Il calcio italiano torna a prendersi la scena. Il derby di Milano è stato uno degli spettacoli più belli degli ultimi anni, a conferma della crescita di un movimento che in Italia sembrava essere in declino. Un bel segnale per chiunque, perché finalmente anche da fuori ricominciano a interessarsi al nostro prodotto. Il più felice di questa notizia non può che essere Roberto Mancini, presente sugli spalti di San Siro per assistere alla stracittadina milanese.
Il ct della Nazionale si può godere i talenti che prenderanno parte al prossimo Europeo, con la consapevolezza che dopo anni di buio finalmente questa estate ci si potrà divertire. E il merito in gran parte è suo. Mancini ha avuto il coraggio di cambiare, di tagliare con il passato e di puntare tutto sulla nuova generazione, su quei ragazzi che da un paio di stagioni a questa parte si stanno prendendo la scena.
L’Italia che si presenta agli Europei, quindi, è una squadra giovane, affamata e con la voglia di spaccare il mondo. Non partiamo certo favoriti, ma daremo del filo da torcere a chiunque. E siamo sicuri che anche le nazionali più quotate preferiranno evitarci.
Dove può piazzarsi, quindi, l’Italia di Mancini? In un’ipotetica griglia di partenza, davanti a noi abbiamo quattro squadre: Francia, Spagna, Belgio, Germania. Un gradino sotto troviamo Croazia, Inghilterra e Portogallo, che sulla carta partono al nostro stesso livello.
Fondamentale sarà iniziare con il piede giusto. Gli azzurri debutteranno il 12 giugno contro la Turchia, incontro che si disputerà a Roma. Mancherà uno che all’Olimpico è di casa, Nicolò Zaniolo. Il fantasista giallorosso, infortunatosi lo scorso 12 gennaio nel match contro la Juventus, starà fuori per circa sei mesi e si perderà quindi tutto il torneo.
Per il resto, salvo sorprese Mancini potrà contare sulla rosa al completo. Un roster di 23 giocatori che rappresenteranno ogni parte d’Italia. Una novità questa, perché se in passato la Nazionale era formata da una maggioranza di giocatori provenienti dalla stessa squadra (il blocco Juve è solo l’ultimo di una serie di esempi), il nuovo corso è molto più equilibrato. Massimo tre calciatori per società, quasi tutte e venti le squadre di Serie A chiamate in causa. Un bel dato, che conferma ancora una volta la bontà del lavoro che in questi anni è stato portato avanti dal ct e dalla federazione, con l’obiettivo di uscire dal peggior momento della storia della Nazionale.
Un’Italia tutta italiana, quindi. Ma è anche vero che in questo modo, schierando giocatori di squadre diverse, servirà molto lavoro per rendere il gioco il più fluido possibile. Ecco che allora la Figc ha ufficializzato quattro gare che serviranno al ct per arrivare all’esordio contro la Turchia nella miglior condizione possibile.
Si comincia il 27 marzo, a Wembley contro l’Inghilterra. Il 31, invece, Verratti e compagni voleranno in Germania, a Norimberga, dove affronteranno la Mannschaft. Poi spazio al campionato, al termine del quale gli azzurri torneranno in campo contro il San Marino venerdì 29 maggio a Cagliari. Ultimo incontro al Dall’Ara di Bologna il 4 giugno, avversaria la Repubblica Ceca.
Quattro amichevoli, poi si farà sul serio. Detto del debutto contro la Turchia (12 giugno), l’Italia nel girone se la vedrà anche contro la Svizzera (17 giugno) e il Galles di Gareth Bale (21 giugno). Un gruppo tutt’altro che impossibile, che dovrà fungere da trampolino di lancio verso una fase finale importante.
Ma è ancora presto per pensarci. Mancini intanto può godersi i frutti del proprio lavoro, con la speranza sempre più viva di poter giocare un Europeo da protagonista. Donnarumma, Barella, Sensi, Orsolini, Pellegrini, Castrovilli e Chiesa sono tutti giovani che stanno vivendo un’ottima stagione. A questi si aggiungono veterani come Bonucci e Chiellini, lo stesso Verratti, Insigne e quel Ciro Immobile che è atteso dalla definitiva consacrazione anche in Nazionale.
Il materia, insomma, non manca. A Mancini il compito di far dimenticare i recenti fallimenti e riportare l’Italia dove merita di stare, provando ad alzare un trofeo che manca dal 1968.