NAPOLI-TORINO (1-1). L’anticipo di venerdì sera racconta di una grande stagione del Torino che nel campionato 2023/2024 non si è mai fatto sconfiggere dal Napoli: i nuovi schemi di Calzona, che favoriscono largamente i movimenti di Osimhen e Kvaratskhelia, non sono abbastanza per gli azzurri che, in casa, pareggiano contro i granata. Il risultato finale non racconta però di una sfida combattutissima, con i partenopei velenosissimi fin da subito grazie a Politano seguito a ruota dal suo compagno georgiano numero 77: nonostante un’infermeria piemontese ancora piena di difensori, Milinkovic-Savic si prende tutte le responsabilità del caso ed erge un muro davanti ai suoi pali e anche l’ex-Zapata prova a mettersi in luce con un tiro da fuori area al 28’ che, tuttavia, Meret respinge in corner.
Una gara infuocata si sblocca solo al 61’ con la rete del classe 2001 in forza ai padroni di casa: dai suoi piedi incomincia la costruzione dell’azione vincente con uno scatto sulla fascia che intercetta Mario Rui che – a sua volta – gli rispedisce un assist perfetto. Punto nell’orgoglio, nel giro di 2’ Sanabria pareggia con una rete che rimarrà nella storia del club: il tentativo della difesa campana di allontanare la palla dalla rete non fa altro che fornire la volée perfetta per il paraguaiano il quale si coordina in una splendida rovesciata. Con un punteggio di nuovo in parità, il c.t. della nazionale slovacca prova a inserire nuove energie con Traorè, Raspadori e Olivera (tenuti a riposo in vista delle prossime sfide con Barcellona e Inter) ma il forcing casalingo, ancora una volta, si infrange contro l’estremo difensore serbo che manda i suoi a quota 38.
SASSUOLO-FROSINONE (1-0). Il lunch-match di sabato fa la fortuna di un Sassuolo che non vinceva ormai dallo scorso 6 gennaio: la rete di Thorstvedt è come una manna dal cielo per i neroverdi che rimangono sempre penultimi, ma trascinano in zona retrocessione un Frosinone sempre più in crisi. La quarta sconfitta in cinque giornate penalizza moltissimo i ciociari che sembrano aver perso la bussola della situazione: tra infortuni vari e un Kaio Jorge pallido rispetto al girone d’andata, per Soulé e compagni il rischio è di tornare a giocare nella categoria inferiore. La decisione di Ballardini di schierare la coppia Pinamonti-Defrel supportata da un centrocampo a quattro fa sì che le statistiche raccontino di un possesso palla maggiore da parte degli ospiti, sebbene siano i padroni di casa ad avventurarsi più spesso nella metà campo avversaria. Con niente da perdere, ma tanto da guadagnare, gli emiliani crescono di volta in volta durante il match evitando che Ghedjemis (arrivato dal Rouen) riesca a rendersi pericoloso. A partire dal 45’, al Mapei la sfida si ravviva: prima un check del VAR annulla un rigore per i laziali e poi il centrocampista danese in forza ai neroverdi imbuca il pallone vincente grazie all’assist precisissimo di Racic. Nonostante le occasioni per riaprire la sfida (e magari portarsi a casa una lunghezza) che si presentano ai ragazzi di Di Francesco, Lirola si mangia il gol del’1-1 e proprio il numero 9 brasiliano sbaglia il rigore assegnatogli al 90’, condannando i suoi a tentare di vincere il derby contro i biancocelesti.
