L’ultimo atto della Serie A decreta l’assetto delle italiane che il prossimo anno andranno a competere per una coppa europea ma non dà un responso su chi sarà tra Spezia e Verona a salvarsi. Ai piani alti, grande soddisfazione per le meneghine, Napoli e Lazio, squadre che il prossimo anno accederanno ai gironi di Champions, mentre Roma e Atalant staccano il pass per l’Europa League. Rimane un punto di domanda sul destino della Juventus, tecnicamente qualificata per la Conference, ma le cui sorti sono in mano ai giudici sportivi.
SASSUOLO-FIORENTINA (1-3). Tre punti che valgono oro per i viola: conquistato l’8° posto in classifica, la Fiorentina sogna un posto in Europa per replicare l’impresa di quest’anno sperando nell’eventuale esclusione della Juventus dalla Conference. I numeri parlano chiaro: con 15 vittorie, i toscani hanno disputato un campionato strepitoso incorniciato dalla vittoria di venerdì sera contro il Sassuolo. Nella serata del Mapei, subito gli ospiti attaccano i neroverdi ma il primo tempo si conclude senza azioni degne di nota; la sfida si decide tutta nella ripresa con Cabral che sblocca il tabellino sulla respinta di Russo, arrivando così a siglare il suo 8° gol stagionale. A pareggiare i conti ci pensa il “solito” Berardi che non sbaglia il rigore conquistato dai padroni di casa per il fallo di mano dello stesso numero 9 viola, ma poi gli ospiti si riportano in vantaggio con la rete di Saponara dalla distanza. I neroverdi tentano la reazione per strappare almeno una lunghezza, ma Ruan commette il secondo fallo lasciando così i suoi in dieci e per i toscani diventa gioco facile trovare la terza rete: questa volta è Gonzalez che – servito sul secondo palo – salta più in alto di tutti imbucando di testa. Con il secondo cartellino rosso nel giro di un quarto d’ora, il Sassuolo termina il match in 9 non riuscendo a superare quota 45 in campionato, mentre sorride la Fiorentina, fiera dei suoi 56 tasselli.
TORINO-INTER (0-1). Terzo posto che ha un sapore dolceamaro per i tifosi nerazzurri i quali probabilmente si aspettavano di più dalla squadra che andrà a contendersi la Champions League contro il Manchester City. Tanto rammarico anche in casa granata per un 8° posto sfumato ma che fino a qualche settimana fa pareva così vicino: beffato in casa propria da Brozovic al 37’, il Torino non riesce più a essere offensivo nonostante i suoi ben 5 tiri in porta. Il 3-4-2-1 casalingo riesce a difendersi dagli attacchi del 3-5-2 avversario per tutta la prima mezzora e comunque – complice il turnover di Inzaghi – non subisce ulteriori reti lasciando aperta la possibilità del pareggio, mai arrivato, fino al triplice fischio arbitrale: termina così la stagione granata, mentre il destino dell’Inter è ancora tutto da scrivere.
CREMONESE-SALERNITANA (2-0). «Non esco da una settimana e anche questa sera resto a casa c’è Cremonese – Salernitana» canta il rapper torinese Willie Peyote nel suo ultimo singolo e, effettivamente, allo Zini questa sfida si è conclusa con un risultato tutt’altro che scontato. Se i granata sono spesso stati una spina nel fianco delle big di quest’anno –annullando la festa scudetto al Napoli – la mancanza di Dia (ancora out per infortunio) infonde coraggio al 3-5-2 di casa già avanti al 26’: in area nemica Bonaiuto subisce fallo e, dopo il check al VAR, l’arbitro stabilisce il penalty che annulla il clean-sheet granata; qualche minuto dopo Candreva prova a rimettere in gioco i suoi ma Sarr rimane attento su qualsiasi pallone finisca sui piedi degli attaccanti campani. A incorniciare la vittoria ci pensa Tsadjout a 2’ dalla fine dei tempi regolari con un sinistro dal limite dell’area che supera nuovamente Ochoa: termina a quota 27 il viaggio della Cremonese, mentre la Salernitana chiude la sua stagione al 15° posto.
