TORINO-LECCE (2-0). Il sipario della 25ª giornata di Serie A si alza su un Torino che batte per 2-0 il Lecce in casa propria e prova riaprire le speranze Europa: gli uomini di Juric stanno mantenendo una striscia di risultati positivi ormai dal 29 dicembre scorso e appaiono più in forma che mai. Come all’andata, i giallorossi cadono contro i granata e sono costretti a incassare la quarta sconfitta in cinque turni: un attacco troppo “leggero” non fa la fortuna di Baschirotto e compagni che, sì costruiscono da centrocampo, ma poi non sono decisivi davanti alla porta sorvegliata dal solito, monumentale Milinkovic Savic. Se i salentini appaiono in palese difficoltà, di certo i padroni di casa giocano compatti e sono attenti su tutti i palloni: quando al 13’ il capitano serbo si trova a dover stoppare in due tempi, Piccoli quasi intuisce l’1-0 ma Masina si inventa portiere e toglie il pallone dai pali. Dopo un primo parziale piuttosto blando, Bellanova sblocca il match con un destro su cui Falcone non riesce ad arrivare, festeggiando la prima rete con la nuova casacca. Nell’ultimo quarto d’ora, gli ospiti rimangono in dieci per doppio fallo di Pongracic e all’81’ per Zapata diventa un gioco da ragazzi insaccare di testa l’assist di Vojvoda. La formazione di D’Aversa deve ritrovare fiducia in vista della sfida con l’Inter, mentre il Torino si prepara alla trasferta romana.
INTER-SALERNITANA (4-0). Nell’anticipo di venerdì sera è tutto facile per l’Inter: nella sua San Siro, il Biscione rifila un sonoro 4-0 a una Salernitana che ora sta provando ad aggrapparsi alla guida di Liverani, ma – a quanto pare – senza successo. Contro i nerazzurri si sapeva che non sarebbe stata una trasferta semplice, ma l’unico tiro in porta contro i 26 dei meneghini è una statistica che dice tanto sulla differenza di livello tra le due squadre. Nonostante la prossima sfida con l’Atletico, Inzaghi non rischia e schiera comunque la coppia Lautaro-Thuram fin dal primo minuto e – nonostante l’assenza di Acerbi nelle retrovie – i padroni di casa non lasciano spazi di manovra agli avversari sbloccando il tabellino al 17’: ormai salito in doppia cifra, il numero 9 in forza ai meneghini si coordina perfettamente sul suggerimento di Carlos Augusto e apre un piattone alle spalle di Ochoa che termina direttamente in rete. Neanche il tempo di rifiatare che subito l’Inter torna a rendersi pericolosa: il bis è firmato dal capitano che sfrutta una rimessa del suo compagno ex-Monza e spedendola direttamente in porta. Con un Dia davvero impalpabile come unica punta, gli ospiti arrancano e subiscono ancora al 40’: questa volta è Dumfries a mettersi in mostra davanti al suo pubblico, sfruttando un tap-in che fa esplodere lo stadio. Con un risultato già messo in cassaforte, solo nella ripresa Inzaghi fa rifiatare le sue principali bocche da fuoco, ma per l’Inter non è un problema: a ripetere il risultato dell’andata ci pensa Arnautovic che incornicia una serata perfetta.
NAPOLI-GENOA (1-1). Il pomeriggio di sabato si apre con una deludente prestazione del Napoli, il quale rimane al nono posto, a -9 dalle coppe europee. Dopo la sconfitta con l’Atalanta, il Grifone incassa il quarto risultato utile in cinque giornate e prova a proiettarsi verso la parte sinistra del tabellone: a dirla tutta, proprio i rossoblù vengono beffati dalla rete di Ngonge al 90’ che riesce a salvare almeno un punto per i suoi. Al Maradona, subito Kvaratskhelia suona all’attacco per i suoi (ancora orfani di Osimhen), ma appena 5’ giri di lancette dopo anche gli ospiti tirano fuori l’artiglieria pesante con Retegui il cui colpo di testa stava per stamparsi alle spalle di un ritrovato Meret. Al 47’, con una fiammata improvvisa Fendrup stupisce tutto lo stadio intercettando un pallone al limite dell’area che spedisce alle spalle del portiere azzurro senza pensarci due volte. Nonostante l’ottima prestazione di Anguissa che fino all’ultimo prova a sbloccarsi in questo campionato, è l’ex-Verona a riportare la situazione in parità sfruttando un errore della difesa avversaria che accidentalmente fa velo a Martinez sul mancino del belga. I partenopei ora si preparano ad accogliere un temutissimo Barcellona (in una sfida che deciderà o meno l’esonero dello stesso Mazzarri), mentre a Genova arriverà l’Udinese.
