Matteo Pessina è stato il grande colpo del mercato estivo del Monza targato Berlusconi-Galliani. Al primo anno in Serie A nella propria storia, i brianzoli hanno stupito con acquisti non certo da neopromossa. Il “Condor” ha alzato l’asticella, affermando di puntare a finire tra le prime dieci.
A conferma di ciò, l’ex parlamentare ha lottato per settimane e ha portato a termine l’acquisto di Pessina. Il classe ’97, nato proprio a Monza, non ci ha pensato due volte prima di accettare la chiamata del club con il quale è cresciuto e con cui ha giocato dalle giovanili fino all’esordio tra i professionisti ad appena 18 anni.
Una storia, quella tra Pessina e il Monza, interrotta nel 2015, quando il fallimento della società ha fatto sì che il giocatore passasse al Milan. Con i rossoneri tanti prestiti, alcuni più fortunati di altri, fino al trasferimento a titolo definitivo all’Atalanta. Un colpo per il futuro, tanto che Matteo viene spedito a farsi le ossa in Serie B, allo Spezia, dove vince il premio “Miglior Giovane dell’anno”.
Rientrato alla base, dopo un anno di studio alla corte di Gasperini, Pessina accetta di mettersi in gioco a Verona, sponda Hellas, dove trova la stagione della consacrazione. Con i gialloblu 35 presente e 7 reti, numeri che ne fanno uno dei migliori centrocampisti del campionato.
È l’anno della svolta. Pessina ormai è in rampa di lancio e ad accorgersene è anche Gasperini, che inizia a inserirlo gradualmente nelle rotazioni dei nerazzurri, fino a farne un titolare. Sotto la guida del tecnico piemontese, Matteo si conferma un giocatore prezioso, capace di ricoprire più ruoli.
Bravo nel recupero dei possessi, ottimo nelle letture e negli inserimenti senza palla, l’italiano diventa un perno fondamentale negli schemi della Dea.
Arriva così l’esordio in Champions League, nella vittoria per 4-0 contro i danesi del Midtjylland, mentre in Coppa Italia gli orobici raggiungono una storica finale grazie al successo in semifinale contro il Napoli. Dopo lo 0-0 dell’andata, nel ritorno al Gewiss Stadium è proprio una doppietta di Pessina a regalare il pass all’Atalanta.
Che sia un anno speciale per lui lo si capisce in estate, quando il ct della Nazionale Roberto Mancini lo convoca per gli Europei. Gli azzurri non sono i più forti e, quindi, neanche i favoriti, ma il gruppo costruito da Mancini è unito e questo in campo si vede. Nelle gerarchie del ct, Pessina parte dietro, ma l’occasione non tarda ad arrivare. Già alla terza partita del girone, Matteo è titolare e sigla la rete con cui l’Italia batte il Galles.
Agli ottavi, poi, fa ancora meglio. Subentrato a Nicolò Barella nel secondo tempo del match contro l’Austria, l’allora 24enne è decisivo ai supplementari, segnando il gol del 2-0 che manda virtualmente ai quarti l’Italia e che ne fa il miglior marcatore azzurro dell’Europeo, assieme a Locatelli, Chiesa, Insigne e Immobile.
Alla fine del torneo, gli azzurri alzano la coppa a Wembley: è il primo trofeo della carriera di Pessina.
Dopo un altro anno alla corte di Gasperini, questa estate è arrivata la chiamata da casa. Una suggestione impossibile da ignorare. Matteo torna nella città che aveva lasciato da ragazzino, quando appena diciottenne era stato costretto ad abbandonare i colori con cui era cresciuto.
Monza, invece, ritrova un uomo, un campione d’Europa che ora porta la fascia da capitano al braccio e che, tra le tante opportunità, ha scelto quella forse più difficile. Perché a casa, davanti alla sua gente, Pessina ha tutto da perdere. Ma non è questa la storia che vuole scrivere.