CAGLIARI-TORINO (1-2). Finalmente Gigi Riva ha ricevuto quel che si meritava: uno stadio pieno di tifosi della “sua” Sardegna ad applaudirlo, così lontano da quello che è successo in Arabia Saudita. Davanti a un pubblico visibilmente emozionato, purtroppo il Cagliari deve arrendersi per 2-1 a un Torino capace fino all’ultimo di difendere il vantaggio. E l’anticipo di venerdì sera sarebbe potuto esser ancora più umiliante per i rossoblù i quali però possono contare sul campione tra i loro pali: in più di un’occasione, Scuffet si è immolato per la squadra respingendo di mano e di piede i tentativi granata di andare a segno. In terra sarda, gli uomini di Juric attaccano fin da subito e Zapata trova il primo gol lontano da casa grazie a un Bellanova velocissimo sulla fascia a servirlo. Dal canto loro, i padroni di casa provano a rispondere con Jankto, il quale tuttavia per ben due volte manca di poco la rete del pareggio. Per i piemontesi, il raddoppio arriva al 3’ di recupero a firma di Ricci che sblocca il suo personale tabellino con un rasoterra imparabile. Nella ripresa, i cambi di Ranieri sembrano riaprire la partita quando Viola si rende autore di un tiro a giro all’incrocio dei pali davvero impressionante, ma il triplice fischio arbitrale condanna la formazione di casa a rimanere a quota 18, a pari merito con Verona e Udinese.
ATALANTA-UDINESE (2-0). Il sabato pomeriggio della Serie A si apre con un’Atalanta che batte l’Udinese sul velluto, tornando così in piena zona Champions. Dopo la sconfitta in casa contro il Milan, i bianconeri si devono arrendere anche in trasferta a Bergamo per 2-0, complice un mercato invernale che non sta portando innesti freschi a una squadra martoriata dagli infortuni. Da parte nerazzurra, pure Gasperini è costretto a fare a meno di Koopmeiners e Lookman, ma schiera comunque una formazione vincente con Scamacca e De Ketelaere come coppia offensiva; ed è proprio il romano classe 1999 ad andare a impensierire Okoye al 12’, dimostrando di avere tanta voglia di tornare a segnare. A sbloccare il tabellino, tuttavia, ci pensa Miranchuk che arriva con un tempismo perfetto sull’assist offertogli dal suo compagno belga. Il 1’ di recupero del parziale premia il numero 90 che torna a segnare dopo 11 giornate e si riprende un posto da protagonista nella rosa lombarda: sempre De Ketelaere appoggia un pallone perfetto per il suo collega che insacca una sfera pesantissima. Nelle retrovie, anche Carnesecchi fa gli staordinari dicendo di no più volte a Samardzic ed Ebosele salvando un clean-sheet che vale oro.
JUVENTUS-EMPOLI (1-1). Erroraccio Juve che sabato si fa beffare in casa dall’Empoli: i due punti persi per strada contro una squadra con cui si sarebbe facilmente potuto conquistare il bottino pieno pesano tantissimo nella lotta scudetto con l’Inter. È vero, la classifica ora recita un vantaggio per l’Inter di appena +1, ma la sfida che il Biscione deve ancora recuperare per la partecipazione alla Supercoppa preoccupa i tifosi piemontesi. E forse quello che dà più fastidio è come si è arrivati a tutto ciò: verso il quarto d’ora del primo tempo, Milik interviene in maniera troppo violenta su Cerri e – se in un primo momento Marinelli opta per un’ammonizione – il check al VAR manda il polacco direttamente sotto la doccia. Rimasta in 10 per 75’, anche una squadra come la Juventus patisce una pressione fisica e psicologica da parte degli avversari tanto che Miretti sbaglia un gol che sembrava già cosa fatta al 2’ di recupero. Dopo un primo tempo sottotono, Vlahovic inanella il 12° gol di questa stagione proprio all’inizio della ripresa: su calcio d’angolo, Gatti manca di poco la rete, ma – involontariamente – serve un pallone al suo compagno serbo che, anche questa volta, non sbaglia. La decisione di Nicola di mischiare le carte in tavola facendo entrare Baldanzi e Cancellieri dà i suoi frutti quando al 70’ i toscani riaprono la partita grazie al loro numero 35: il secondo gol stagionale del classe 2003 è un capolavoro rasoterra dal limite dell’area che riesce a sorprendere anche un portiere come Szczesny. Verso il finale, i padroni di casa cercano qualcosa in più ma senza riuscire mai effettivamente a insidiare Caprile, e l’Empoli può sorridere, ora a -1 dal Cagliari.