VERONA-JUVENTUS (2-2). Con il pareggio di sabato la Juventus potrebbe essersi definitivamente giocata lo scudetto: a -9 da un’Inter che sembra giocare in un altro campionato (e che ha una partita in meno), gli uomini di Allegri hanno rovinato la corsa al tricolore con due sconfitte e altrettanti pareggi nelle ultime quattro giornate. Il Bentegodi sembra stregato e – se i piemontesi devono preoccuparsi – la loro sconfitta è una panacea per la situazione in casa Hellas: in continua lotta con Cagliari, Sassuolo ed Empoli, gli scaligeri sorridono e conquistano un punto preziosissimo per continuare a militare nella massima serie. Al fischio d’inizio, gli ospiti si lanciano in avanti con Yldiz: il classe 2005 – che sta diventando sempre più centrale negli schemi di Allegri – si scontra contro il muro eretto da Dawidowicz. A tentare l’impresa (e a riuscirci) è Folorunsho il quale, all’11’, si coordina al volo su una respinta e spedisce un bolide contro cui Szczesny nulla può. Verso la mezz’ora, i piemontesi accelerano e conquistano un penalty per fallo di mano commesso da Tchatchoua: dal dischetto, Vlahovic non sbaglia e firma il 13° gol stagionale con un mancino di potenza. Nella ripresa si decide tutto nel giro di 3’: al 52’ Noslin si riconferma il miglior acquisto del mercato invernale e indovina il tiro vincente, mentre a mettere una pezza per i bianconeri ci pensa Rabiot. In un finale non troppo degno di nota, va menzionata la capacità di Montipò di salvare al 2’ di recupero un tiro di Chiesa che sembrava decisamente poter rimediare un 3-2 che, però, alla fine non è arrivato.
ATALANTA-SASSUOLO (3-0). Cos’ha combinato l’Atalanta! Con una striscia di vittorie che non si interrompe dal 10 gennaio scorso, De Ketelaere e compagni mettono a sedere il Sassuolo in una serata in cui hanno dimostrato di volere (e meritarsi) un posto in Champions. L’uomo partita dei bergamaschi non è nessuno dei tre marcatori, ma Carnesecchi che si merita un MVP per la sua prestazione che cancella i sogni neroverdi di togliersi da quel scomodissimo 17° posto. In casa lombarda, proprio gli ospiti decidono di attaccare fin da subito per far fronte alla pesantissima assenza di Berardi, ma al 22’ Pasalic decide che è ora di mettersi in mostra: su un rimpallo in area avversaria, l’ex-Milan si porta a quattro reti in campionato. Sul finale del primo parziale, gli emiliani provano a mettere la freccia sfruttando un calcio di rigore conquistato per fallo di Scalvini: l’estremo difensore in forza alla Dea riesce a intercettare la traiettoria, ma poi il VAR si mette di mezzo affermando che il rigore fa calciato nuovamente! Davanti al suo pubblico, il numero 29 originario di Rimini non si scoraggia e respinge anche il secondo tentativo di Pinamonti di andare a segno. Galvanizzata dal suo portiere, l’Atalanta scaccia definitivamente via la tensione nella ripresa: al 58’ Koopmeiners si fa servire da Holm una palla perfetta che deve solo appoggiare in porta. A chiudere i giochi ci pensa Scalvini che serve a Bakker la sfera del tris (e dell’undicesimo clean-sheet stagionale) rimandando la compagine di Dionisi alla sfida salvezza con l’Empoli.
