Fino a lunedì sera non si conoscevano le sorti del campionato ma poi la penalizzazione di 10 punti ai danni della Juventus per il caso plusvalenze ha riscritto il destino di questo finale di stagione: ora che i bianconeri sono matematicamente fuori dalla lotta per la massima competizione europea, Lazio, Inter, Milan e Atalanta combattono per finire quantomeno al quarto posto. Rispetto ai “piani bassi”, ormai Sampdoria e Cremonese sono condannate a retrocedere mentre Verona, Lecce e Spezia continuano a contendersi la permanenza in Serie A.
SASSUOLO-MONZA (1-2). Quando l’1 giugno scorso il Monza centrò la promozione nella massima Serie, pochi immaginavano che la squadra allenata da Palladino avrebbe trovato con facilità la salvezza, figuriamoci pensare di essere ancora in lizza per l’8° posto! Nell’anticipo di venerdì sera i brianzoli hanno dimostrato una grinta fuori dal comune per agganciare un sogno e proprio capitan Pessina li ha presi per mano conducendoli alla vittoria quando ormai non sembrava esserci più tempo. Al Mapei, in un momento difficilissimo per la regione di appartenenza, il Sassuolo manca di poco il pareggio rimanendo così a quota 44 punti nonostante il gol di capitan Berardi su rigore a 6’ dalla fine del primo tempo. In un match combattutissimo, il risultato rimane in bilico per tutti i 90’ di gioco: dopo l’1-0 a tinte neroverdi, Ciurria pareggia i conti al 60’ con un destro che batte Consigli. Rimasti in dieci poco dopo per il doppio giallo a Ruan, gli emiliani riescono a mantenere la parità fino a quando il numero 32 biancorosso recupera palla grazie a un passaggio di Vignato che sigla il 2-1 finale.
CREMONESE-BOLOGNA (1-5). Il Bologna non perdona e non ci pensa due volte a trovare il risultato da tre punti contro una Cremonese ormai condannata matematicamente a retrocedere in Serie B. Sul terreno lombardo, i rossoblù spingono fin dal 1’ di gioco con un 4-3-3 che lascia pochi spazi di manovra al 4-3-1-2 schierato da Ballardini: finisce così l’avventura grigiorossa nel massimo campionato, nonostante i sogni in chiave salvezza si fossero riaccesi dopo la vittoria contro la Sampdoria. Finalmente riaccolto in campo da titolare, Arnautovic torna al gol su suggerimento di Barrow con un colpo di testa imparabile per Carnesecchi, il quale viene nuovamente battuto al 27’ da Ferguson. Gli uomini di Motta schiacciano sull’acceleratore verso la fine della prima frazione calando il tris con Posch e poi il poker al 63’ con Orsolini. Nonostante l’espulsione di quest’ultimo per doppia infrazione di gioco, Sansone riesce ancora a imbucare un gol per i suoi ma niente clean-sheet per gli emiliani a causa alla rete di capitan Ciofani.
ATALANTA-VERONA (3-1). Nel clima “silenzioso” del Gewiss Stadium – ove la curva nerazzurra è stata chiusa per sanzionare i cori razzisti rivolti a Vlahovic – l’Atalanta è riuscita a strappare un bel 3-1 a un Verona che ormai non ha più tempo per sbagliare e che deve puntare solo ai tre punti. Nelle prossime due giornate si deciderà il futuro dell’Hellas che sta combattendo per tentare di rimanere a galla ma lo spettro della Serie B è sempre più vicino; sorride invece la Dea, ancora in lizza per un posto in Europa con le sue 61 lunghezze al pen’ultimo turno in campionato. Dopo appena 11’ dal fischio d’inizio, gli scaligeri si portano sull’1-0 grazie Lazovic che imbuca un pallone alle spalle di Sportiello ma dopo 10 giri di lancetta il loro vantaggio viene annullato da Zappacosta che, servito da Muriel, scavalca Montipò con un destro potentissimo. Nella ripresa è sinfonia nerazzurra con il portiere piemontese che pasticcia nella propria area e consegna agli avversari il pallone del 2-0; dopo il gol di Pasalic, la Dea cala il tris con Lookman che serve perfettamente Hojlund il quale non ci pensa due volte a capitalizzare con il mancino. Sul 3-1, gli ospiti tentano di dare qualche cenno di ripresa con Gaich e Sulemana, ma prima del triplice fischio arbitrale il risultato non cambia.
