Serie A – Riparte il campionato: Napoli, Inter e Fiorentina protagoniste del sabato sera. Scivolone Lazio che viene di nuovo beffata in casa del Lecce.
Appena il tempo di digerire il pranzo di Ferragosto che gli stadi italiani sono tornati a riempirsi di tifosi per la 92ª edizione della Serie A. Tutte le big partono col piede giusto, decise a puntare verso lo stemma tricolore, eccezion fatta per la formazione di Sarri che cede al Via del Mare. Poco da fare, invece, per le nuove protagoniste del campionato (Genoa, Frosinone e Cagliari) ancora alla ricerca del loro spazio in una gara senza esclusione di colpi.
FROSINONE-NAPOLI (1-3). In casa laziale, i campioni d’Italia cominciano nel migliore dei modi: un 3-1 netto rifilato ai neo-promossi che fin dal 7’ si sono dimostrati un avversario da non sottovalutare. Guidato da Di Francesco (assunto ad hoc per la nuova avventura nella massima Serie), il 4-3-3 gialloblu mette a segno il primo gol stagionale grazie all’acquisto Harroui che non si fa pregare sul rigore conquistato dai suoi. Ma Garcia (subentrato a Spalletti, a oggi nuovo c.t. degli Azzurri) ha fatto i compiti e la sua formazione non tarda a pareggiare i conti con Politano, autore di un meraviglioso tiro al volo imprendibile per Turati. Nonostante la rete annullata a Raspadori per fuorigioco, il Napoli ricorda a tutti che nella sua rosa c’è il capo-cannoniere della stagione 2022/2023: a 3’ dall’intervallo, Osimhen si smarca in area avversaria e spedisce un destro sotto la traversa. Nella ripresa i padroni di casa tornano a mettere pressione con Baez, decisi a strappare almeno un punto agli avversari, ma di nuovo si trovano a fare i conti con la punta nigeriana che, senza troppi complimenti, archivia la pratica 10’ prima del triplice fischio.
EMPOLI-VERONA (0-1). Tre punti d’oro per gli scaligeri che, memori di una salvezza raggiunta allo scadere del tempo, quest’anno paiono decisi a non ricadere negli errori passati. E così gli uomini di Baroni (scelto proprio per la sua abilità nel gestire le squadre di metà classifica) conquistano il primo successo stagionale in casa di un Empoli che, troppo distratto, rimane a quota 0. La prima frazione vede i toscani decisi a violare la porta avversaria con Marin che manca di poco la rete centrando la traversa e Gyasi che si divora il vantaggio davanti a Montipò. Nella ripresa entrambe le formazioni si studiano decidendo di non esporsi troppo ma 15’ dalla fine gli azzurri pasticciano in area consegnando il pallone sui piedi di Bonazzoli (in prestito dalla Salernitana) che porta i suoi alla prima vittoria stagionale.
GENOA-FIORENTINA (1-4). L’entusiasmo per il ritorno in Serie A si scontra contro un muro viola che condanna il Genoa a subire poker. Al Marassi i 33.000 spettatori sono stati testimoni di un Grifone pronto a graffiare in attacco ma decisamente poco incisivo in difesa: senza nulla togliere agli uomini di Italiano (confermatissimo dopo la qualificazione alla finale di Conference), i liguri appaiono disorganizzati e incapaci di porre un freno alla furia avversaria che li ha letteralmente travolti. Il 4-2-3-1 toscano inizia a dare i suoi frutti già a partire dal 5’ grazie a capitan Biraghi che scarica un destro fortissimo all’incrocio dei pali e di nuovo 6’ dopo con Bonaventura che – tutto solo – spedisce in rete un pallone parato da Martinez. Il tris è firmato Gonzalez: il numero 10 viola salta più in alto di tutti e capitalizza il corner offertogli dal suo capitano. Dal 45’ in poi i padroni di casa tentano la reazione ma, forti della loro scorsa esperienza europea, i toscani lasciano poco spazio ai neo-promossi. E il poker non tarda ad arrivare: sul limite dell’area piccola, Mandragora (smarcatosi perfettamente dalla difesa) riceve palla segnando il suo primo gol stagionale. A mettere una pezza per i rossoblù è Biraschi il quale al 58’ segna l’1-4 che ricorda a tutti che senza difesa non si va lontano.