LAZIO-BOLOGNA (1-2). Ma che campionato signori! Come all’andata, il Bologna di mister Thiago Motta vince contro la Lazio e continua a rimanere pari merito con l’Atalanta, in piena zona Europa. Probabilmente complice la stanchezza per l’impresa contro il Bayern e un Zirkzee che sta sempre più facendo parlare di sé, gli uomini di Sarri cadono all’Olimpico per 2-1. Ancora senza Rovella e Vecino, la formazione biancoceleste riesce a tenere in piedi un buon primo tempo, ma si deve arrendere al guizzo della punta olandese la cui “mitraglia” non perdona. Conscia della propria condizione fisica, i padroni di casa tentano di archiviare il match già nel primo parziale: al fischio d’inizio, subito il tridente d’attacco Isaksen-Immobile-Felipe Anderson scatta in avanti e centra il vantaggio al 18’ con un fraseggio tra il capitano e il suo compagno danese. Un pizzico di sfortuna incide sul risultato finale per una rete annullata proprio al centravanti azzurro al 13’, e – non appena i padroni di casa abbassano i ritmi di gioco – i rossoblù si fanno spazio: un errore di Provedel che accidentalmente passa il pallone a Fabbian si trasforma nell’occasione di El Azzouzi di firmare la sua prima rete stagionale. Nella ripresa gli ospiti cambiano decisamente marcia e riescono a diventare più offensivi: il guizzo finale lo trova proprio il numero 9 che ormai viaggia sempre più deciso verso la doppia cifra intercettando al volo un cross di Kristiansen. Se l’attacco felsineo fa miracoli, le retrovie non sono da meno: Skorupski e compagni ergono un muro davanti ai pali e conquistano l’ottavo clean-sheet di questa stagione.
UDINESE-CAGLIARI (1-1). Dopo quattro sconfitte consecutive, il Cagliari prova a rimettersi in carreggiata e conquista una lunghezza sul campo friulano: seppur a 19 punti, la formazione sarda sta impartendo una vera e propria lezione di vita alle avversarie da quando si è venuto a sapere che Ranieri avrebbe annunciato le dimissioni trovando però tutto lo spogliatoio a opporsi. Dall’altra parte della barricata c’è l’Udinese che sta tentando di mantenere una striscia di risultati positivi dopo l’impresa compiuta a Torino: davanti al proprio pubblico, Zemura si sblocca verso il quarto d’ora con un velo di Lucca che agevola il destro del zimbawese. Galvanizzati dal vantaggio, i bianconeri tentano nuovamente di insidiare i pali di Scuffet intorno alla mezz’ora, ma il colpo di testa del numero 17 termina out di poco. Sul finire del primo tempo, i rossoblù riescono a riportare la situazione in parità: un’accelerata di Gaetano pesca Augello che gli restituisce prontamente la sfera con cui battere Okoye. Nella ripresa, la formazione di Cioffi cerca in tutti i modi di strappare il bottino pieno al Cagliari il quale, però, riesce a mantenere inviolata la propria rete e conquistare un punto che è una boccata d’aria fresca. Per i friulani si tratta ora di tornare al lavoro in vista della trasferta a Genova, mentre il Cagliari si prepara a ospitare il Napoli.
EMPOLI-FIORENTINA (1-1). L’Empoli non molla! Nel derby toscano gli azzurri centrano il quinto risultato utile consecutivo e si portano a -1 da Frosinone e Udinese. L’arrivo di Nicola sulla panchina è stato un vero e proprio toccasana per Cerri e compagni che hanno retto benissimo l’urto con la Fiorentina. In casa viola, qualcuno si sta iniziando a preoccupare per l’andamento discontinuo che ha avuto la compagine nell’ultimo mese e i più temono per il posto in Europa: nonostante il quartetto d’attacco Gonzalez-Beltran-Sottil-Belotti, gli avversari riescono a gestire perfettamente una partita complicata schierandosi in un 3-4-2-1 che chiude ogni spazio in difesa. Il vantaggio ospite, infatti, arriva solo verso la mezz’ora: rimasti in 10 per un risentimento muscolare di Grassi, i padroni di casa si fanno beffare da Mandragora che pesca Grassi in area il quale deve solo girarsi e spedire il pallone in rete. Dal 46’, il mister ex-Salernitana inserisce Cancellieri e Niang, ed è proprio quest’ultimo a trovare la rete del pareggio: una trattenuta di Faraoni su Zurkowski si trasforma in un penalty con cui il numero 10 spiazza Terracciano. Alla disperata ricerca della vittoria, gli ospiti giocano in maniera disordinata e scomposta, riuscendo a intercettare lo specchio solo al 3’ di recupero: a dire di no, però, è Walukiewicz che si improvvisa portiere e rispedisce il pallone al mittente. Il duro lavoro dell’Empoli sta pian piano portando i suoi frutti e chissà cosa potrebbe succedere a Sassuolo, mentre la Fiorentina sa che deve chiedere di più a se stessa nella prossima lotta Champions con la Lazio.