EMPOLI-LAZIO (0-2). Dopo un finale di stagione piuttosto complicato, l’Empoli chiude con una sconfitta ma al Castellani la gioia per la salvezza è enorme con i tifosi azzurri a incoraggiare i propri beniamini per tutti i 90’ di gioco; secondo posto invece meritatissimo per gli uomini di Sarri che blindano la qualificazione alla Champions e il +2 sull’Inter. Gli 11 tiri in porta degli ospiti danno i loro frutti e così, a fine gara, il tabellino recita 2-0 per la Lazio: nel primo tempo i biancocelesti tentano più volte di violare la porta di Vicario, ma il match si sblocca solo al 48’. L’1-0 è firmato Romagnoli che – sugli sviluppi di un calcio d’angolo – salta più in alto di tutti insaccando il pallone di testa, ma a mettere il risultato in cassaforte è Luis Alberto con un gran tiro dalla lunetta che consegna ai suoi 74 punti stagionali.
NAPOLI-SAMPDORIA (2-0). Giornata di festa ma anche di addii: davanti al proprio pubblico il Napoli festeggia il suo terzo scudetto (il primo senza Maradona) ma il mondo dello sport saluta il grande Fabio Quagliarella, pietra miliare del calcio italiano. Al Maradona, il sipario si alza con il conferimento dei premi individuali a Spalletti, Kim, Osimhen e Kvaratskhelia rispettivamente migliori allenatore, difensore, attaccante e giocatore dell’anno. La partita di domenica pomeriggio è una passerella per i partenopei che non lasciano spazi alla Sampdoria e sbloccano il risultato al 64’ grazie al “solito” numero 9 nigeriano. Nonostante i padroni di casa rimangano in 10 per infortunio, il possesso palla dell’oltre 73% premia gli azzurri di nuovo a segno con Simeone, autore di un tiro imprendibile per Turk. Dopo il triplice fischio, il podio si tinge d’azzurro per il Napoli che ha compiuto una vera e propria impresa.
ATALANTA-MONZA (5-2). A un soffio dall’8° posto, il sogno sfugge di mano al Monza che deve arrendersi per 5-2 davanti a un’Atalanta a dir poco suprema: ancora in lotta per non finire in Conference, la Dea aggancia l’Europa League portandosi al quinto posto a quota 64. Sotto il diluvio di Bergamo la sfida si sblocca già al 12’ con Koopmeiners – vero protagonista dell’incontro – il quale, servito da Maehle vicinissimo ai pali sorvegliati da Di Gregorio, imbuca al volo un gran pallone di testa. Verso la fine del primo tempo, la difesa brianzola commette una leggerezza e Izzo si fa sfuggire il pallone che, recuperato dal centrocampo bergamasco, termina nuovamente in rete grazie al numero 7 olandese. A 6’ da inizio ripresa, Colpani prova a smuovere i suoi con un mancino da fuori area, ma le chances di riaprire il match si infrangono quando al 70’ Marlon viene espulso per un’entrata troppo violenta che infonde nuovo coraggio ai padroni di casa i quali calano il tris con Hojlund al 74’. Nell’ultimo quarto d’ora Koopmeiners va ancora a segno con un un tiro a pochi metri dal centrocampo davanti al quale il 4-2 firmato Petagna serve a poco. A chiudere in bellezza ci pensa Muriel che al 90’+2’ scaglia un destro imprendibile che consegna il 5-2 ai suoi.
UDINESE-JUVENTUS (0-1). Finale di stagione dal sapore amarissimo per gli uomini di Allegri che – a causa della penalizzazione – non solo perdono il pass per la Champions, ma anche per l’Europa: non basta la vittoria alla Dacia Arena per sorpassare la Roma che rimane a +1 sui bianconeri. Sorrisi a denti stretti anche per i friulani il cui 3-4-2-1 non è riuscito a scalfire il clean-sheet piemontese, un risultato che condanna i padroni di casa alla quarta sconfitta consecutiva e il rispettivo 12° posto in classifica. Al fischio d’inizio i padroni di casa scattano in avanti e già al 3’ si rendono pericolosi con Beto che però manda alto: tuttavia la grinta della compagine guidata da Sottil è sufficiente per arginare gli attacchi della Vecchia Signora che al 30’ manca di poco il vantaggio per un tiro di Milik che colpisce la traversa. Nella ripresa anche la Juventus spreca molto con un pallone mandato esterno da Rabiot e Cuadrado che spedisce sopra il legno, ma a mettere una pezza ci pensa Chiesa che al 68’ torna a segnare dopo tanto tempo. Per tutto il resto del match gli ospiti tentano il raddoppio per mettere al sicuro il risultato ma il triplice fischio arbitrale consegna l’1-0 agli ospiti.