MILAN-BOLOGNA (2-2). Ancora Bologna, ancora una magia contro le big! Se nella prima giornata d’andata i diavoli si erano imposti di misura sulla squadra di Motta, sabato sera a San Siro i rossoblù hanno “rischiato” addirittura di vincere la partita. In una sfida combattutissima il cui risultato non sembrava mai decidersi, è Zirkzee l’uomo partita dei felsinei: intorno alla mezz’ora, l’olandese scatta più veloce di tutti e – tra diversi rimpalli – riesce a infilare la palla dell’1-0. Sotto di una lunghezza, il Milan si appresta subito a correre ai ripari e, per arginare un attacco strabordante, Ferguson commette quello che Massa considera fallo da rigore: con tutta la sua esperienza Skoruspki riesce a negare la gioia del gol ad un altro grande giocatore come Giroud, ma al 45’ Loftus-Cheek si carica la squadra sulle spalle e capitalizza un assist offertogli da Calabria. Nella ripresa, i padroni di casa giocano contratti e, nel tentativo di tornare in vantaggio, si impelagano al 73’ sbagliando nuovamente dagli 11 metri a causa di una leggerezza di Theo Hernandez: il vice-capitano rossonero commette un errore clamoroso tentando di spedire tra i pali il proprio il tiro che aveva scheggiato il palo. Ancora una volta, il numero 8 rilancia i suoi con una doppietta che arriva su assist di Florenzi, ma appena il sabato sera meneghino sembra concludersi nel migliore dei modi, Massa assegna un rigore al Bologna per l’intervento di Terracciano su Kristansen e Orsolini non ci pensa due volte a trovare il nono pareggio stagionale.
GENOA-LECCE (2-1). Il quarto risultato utile consecutivo – e la seconda vittoria nel giro di una settimana – porta la firma di Retegui ed Ekuban: tra le mura nemiche, il Lecce cede solo nella ripresa continuando a rimanere nella parte destra del tabellone. Prendendosi una rivincita dall’andata, il Genoa torna a fare la voce grossa con un 3-5-1-1 che sta facendo male agli avversari. Al Ferraris, le due formazioni partono contratte e si studiano fino al quarto d’ora quando Almqvist cerca qualcosa in più, ma viene steso in area da Vasquez: il calcio di rigore assegnato agli ospiti sembra una benedizione, ma Krstovic spreca tutto, complice anche un ottimo Martinez che non ha difficoltà a individuare la traiettoria del pallone. Intorno alla mezz’ora, finalmente il montenegrino spezza la maledizione che sembrava gravare su di lui da tempo e un tiro deviato dalla difesa avversaria termina direttamente in rete. Dal 45’ in poi, a Genova la situazione cambia: complice una retrovia sempre più efficace nell’arginare gli attacchi salentini, gli uomini di Gilardino prendono coraggio e ingranano con l’italoargentino che, attentissimo su una traversa colpita da Gudmundsson, riporta la situazione in parità. Ormai su di giri davanti ai propri tifosi, il Grifone dà la zampata vincente alla partita grazie al suo numero 18 che sigla la sua seconda rete stagionale forse facendo rimpiangere alle Stelle nere di non averlo convocato per la rassegna continentale.
VERONA-FROSINONE (1-1). Un punto importantissimo per l’Hellas lascia un po’ di amaro in bocca agli uomini di Di Francesco che scivolano contro una squadra contro cui all’andata erano riusciti a conquistare il bottino pieno. In un gennaio particolare, la dirigenza scaligera ha venduto quasi metà rosa facendo arrivare rinforzi che – per ora – sembrano innesti più che positivi; la rivoluzione in casa veneta ora vede Noslin come principale punta offensiva e solo il tempo (e il campo) sapranno dire se questa scelta di mercato è stata effettivamente oculata. Al Bentegodi, subito i padroni di casa cercano il vantaggio ma Turati è attento a mantenere inviolata la propria porta, soprattutto quando Duda al 37’ calcia dagli 11 metri un rigore che facilmente il portiere meneghino intercetta. A sbloccare un match che continuava a procedere a reti bianche ci pensa Suslov: appena arrivato da Groningen, il centrocampista classe 2002 spiazza l’ultimo uomo avversario con un mancino efficace. Nella ripresa, i ciociari alzano i ritmi di gioco e riagganciano gli avversari grazie al colpo di testa di Kaio Jorge: tra la rete dell’attaccante in prestito dalla Juventus e un Verona che spreca tantissimo, la sfida termina sull’1-1 rinviando le due formazioni rispettivamente alle sfide con Napoli e Milan.
