Serie A – 13ª Giornata – La Salernitana beffa la Lazio e il Napoli riacquista certezze. 

Il derby d’Italia termina in parità, mentre il Bologna prende il volo.

SALERNITANA-LAZIO (2-1). A colpi di miracoli, la Salernitana sta lottando con le unghie e con i denti per non retrocedere e – dopo il pareggio con il Sassuolo – ha conquistato la prima vittoria stagionale. La 13ª Giornata inizia nella cornice dell’Arechi con un rigore conquistato al 43’ da parte dei laziali che sembra replicare il “solito” copione di una partita sbloccata dalla squadra favorita e mai più ripresa, ma gli uomini di Inzaghi dimostrano il contrario. Nel secondo tempo succede l’impensabile, almeno secondo i piani di Sarri il quale sperava di tornarsene a casa con tre punti “facili”: l’1-0 siglato da Immobile fa “sedere sugli allori” i biancocelesti che però – orfani di Luis Alberto, Romagnoli e Casale – non rimangono abbastanza concentrati sull’obiettivo finale. Al 54’ i granata individuano un varco nella difesa avversaria e pareggiano i conti con Kastanos che insacca una respinta di Provedel su Candreva; ed è proprio il capitano che, a “soli” 36 anni, su punizione condanna l’ex squadra con il gol che vale il 2-1. Al triplice fischio arbitrale, tutto lo stadio esplode di gioia per un sogno che non sembra ancora così lontano.

ATALANTA-NAPOLI (1-2). Al (ri)esordio di Mazzarri sulla panchina del Napoli, i partenopei ingranano l’ottava vittoria stagionale, dimenticando subito quella brutta prestazione con l’Empoli. Se ora gli azzurri possono tirare un sospiro di sollievo, lo stesso non si può dire della Dea: due sconfitte nelle ultime tre giornate pesano in negativo nella lotta per il quinto posto. Il cambio di allenatore sembra aver giovato agli ospiti che, fiduciosi anche grazie al ritorno di Osimhen, dominano il primo tempo segnando allo scoccare del 45’: come sempre, Kvaratskhelia si dimostra un giocatore di un altro livello intercettando il pallone offertogli da Di Lorenzo e spedendolo in porta di testa. Sotto di un gol, Gasperini mischia le carte in tavola preferendo Ruggeri a Bakker, subito propositivo dal suo centrocampo; e infatti il pareggio non tarda ad arrivare: pericolosa in attacco, la Dea segna l’1-1 con Lookman su assist di Hateboer. Nel preciso momento in cui gli equilibri partenopei sembravano infrangersi, Elmas si inventa la rete del 2-1 superando Carnesecchi grazie all’allungo del suo compagno nigeriano. Ora a 23 lunghezze, il Napoli si prepara ad affrontare il Real nella prossima sfida di Champions, mentre i bergamaschi andranno a caccia di punti nel girone di Europa League contro lo Sporting.

MILAN-FIORENTINA (1-0). Un nuovo record è stato scritto sabato sera a San Siro: il 15enne Camarda, entrato all’83’, diventa l’esordiente più giovane nella storia della Serie A. La scelta di Pioli non vuole sminuire gli avversari, né tantomeno provare una nuova tattica ma è dettata dall’emergenza: senza Leao, Okafor e Giroud, il tecnico rossonero si è visto costretto a pescare nel vivaio della società per arrivare pronto alla sfida. E così la vittoria contro i viola ha un sapore ancora più dolce: dopo due sconfitte e tre vittorie in campionato, i Diavoli tornano a sorridere dopo un mese a dir poco complicato. Tanta amarezza in casa toscana per le quattro sconfitte nelle ultime cinque giornate a fronte di una Conference in cui i Viola stanno dominando il girone. Nella cornice meneghina, un primo tempo passato a difendere la propria porta lascia poco spazio allo spettacolo, finché Theo Hernandez prova ad accelerare nella direzione dei pali sorvegliati da Terracciano: Parisi commette una leggerezza trattenendo l’attaccante avversario che, ringrazia, conquista rigore e sigla l’1-0. Nel secondo parziale, la quantità di cambi decisa dai due allenatori serve a poco rispetto a due squadre che non si rivelano mai davvero combattive con la conseguenza che gli ospiti devono rimandare alla sfida contro il Genk la prossima vittoria.