MILAN-SAMPDORIA (5-1). Tutto facile per il Milan che prende fiducia e vince contro la Sampdoria in un match senza storia: con ben 5 reti, i rossoneri incassano il quarto risultato utile in cinque giornate continuando a lottare per la Champions. Il destino di squadra retrocessa è ormai segnato per la compagine blucerchiata che a San Siro ha potuto ben poco contro il 4-2-3-1 voluto in campo da Pioli per risollevarsi dall’eliminazione europea; una magra consolazione data la sconfitta contro l’Inter per i Diavoli che sperano di concludere l’anno al quarto posto. Subito il sipario si alza con il gol di Leao sul cross di Diaz che supera agilmente i difensori liguri permettendo al suo compagno portoghese di battere Ravaglia col suo “solito” sinistro. Al 20’ la sfida torna in equilibrio grazie a Quagliarella: la bandiera blucerchiata segna la sua prima rete della stagione 2022/2023, ma felicità degli ospiti dura appena 3’ perché subito Giroud comincia a fare la voce grossa capitalizzando di testa un corner e poi di nuovo su rigore. Il pressing avversario non dà tregua alla Sampdoria neanche nel secondo tempo: prima Brahim Diaz e poi di nuovo lo stesso attaccante francese riescono a violare rispettivamente per la quarta e quinta volta la porta ospite firmando un 5-1 pesantissimo.
LECCE-SPEZIA (0-0). Partita a reti bianche ma con un punto conquistato da entrambe le parti preziosissimo per la sfida salvezza: lo 0-0 al Via del Mare condanna la Cremonese alla retrocessione ma mantiene viva la speranza del Verona di sorpassare lo Spezia. Dopo un primo tempo a ritmi bassi – eccezion fatta per Shomurodov che si inventa un bel pallone che però non riesce a capitalizzare – entrambi gli allenatori provano a ridare vita alle loro squadre facendo entrare Askildsen e Ceesay per Gonzalez e Colombo per la formazione di casa, mentre Semplici opta per Zurkowski al posto di Bourabia e preferisce Agudelo al numero 14 uzbeko. Nonostante i cinque cartellini estratti dal signor Mariani, il risultato non cambia sfortunatamente per l’Hellas che con i suoi 30 punti rimane in “zona rossa”.
TORINO-FIORENTINA (1-1). Ancora un pareggio nella domenica pomeriggio della Serie A tra due squadre a pari merito e rispettivamente al 10° e 11° posto in classifica: al Grande Torino va in scena un match senza esclusione di colpi con entrambe le formazioni decise a tornare a casa col risultato da tre punti; se dal 1’ i granata si lanciano avanti con Sanabria e Vlasic, i viola ripartono grazie a Sottil che più di una volta arriva a impensierire Milinkovic-Savic con i suoi tiri insidiosi. La situazione però si sblocca solo al 48’ quando Jovic – entrato pochi minuti prima del suo compagno numero 33 – porta i suoi sull’1-0 grazie a un colpo di testa capitalizzato in rete: l’errore è della difesa casalinga che lascia troppo spazio d’azione al serbo il quale si smarca agilmente per ricevere il cross di Kouamé. Nonostante l’ottimo gioco della Fiorentina, i padroni di casa riescono a reagire grazie al loro attaccante paraguaiano, autore di un sinistro nell’angolino che consegna l’1-1 ai suoi.
NAPOLI-INTER (3-1). Dopo quattro successi consecutivi, l’Inter si arresta contro un muro chiamato “Napoli” che interrompe la striscia positiva degli uomini di Inzaghi; per i partenopei, invece, è record stagionale per aver sconfitto almeno una volta – tra andata e ritorno – tutte le squadre del campionato. Dopo un primo terminato in parità, nel quale però viene espulso Gagliardini per doppio giallo, l’atmosfera si scalda e così i piedi dei giocatori: a sbloccare il risultato è Anguissa, a segno proprio al 67’. Dal lato nerazzurro, Lukaku risponde a tono su cross di Di Marco ma poi i padroni di casa si riportano avanti con capitan Di Lorenzo, autore di un tiro imparabile per Onana. Al 4’ di recupero il Napoli cala il tris con Gaetano che sfrutta una ripartenza in contropiede dei suoi facendo esplodere di gioia il Maradona e regalando i 3 punti.