MONZA-SASSUOLO (1-0). Un Monza poco incisivo fa i compiti a casa e conquista tre punti contro un Sassuolo che continua a rimanere nella seconda parte della classifica. Tentando di confermare il risultato dell’andata, Gilardino schiera la formazione vincente che decide la partita intorno alla mezz’ora del primo parziale: nonostante una rete annullata a Dany Mota per un fuorigioco millimetrico, Colpani torna a segnare dopo dieci giornate a bocca asciutta e già le big stanno contattando Galliani per poterlo avere in squadra il prossimo anno. In una sfida a ritmi decisamente bassi, i neroverdi non riescono mai a entrare in partita e vanno a insidiare solo una volta un ritrovato Di Gregorio. Con il derby all’orizzonte, la situazione non promette nulla di buono in casa emiliana, complice l’infortunio rimediato dalla più importante bocca da fuoco: Domenico Berardi.
LAZIO-NAPOLI (0-0). A causa della recente trasferta in terra araba, sia Lazio che Napoli si rendono protagoniste di una prestazione non così leggendaria: in 90’ di gioco, gli uomini di Sarri tentano solo un tiro in direzione dello specchio di Gollini, mentre per gli ospiti le statistiche sono nulle sotto questo punto di vista. Cambiando modulo in vista delle numerose assenze, Mazzarri schiera un 3-5-1-1 con Raspadori più avanti di tutti privilegiando un gioco “dal basso” che però non dà i suoi frutti: in casa azzurra, sembra che solo Politano riesca a far partire le azioni senza però mai incontrare il favore dei suoi compagni. Anche i laziali provano a sbloccare il tabellino, e nel secondo parziale Cataldi e Isaksen costruiscono qualche azione velenosa, ma il triplice fischio arbitrale beffa entrambe le squadre che sanno di dover ancora lottare tanto per trovare un posto in Europa.
FIORENTINA-INTER (0-1). Che peccato! Dopo una finale di Supercoppa sfumata, la Fiorentina cade in casa contro l’Inter e tutti si chiedono cosa sarebbe stato se Nico Gonzalez non avesse sbagliato quel rigore al 76’. Nella serata di domenica, al Franchi l’Inter, fresca di vittoria in Coppa Italia, parte decisa a cercare subito il vantaggio: già con Carlos Augusto il Biscione si era avvicinato all’1-0, ma – come sempre – è Lautaro a siglare il gol più importante. La formazione di Inzaghi gioca infatti compatta e ordinata, e il suo capitano ha più che mai fame di vittoria: la rete segnata dall’argentino è un capolavoro firmato con un colpo di testa fuori dallo specchio che termina direttamente tra le maglie. Feriti nell’orgoglio, i padroni di casa tentano la ripartenza con Bonaventura e Nzola i quali però si trovano sempre a dover fare i conti con i guantoni di Sommer. Nella ripresa, i toscani riescono a conquistare un penalty per un intervento falloso del portiere nerazzurro sull’ex-Spezia, ma il tiro dagli 11 metri a opera del numero 10 che sembra più un passaggio in direzione dell’estremo difensore avversario racconta di una Viola che non è mai davvero entrata in partita.
SALERNITANA-ROMA (1-2). A chiosa della 22ª giornata, la Roma riesce a strappare tre punti contro una Salernitana mai doma: nel posticipo di lunedì sera, la squadra di De Rossi scaccia i fantasmi dell’andata e conquista tre punti all’Arechi. È inutile nascondersi dietro a un dito: per i granata la situazione si fa sempre più complicata e le 5 lunghezze che li separano dall’Empoli sembrano una montagna invalicabile. A sorridere, invece, sono i giallorossi che sembrano aver ritrovato una loro continuità, ma è anche vero che bisognerà aspettare le partite di cartello per averne la certezza. Davanti ai propri tifosi, gli uomini di Inzaghi partono decisi cercando la porta con il “solito” Candreva a trascinare i suoi, seguito a ruota da Tchaouna. Ma la sfida si sblocca solo nel secondo tempo: verso il 51’ Maggiore tocca inavvertitamente un colpo di Cristante col braccio e Dybala spezza la maledizione di questo turno di campionato e non sbaglia dal dischetto. Mischiando le carte in tavola, l’allenatore campione del mondo nel 2006 inserisce Kastanos che al 70’ si coordina perfettamente su un cross del suo compagno francese, ma è troppo tardi: solo 5’ prima la difesa casalinga si dimentica totalmente di Pellegrini il quale ha gioco facile a siglare la rete del 2-1.