LECCE-BOLOGNA (2-3). Partita che si è decisa all’ultimo minuto di recupero e che ha regalato non pochi batticuori ai tifosi di entrambe le squadre: il pareggio del Lecce all’88’ sembrava aver stabilito il risultato finale, ma poi Ferguson ha riaperto il match; al Via Del Mare il Bologna beffa il Lecce e conquista 54 punti, arrivando così a superare di gran lunga i 46 dello scorso campionato. Va comunque sottolineata la grande annata dei giallorossi che da neo-promossi sono riusciti a salvarsi alla penultima giornata e che ancora calcheranno le scene della Serie A: contro i rossoblù, i padroni di casa partono all’attacco andando a impensierire Skorupski dopo appena 40” e siglando il gol del vantaggio un quarto d’ora più tardi. Nella prima frazione i ritmi restano però tutto sommato bassi con gli emiliani poco decisivi, ma è la ripresa a decidere le sorti del match: rientrato da poco dall’infortunio, Arnautovic segna di testa la sua 10ª rete stagionale facendo esplodere di gioia i tifosi in trasferta. All’81’ Zirkzee aggiunge il suo nome alla lista dei marcatori ma 7’ dopo Oudin riporta la situazione in parità: a decidere il risultato finale sono il grande lavoro del portiere felsineo (che evita di subire nuovamente) e il numero 19 rossoblù che con un destro potentissimo cala il tris.
MILAN-VERONA (3-1). Domenica sera da pelle d’oca per i tifosi rossoneri che hanno assistito al ritiro di Ibrahimovic: al termine della sfida col Verona, il calciatore svedese ha salutato il mondo del calcio giocato tra le lacrime del pubblico di casa (sugli spalti e in campo). La vittoria contro gli scaligeri consegna definitivamente il quarto posto al Milan a scapito dei gialloblù che l’11 giugno andranno spareggiare con lo Spezia il posto in Serie A. Dopo un inizio di partita piuttosto concitato, è Giroud a sbloccare il tabellino spiazzando Montipò su rigore il quale si butta totalmente dall’altra parte. Grande prestazione – e coraggio – da parte di Maignan che poco dopo anticipa in scivolata su Ngonge, pericoloso al limite dell’area rossonera, suonando la carica per i suoi. Il Verona non demorde e trova il pareggio con Faraoni al 72’ il quale di testa batte il portiere della Nazionale francese, ma la gioia dell’1-1 dura poco perché Leao decide di alzare la voce all’85’ spedendo il pallone dell’angolino. La ciliegina sulla torta è ancora firmata dall’attaccante portoghese che sigla la sua personale doppietta dopo aver dribblato tutta la difesa avversaria.
ROMA-SPEZIA (2-1). Contemporaneamente a Milan-Verona, si è giocata l’altra sfida salvezza ma anche questa volta la squadra a rischio non ha portato a casa un risultato utile: il 2-1 all’Olimpico di Roma condanna lo Spezia ma fa volare alto la Roma che reagisce bene alla sconfitta europea chiudendo in bellezza il campionato. Va comunque sottolineata l’ottima prestazione dei bianconeri – già in vantaggio al 6’ con Nikolaou – che sono riusciti a mantenere un risultato utile fino al 90’+1’ quando sono stati beffati dal 2-1 firmato Dybala. Decisi a trovare un posto in Europa League anche il prossimo anno, i giallorossi reagiscono arrivando poi a un totale di 19 tiri finali: al 43’ i capitolini pareggiano i conti grazie a Zalewski il cui tiro viene deviato in porta da Bove. La ripresa si gioca a ritmi altissimi con azioni incisive da entrambe le parti ma a spuntarla è la Joya, grande protagonista del tempo, che sale a 12 gol stagionali archiviando così il campionato di Serie A 2022/2023.