UDINESE-LAZIO (0-1). Domenica sera che sorride alla Lazio ma non fa lo stesso con l’Udinese: ora i biancocelesti sono a quota 68, a +2 punti sull’Inter, mentre per i friulani l’8° posto appare un sogno difficile, se non impossibile. Nella cornice della Dacia Arena, subito la sfida si accende con le belle azioni di Lovric e Milinkovic Savic, ma le due formazioni – schierate rispettivamente in un 4-3-3 e in 3-5-1-1 – non si sbilanciano troppo in avanti, preferendo optare per mantenere il clean-sheet. Il risultato però si sblocca al 62’ con Immobile: dopo aver conquistato un calcio di rigore per fallo di Masina, il capitano biancoceleste non sbaglia regalando l’1-0 ai suoi. I bianconeri provano a reagire e siglano il pareggio all’85’, ma il VAR segnala un fuorigioco che condanna i padroni di casa. Grande soddisfazione per Sarri, la cui squadra ora potrebbe concludere il campionato in seconda posizione: «La squadra era corta, compatta, con buon livello di sacrificio. Ho detto loro che se continuavamo così avremmo potuto fare la differenza».
ROMA-SALERNITANA (2-2). Se la scorsa settimana i giallorossi hanno regalato ai loro tifosi una finale europea per il secondo anno consecutivo, nel posticipo di lunedì sera sprecano l’occasione di superare la Dea per riagganciarsi alla lotta Champions. Nel clima di festa dell’Olimpico di Roma, la Salernitana ancora beffa una delle big e si porta a 9 punti sulla zona salvezza, un risultato che qualche settimana fa pareva impossibile: con Sousa, i giocatori sembrano aver trovato un buon ritmo di gioco e quello contro la Roma è il quarto risultato utile in cinque giornate. Dopo neanche 12’ infatti i granata siglano il vantaggio grazie a Candreva: l’attaccante di origine romana viene servito da Coulibaly e al volo segna con un pallonetto che scavalca Rui Patricio, il quale rimane spiazzato dal gesto tecnico del numero 87 avversario. In casa propria però la Roma torna a fare la voce grossa e, dopo un paio di belle azioni, El Shaarawy riesce a beffare Ochoa su una respinta proprio di quest’ultimo. I campani non si fanno intimorire e tornano in vantaggio un 1’ dopo con Dia, ma la Roma sigla il 2-2 all’83’ con una rete di Matic; rimane qualche rammarico perché probabilmente sarebbe stato un 3-2 finale se il VAR non avesse annullato il gol di Ibanez al 45’+2’ per tocco di mano di Belotti.
EMPOLI-JUVENTUS (4-1). Un lunedì nero che sarà ricordato nella storia del club torinese: dopo la penalizzazione di 10 punti in classifica, la sconfitta per 1-4 contro l’Empoli condanna la Juventus che – dopo 11 anni consecutivi – dovrà rinunciare alla Champions. Sorride invece l’Empoli che, con la vittoria nel posticipo, è matematicamente salvo dopo un campionato tutto fuorché semplice. Nella cornice toscana, i bianconeri provano a non pensare alla sentenza partendo a tutto fuoco con Gatti, Vlahovic e Milik, ma poi quest’ultimo interviene in maniera troppo brusca su Cambiaghi regalando ai padroni di casa un rigore che Caputo sfrutta alla perfezione. Dopo aver subito gol, gli uomini di Allegri non riescono a reagire e subiscono nuovamente al 21’ e al 47’: nel primo caso è Luperto a sfruttare una respinta di Szczesny, nel secondo di nuovo il numero 19 beffa il portiere polacco grazie a un suggerimento di Akpa Akpro. Spreca tanto la Juventus con Vlahovic che, servito più volte, non capitalizza mai in porta ma mette appena la testa avanti con Chiesa all’85’ che annulla il clean-sheet avversario. Al Castellani la festa salvezza viene però impreziosita dal 4-1 finale con il gol di Piccoli su un errore di Kean.