INTER-MONZA (2-0). Inizio stagione sul velluto per i vice-campioni d’Europa che, nella cornice di San Siro, sconfiggono per 2-0 i “cugini” brianzoli. Poco da fare per Pessina e compagni, travolti dalla forza nerazzurra che non lascia loro spazio per esprimere un contrattacco efficace. Ancora galvanizzato dalla finale di Istanbul, il Biscione punta a grandi obiettivi e lo fa con un 3-5-2 sostanzialmente invariato, eccezion fatta per la grande assenza in attacco: Lukaku. Ancora senza rosa, il belga ha potuto solo osservare l’ottima prestazione dei suoi ex-compagni i quali ad appena 8’ dal fischio arbitrale centrano lo specchio della porta grazie a capitan Martinez: servito magistralmente da Dumfries, per l’argentino è quasi uno scherzo beffare Di Gregorio. Il Monza tenta di alzare la testa con Ciurria e Kyriakopoulos, ma di nuovo i milanesi – complice uno scatenato Di Marco – dimostrano di essere una squadra in lizza per il tricolore: a un quarto d’ora dalla fine, Arnautovic (già nerazzurro durante quel magico 2010) serve perfettamente il suo nuovo capitano che aggancia Osimhen nella classifica dei marcatori.
SASSUOLO-ATALANTA (0-2). Un calciomercato oculato ha sorriso e non poco alla Dea durante la prima giornata con De Ketelaere e poi Zortea partiti in panchina ma poi decisivi sul finale del match. Al Mapei, infatti, il Sassuolo riesce a mantenere la sfida a reti bianche fino all’83’ quando il belga – in prestito dal Milan – segna il suo primo gol in Serie A su suggerimento da corner.
Per il raddoppio, il numero 21 non si fa attendere e, ripagando la fiducia di Gasperini, spedisce un missile dal limite dell’area grande direttamente alle spalle di Consigli. Oltre a Zortea, anche l’ex Scamacca si rende protagonista di un’ottima prestazione e gli emiliani – orfani del loro bomber Berardi – non riescono a conquistare neanche un punto.
ROMA-SALERNITANA (2-2). Pareggio dal sapore amaro per i capitolini che speravano in qualcosa di più dallo scontro contro i colleghi salernitani: forse l’assenza di Dybala e Pellegrini (entrambi squalificati per la giornata), forse l’emozione di tornare a giocare all’Olimpico, fatto sta che la Roma ne esce con solo una lunghezza. Da sottolineare però le prestazioni di Belotti da una parte e di Candreva dall’altra: i due giocatori hanno subito trovato il loro ritmo-gara segnando una doppietta ciascuno. Dopo 10’ dal VIA del signor Sozza subito il Gallo fa gioire i suoi tifosi centrando lo specchio della porta ma il VAR contesta la rete: il gol non è valido per fuorigioco (di appena mezzo piede) del numero 11. L’ex capitano del Toro non si scoraggia e trova il primo gol in maglia giallorossa 7’ più tardi con un colpo da fuoriclasse: conquistato il pallone, batte Ochoa di sinistro. Il portiere messicano non demorde e infonde coraggio ai suoi con una strepitosa parata su Mancini e, poco dopo, il suo compagno numero 87 – in barba ai suoi 36 anni – entra nella classifica dei marcatori di quest’anno con un destro letale sotto la traversa. Nella ripresa è ancora battaglia e ancora Candreva fa la voce grossa: dopo appena 4’, di nuovo l’attaccante italiano tira fuori il coniglio dal cilindro con un mancino all’incrocio dei pali imparabile per Rui Patricio. Caricatosi la squadra sulle spalle, ci pensa Belotti a riportare la situazione in parità quando mancano ormai 9’ grazie a un colpo di testa su corner di Parades che sancisce il 2-2 finale.
