Poderosa, ruspante, ma soprattutto convincente vittoria della Juve del ritrovato Ossimoro, che pur alternando deliziose giocate singole a qualche balbettio più rado del solito, ha ritrovato uno spirito di squadra dimenticato, qualche geometria apprezzabile e soprattutto un’euforia collettiva da tempo invisibile.
Una volta tanto l’esuberanza incontrollata di Kean ha trasformato consueti errori madornali, in una capacità realizzativa superba, anche tecnicamente, come il pallonetto del primo gol.
Va da sé che l’ingresso sistematico di Fagioli (sul quale Ossimoro avrebbe tentennato ancora a lungo, magari mandandolo in giro per l’Italia) ha risistemato un centrocampo dove tutti, da Rabiot e perfino Locatelli, sembrano avere più senso.
La Juve ora è terza, non prende gol da sei giornate (che poi è l’unica cosa che interessa a Ossimoro), è alla sesta vittoria consecutiva e grazie anche all’incostanza delle avversarie (a parte il Napoli, beninteso) è tornata ad essere protagonista. Almeno in Italia. Ossimoro entusiasta.
UVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Cuadrado, Rabiot, Locatelli (39′ st Paredes), Fagioli, Kostic (19′ st Chiesa); Kean (17′ st Di Maria), Milik. A disp.: Pinsoglio, Scaglia, Chiesa, Bonucci, Miretti, Di Maria, Rugani, Soule, Paredes, Barbieri. All. Allegri.
LAZIO (4-3-3): Provedel, Hysaj (24′ st Gila), Casale, Romagnoli, Marusic; Milinkovic-Savic (33′ st Marcos Antonio), Cataldi (14′ st Vecino), Basic (14′ st Luis Alberto); Romero (24′ st Cancellieri), Felipe Anderson, Pedro. A disp.: Maximiano, Adamonis, Vecino, Marco Antonio, Luis Alberto, Cancellieri, Kamenovic, Radu, Gila, Bertini. All. Sarri
ARBITRO: Massa di Imperia.
MARCATORI: 43′ pt Kean (J), 9′ st Kean (J), 44′ st Milik (J)
NOTE: Ammoniti: Gatti, Bremer (J); Milinkovic-Savic (L). Recupero: 1′ pt, 4′ st