile posto in Champions, mentre gli aquilotti dovranno rimboccarsi le maniche per agganciare Napoli e Bologna.

INTER-JUVENTUS (1-0). Il derby d’Italia è nerazzurro! Dopo il risultato neutro dell’andata, l’Inter allunga ulteriormente sulla Juventus nella lotta Scudetto, portandosi a +4 dei bianconeri rimanendo con una partita in meno. A San Siro quella tra le due formazioni è una partita contratta, con gli ospiti che cercano in tutti i modi di non esporsi più di tanto agli attacchi meneghini, e la tattica funziona, almeno fino al 37’: un destro al volo di Pavard viene intercettato da Galli che, al posto di toglierlo dallo specchio, spedisce direttamente tra le maglie della rete la palla dell’1-0. Ed è quello che basta al Biscione per portarsi a casa la vittoria: nella ripresa i bianconeri si rendono pericolosi solo con Vlahovic servito da Bremer, ma è sicuramente Szczesny il migliore tra i suoi, impegnato in parate spettacolari per arginare la prestazione sicuramente discutibile dei compagni di squadra. La compagine lombarda non può che sorridere, mentre per i piemontesi la situazione tricolore si fa sempre più complicata.

ROMA-CAGLIARI (4-0). Tre su tre! Arrivato solo lo scorso 16 gennaio sulla panchina giallorossa, contro il Cagliari Daniele De Rossi ha inanellato un tris perfetto che vale il quinto posto in classifica: a solo -1 dalla Dea, la Roma punta a tornare in Champions e sta lottando per conquistarsi una poltrona. Dal canto loro, gli uomini di Ranieri incassano la terza sconfitta di fila e rimangono al pari di Verona ed Empoli. L’anticipo di lunedì sera all’Olimpico è dominato dai padroni di casa che – scesi in campo con l’ormai rodato 4-3-3 – insaccano il primo pallone dopo 120”: tre gol in tre giornate sono un toccasana per il capitano della Roma che si fa trovare pronto sulla respinta di Petagna. Crescendo via via come squadra, passano solo 20’ prima del 2-0: questa volta è la Joya a far impazzire lo stadio con un’azione di velo che scombina tutta la difesa avversaria. Nella seconda frazione, di nuovo i padroni di casa impongono il loro gioco e al 51’ Dybala raddoppia con un colpo dagli 11 metri che spiazza totalmente Scuffet. A incorniciare il risultato di una serata perfetta è Huijsen che intercetta alla perfezione il corner di Paredes, simbolo di una squadra che vuole tornare a essere protagonista.

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