LECCE-LAZIO (2-1). Clamoroso risultato al Via del Mare con il Lecce che – negli ultimi 10’ di gioco – spegne le speranze da tre punti degli uomini di Sarri e conquista il bottino pieno. Come anche l’anno scorso, i biancocelesti capitolano per 2-1 in casa pugliese, un risultato amaro, considerando la formazione a disposizione del tecnico di origini napoletane. La sfida si apre con un primo tempo a ritmi piuttosto bassi, spezzati solamente dalla rete di capitan Immobile il quale, ricevendo palla da Luis Alberto, deve “solo” appoggiare di destro in porta. Nella ripresa, i laziali vogliono archiviare la pratica ma commettono qualche imprecisione – soprattutto nelle retrovie – lasciando così spazio al destro imparabile di Almqvist (85’) e alla girata di Di Francesco (87’). Festeggia il Lecce che parte col piede giusto scacciando, per adesso, lo spettro della retrocessione.
UDINESE-JUVENTUS (0-3). Un tris che conta molto per il morale juventino, non ai massimi storici a causa dell’esclusione dalle coppe europee (per il caso plusvalenze) e un mercato che forse vedrà partire i giocatori di punta della Vecchia Signora. In terra friulana, gli uomini di Allegri impongono il loro gioco ai danni di un Udinese mai davvero in partita: è Chiesa, infatti, a siglare il primo gol dopo appena 2’ di partita. L’attaccante in forza ai torinesi torna a calcare le scene in grande stile capitalizzando di destro uno spunto di Vlahovic sul limite dell’area. A seguito di una scorsa stagione da dimenticare (appena 9 reti in 27 giornate), il giocatore serbo ricomincia a fare la voce grossa spedendo un missile sul rigore conquistato dai suoi al 20° giro di lancette.
I padroni di casa tentano la reazione con Thauvin (campione del mondo arrivato dal Tigres) ma Szczesny risponde presente al tiro in porta di quest’ultimo, negandogli la gioia del gol. A siglare il 3-0 ci pensa il “solito” Rabiot che al 3’ di recupero del primo tempo supera Silvestri con un colpo di testa micidiale.
TORINO-CAGLIARI (0-0). Finale a reti bianche quello di lunedì sera tra il Torino e il neo-promosso Cagliari in una partita senza esclusione di colpi. Ai padroni di casa è mancato pochissimo per sfiorare il bottino pieno ma gli 11 tiri totali (di cui solo 2 in porta) hanno lasciato gli uomini di Juric a bocca asciutta.
Dopo la promozione nella massima serie agganciata all’ultima giornata, i sardi si dimostrano una squadra che darà del filo da torcere a tutte le sfidanti di quest’anno: l’attacco – capitanato da Nandez e Jankto – più volte va a impensierire Milinkovic-Savic. Buona prestazione anche da parte dei granata, trascinati da Sanabria e Schuurs, che la prossima giornata si scontreranno contro i Diavoli.
BOLOGNA-MILAN (0-2). Inizio di stagione da dimenticare per gli uomini di Motta i quali – davanti ai 30.000 spettatori del pubblico di casa – subiscono un pesante 2-0 a favore del Milan. Milan che, subito dimenticata la partenza di Tonali, gioca in maniera ordinata prendendo gli avversari più volte in contropiede. Senza il bomber Arnautovic (per ora rimpiazzato da Zirkzee) i rossoblù faticano sia nel recupero palla che nell’essere effettivamente offensivi subendo già all’11’: a far male è il numero 9 francese che – servito al centro da Reijnders – prende la mira e batte Skorupski di destro. Neanche 10 giri di lancette dopo, il raddoppio è firmato Pulišić il quale, fraseggiando con lo stesso Giroud, elude perfettamente la difesa felsinea mettendo il risultato in cassaforte. Nonostante i tentativi di Posch e Ferguson, il Bologna non appare mai effettivamente offensivo e si vede costretto a rimandare l’occasione da tre punti all’Allianz Stadium.