CAGLIARI-MONZA (1-1). “La goccia che scava la roccia”, non c’è altra definizione per indicare lo strepitoso lavoro del Cagliari in questo ultimo mese: nonostante qualche inciampo, gli uomini di Ranieri ora sono a 10 lunghezze, punteggio che sembrava impensabile fino a qualche tempo fa. Con una grande prova di carattere, i sardi vincono in casa contro un Monza piuttosto fiacco e che rischia di farsi scivolare dalle mani la possibilità di combattere per posto in Europa. In uno scontro all’ultimo respiro, i padroni di casa sbloccano il tabellino dopo 10 giri di lancette: Dossena, con un bellissimo tap-in, trafigge di Gregorio siglando il suo secondo gol stagionale. Galvanizzati dal vantaggio, i rossoblù vogliono il raddoppio e lo cercano in più occasioni con il trio Zappa-Goldaniga-Viola che lavora bene ma non riesce a superare i guantoni del portiere dei brianzoli. Nella ripresa, Palladino preferisce inserire Ciurria e Maric e le sue decisioni portano buoni, anzi ottimi frutti: al 61’ l’attaccante croato segna la sua prima rete in Serie A sul precisissimo corner di Kyriakopoulos. All’Unipol Domus i ritmi di gioco rimangono altissimi fino al triplice fischio arbitrale, ma entrambe le squadre si devono accontentare di un solo punto in più in classifica.

FROSINONE-GENOA (2-1). Che campionato sta disputando il Frosinone! Con un’età media di 25 anni, la squadra guidata da Di Francesco si sta facendo strada, ritagliandosi un posto a metà classifica degno di nota. Rimane ancora ballerino, invece, l’andamento del Genoa, squadra che sa che può chiedere di più alla sua rosa. La domenica pomeriggio in campo ciociaro si apre coi liguri da subito insidiosi presso l’area di Turati, ma il vero show si consuma verso la mezz’ora: ancora una volta, Soulé tira fuori il coniglio dal cilindro e spiazza Martinez con un bolide contro cui lo spagnolo non può nulla. Nel giro di 5’, però, gli ospiti reagiscono e ci tengono a mettere le cose in chiaro con Malinovskyi: di ritorno dalla sfida contro l’Italia, l’ucraino classe 1993 pareggia la situazione con un colpo a giro dai 25 metri. Dopo un primo tempo al cardiopalma, il Genoa inizia a sentire l’assenza di Retegui, Gudmundsson e Bani, non riuscendo più a organizzare un contrattacco efficace e facendosi beffare al 4’ di recupero: Brescianini riesce a servire Monterisi che spiazza l’estremo difensore avversario e rimanda il Genoa alla sfida “salvezza” contro l’Empoli.

EMPOLI-SASSUOLO (3-4). Se molti temevano che Empoli-Sassuolo sarebbe stata la classica partita soporifera della domenica pomeriggio, così non è stato: 90’+recupero hanno tenuto i tifosi incollati al televisore in attesa di capire chi l’avrebbe effettivamente spuntata. Se il Sassuolo ora può sorridere contando sulle sue 15 lunghezze in saccoccia, la situazione dell’Empoli si fa sempre più nera: ancora ferma nella zona retrocessione, la squadra di Andreazzoli riesce nelle grandi imprese contro le “big” ma poi si fa beffare in sfide decisamente più “a portata di mano”. Dopo 3’ dal fischio d’inizio, subito i padroni di casa dimostrano di voler puntare al bottino pieno con un rigore capitalizzato magistralmente da Caputo. L’1-1, però, arriva giusto una manciata di minuti dopo a opera di Pinamonti: l’ex della sfida sfrutta un corner e spedisce di testa alle spalle di Berisha. Ormai entrata nel vivo, la sfida vede il raddoppio neroverde, questa volta a firma di Matheus Henrique: con un’azione simile al suo compagno numero 9, il brasiliano supera di nuovo il portiere azzurro insaccando la sfera alle spalle di questo. Come se ciò non bastasse, l’Empoli riapre la partita con Fazzini che si inserisce in area avversaria beffando Consigli allo scoccare della mezz’ora. Un primo tempo di fuoco lascia spazio a una ripresa non da meno: al 66’ è turno degli ospiti conquistare penalty e chi se non uno dei rigoristi della Nazionale poteva capitalizzare l’occasione? Dopo la rete di Berardi, di nuovo la situazione torna in parità con l’autogol di Vina che si era proposto di deviare il missile di Kovalenko in direzione di Consigli, ma alla fine sono gli emiliani a sorridere: la sfida si chiude sul 4-3 al 2’ di recupero con un destro dello stesso numero 10 che incornicia la vittoria.