FROSINONE-ROMA (0-3). Ancora Roma! Nella serata di domenica, i giallorossi vincono di nuovo il derby laziale e si dimostrano la bestia nera del Frosinone: l’ottima prestazione dei ciociari (e sicuramente, un pizzico di sfortuna) non basta per superare la corazzata giallorossa, la quale riapre la lotta Europa. Conscia di una situazione non troppo rosea, la formazione casalinga apre le danze con un primo tempo dominato: prima Soulé, poi Brescianini e infine Kaio Jorge fanno tremare i tifosi romani, ma non riescono a superare un immenso Svilar (che sostituisce Rui Patricio alla perfezione). Il primo squillo da parte dei capitolini arriva verso la fine del primo parziale: nel turnover in vista del ritorno col Feyenoord, De Rossi inserisce il neo-arrivato Huijsen che mette la sua firma con un colpo sulla trequarti che da fuoriclasse (e non a caso festeggia come Ronaldo). Dal 46’ in poi, il ritmo dei padroni di casa cala decisamente per anche per la frustrazione nei confronti di un pallone che proprio non vuole trovare la porta: al 71’, Azmoun sfrutta l’occasione di un tap-in e si porta a quota due gol stagionali. A chiosa di una partita a dir poco entusiasmante, Paredes spiazza totalmente Turati con un rigore che termina dalla parte opposta rispetto al portiere gialloblù e rimanda gli avversari alla trasferta piemontese.
MONZA-MILAN (4-2). Un risultato piuttosto inaspettato archivia la 25ª giornata: prendendosi una rivincita dallo scorso 17 febbraio, i biancorossi calano il poker contro un Milan che interrompe la sua striscia di vittorie. All’U-Power Stadium, dopo quasi due ore di lotta il Monza mette la freccia e sorpassa i diavoli per 4-2 salendo a quota 33 lunghezze in campionato. Con la testa già alla prossima sfida in Europa, i diavoli devono leccarsi le ferite dopo una sconfitta che è arrivata anche per aver giocato tutto il secondo parziale in 10: espulso per condotta violenta, Jovic lascia il campo al 52’ e per i padroni di casa questa diventa un’occasione da non perdere. Ma andiamo con ordine: dopo la sfida continentale, Pioli decide di lasciare in panchina tutte le sue principali bocche da fuoco a optando per l’ex-Fiorentina come punta. Dall’altra parte del campo, Palladino schiera anche un 4-2-3-1 con Djuric davanti a tutti che, intorno alla mezz’ora, manca di poco il vantaggio sul cross di Carboni. A sbloccare il tabellino ci pensa capitan Pessina che al 45’ mostra tutta la sua esperienza da rigorista spiazzando un portiere di livello come Maignan. In un primo tempo che sembra interminabile, la difesa ospite commette l’errore di lasciare Mota tutto solo, il quale ringrazia e, ricevendo palla da Colpani, raddoppia al 6’ di recupero. Nella ripresa, il mister parmense corre ai ripari inserendo Leao, Pulisic, Reijnders e Giroud e la sua idea funziona: al 64’ il francese ne combina un’altra delle sue e riapre i giochi con un destro che batte un neo-entrato Sorrentino. In un finale combattutissimo, il numero 11 americano riporta la situazione in parità all’88’, ma i padroni di casa danno la zampata finale con Bondo e poi proprio con Colombo, l’ex della partita.