ROMA-UDINESE (3-1). Dopo un derby decisamente discutibile, la Roma non sbaglia e centra la sesta vittoria in campionato contro un Udinese domo solo negli ultimi 20’ di gioco: nella serata di domenica, all’Olimpico i padroni di casa attaccano ma i bianconeri rispondono, almeno fino a quando i giallorossi non mettono la terza e sorpassano i friulani. Il sipario si alza su un 3-4-2-1 schierato da Mourinho subito alla ricerca dell’1-0 ed è Mancini a siglarlo su suggerimento di Dybala. Nonostante un primo tempo in sordina, gli ospiti trovano la giusta energia per contrattaccare e Thauvin riporta la situazione in parità dopo un quarto d’ora da inizio ripresa. Decidendo di far entrare El Shaarawy, il mister ex-Inter e Real sferra il colpo decisivo agli avversari: prima con la Joya e poi col Faraone, i capitolini trafiggono Silvestri portandosi a quota 21, a -3 dal Napoli.

JUVENTUS-INTER (1-1). Finisce in parità il derby d’Italia tra due formazioni che hanno vinto nelle ultime quattro giornate: alla fine dei tempi, il tabellino dell’Allianz segna 1-1, punteggio che fa rimanere l’Inter prima a 32 lunghezze e sfumare le speranze bianconere di assumere il comando della classifica. La sfida si decide tutta nel primo tempo, con la coppia Chiesa-Vlahovic a segnare il vantaggio: dopo la prestazione superba in Nazionale, il numero 7 fiorentino scatta in avanti sulla fascia sinistra e riesce a servire il suo compagno serbo che, smarcatosi perfettamente, trafigge Sommer a 27’. Ferito nell’orgoglio, il Biscione reagisce nel giro di 5’ con Thuram che elude Bremer suggerendo a Lautaro il pallone del pareggio, quello che vale il 13° gol in 13 giornate per il capitano nerazzurro. Dal 46’ in poi, Inzaghi prova qualcosa di diverso con Cuadrado e Arnautovic, e lo stesso Allegri modifica la doppietta attaccante con Milik e Kean, ma un tempo giocato a ritmi bassi per la paura di esporsi troppo condanna le due squadre al 62° risultato neutro nella storia di questo incontro.

VERONA-LECCE (2-2). Nella fredda serata scaligera, Verona e Lecce si danno battaglia riuscendo a conquistare solo una lunghezza ciascuno: se i Salentini possono essere tranquilli (per ora) della loro posizione che li vede tredicesimi con 15 tasselli, lo stesso non si può dire dei veneti. A sole 9 lunghezze, i gialloblù si trovano in piena zona retrocessione, reduci da quattro sconfitte consecutive. Il 4-3-3 di Baroni ancora sembra non ingranare, e nel corso della sfida ha regalato troppi palloni agli attaccanti avversari: già allo scoccare della mezzora, infatti, la difesa casalinga commette un errore clamoroso consegnando un’occasione d’oro a Oudin che, ovviamente, non sbaglia. Poco dopo, però, anche i giallorossi commettono una leggerezza e per Djuric è gioco facile servire Ngonge per l’1-1. Di nuovo in parità, la sfida si scalda nel secondo parziale e lo stesso Falcone si esibisce in parate spettacolari che infondono coraggio ai suoi che si portano in vantaggio al 69’, grazie a una deviazione su un tiro di Gonzalez che spiazza Montipò. Decisi a strappare almeno un punto, i padroni di casa tornano all’attacco con il numero 11 che trascina i suoi al 2-2. La prossima giornata il Lecce si scontrerà contro un superbo Bologna, mentre il Verona sarà ospite in casa dell’Udinese.

BOLOGNA-TORINO (2-0). Che Bologna! Presto dimenticata la sconfitta contro la Fiorentina, la squadra di Motta torna a vincere e incassa tre punti che la spediscono direttamente al 6° posto al pari con la Roma. Contenti i tifosi rossoblù, sicuramente meno quelli granata: al Dall’Ara gli ospiti partono col piede giusto ma vengono beffati dal VAR che annulla la rete di Vlasic al 18’. Di nuovo i piemontesi tornano all’attacco con Zapata e Ilic ma è il talento di Skorupski a salvare ancora una volta la parità. Dal 56’ in poi, i padroni di casa cambiano registro e – alla prima occasione utile – Fabbian intercetta un’uscita di Gemello piuttosto imprecisa spedendo la palla direttamente in rete. Al 69’, Juric prova a dare l’ultima sferzata alla partita decidendo di inserire Pellegri, Vojvoda e Gineitis, ma Zirzkee beffa tutti: al 1’ di recupero l’attaccante olandese viene perfettamente servito dai suoi e, dribblando tutta la difesa avversaria, vince lo scontro con il portiere classe 2000 che vale la quinta vittoria stagionale. Per il Toro è quindi subito tempo in vista della sfida dell’Atalanta di lunedì prossimo, mentre i felsinei si preparano a volare a Lecce.

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