CAGLIARI-SALERNITANA (4-2). Che partita all’Unipol Domus! Due mesi dopo che Ranieri aveva tentato di dare le dimissioni al “suo” Cagliari – trovandosi tutto lo spogliatoio contrario – i sardi riescono finalmente a mettere due lunghezze tra sé e la zona retrocessione. La vittoria contro una Salernitana che si andrà a godere le ultime dieci sfide nel massimo campionato è frutto di un lavoro di una squadra che non si è mai veramente arresa. Chi sembra ormai aver alzato bandiera bianca è proprio la formazione granata che non ingrana tre punti dal 25 novembre dello scorso anno. In terra sarda, i padroni di casa scendono in campo con un 4-4-1-1 con Gaetano e Lapadula come riferimenti in attacco e subito il numero 9 dimostra di essere quello di un tempo segnando dopo appena 12 giri di lancette. Una frazione giocata a livelli intensissimi si chiude sul raddoppio dei rossoblù che, grazie al loro prestito dal Napoli, capitalizzano una ripartenza guidata da Nandez. Nella ripresa gli isolani tentano di mettere subito il risultato in cassaforte calando il tris con Shomurodov, ma Kastanos riapre i giochi: il cipriota classe 1998 non fa prigionieri e segna sul capolavoro regalatogli da Zanoli. Due minuti più tardi, anche Maggiore si unisce alla festa con la rete del 3-2 siglata sul corner di Candreva come assist. Decisi a non farsi recuperare, i campioni d’Italia nella stagione 1969-1970 chiudono i giochi grazie al loro classe 1995 che, di destro, beffa Ochoa per la quarta volta.
BOLOGNA-INTER (0-1). Dopo il pareggio dell’andata e la sconfitta in Coppa Italia (per non parlare di quella sconfitta di due anni fa in cui il Biscione si era giocato lo scudetto), era palese che i primi (e unici) candidati al tricolore sarebbero arrivati a Bologna con il coltello tra i denti: e così è stato; solo i nerazzurri, infatti, sono riusciti ad arginare la cavalcata spettacolare degli uomini di Motta facendoli rimanere a -7 dalla Juventus. La tattica di mantenere Lautaro in panchina in vista della delicatissima giornata di ritorno contro l’Atletico non favorisce comunque i rossoblù che, anzi, nel primo parziale sono piuttosto succubi del tandem Thuram-Sanchez. A salvare più volte i suoi, però, è sempre Skorupski che chiude la strada a Darmian e Barella; a sfuggire ai guantoni del portiere polacco è solo Bisseck che centra la seconda rete stagionale sull’assist di Bastoni. Nella ripresa i ritmi si abbassano notevolmente con un’Inter che decide di mantenere un giro palla senza esporsi troppo facendo così terminare la sfida sull’1-0. Nonostante la posizione in classifica, i felsinei sono inseguiti da Roma, Atalanta e Napoli sperando che l’infortunio di Zirkzee (rimediato verso la fine dei tempi) non comprometta la trasferta a Empoli.
GENOA-MONZA (2-3). Il sabato della Serie A si conclude con una prestazione di livello del Monza che all’ultimo secondo conquista il bottino pieno e si riporta nella parte sinistra del tabellone: la terza vittoria in cinque giornate è firmata da Maldini, ancora una volta protagonista di una prestazione superba, come tutto il gruppo biancorosso, del resto. Da parte loro, anche i padroni di casa dimostrano la loro forza riportando in parità il risultato, ma, appunto, vengono beffati proprio sul finale dei giochi e dovranno contare sulla trasferta all’Allianz per provare a macinare altri punti.
Al Ferraris, è capitan Pessina ad aprire le danze, entrando nell’elenco dei marcatori dopo appena 8’ di gioco: alla prima occasione utile, Colpani fa da sponda al suo compagno il quale non ha problemi a imbucare la quinta rete stagionale; non contenti, gli ospiti raddoppiano 10’ più tardi grazie all’eurogol di Dany Mota: la sforbiciata al volo del portoghese è un capolavoro che infonde ancora più speranza nei suoi. Al 46’, Gilardino opta per inserire Spence, Carvalho e Malinovskyi, ma è Gudmundsson ad annullare il clean-sheet di Martinez: dagli 11 metri, il suo destro inizialmente viene intercettato da Di Gregorio, ma poi l’islandese non ha problemi a capitalizzare in porta. Verso la metà del parziale, Vitinha si unisce alla festa rossoblù riportano il risultato in parità con un sinistro che non perdona una disattenzione della difesa avversaria. A mettere un punto alla questione è il numero 27 ex-Milan che insacca agevolmente la sfera a seguito di una deviazione su un tiro di Carboni: per i brianzoli, ora, non costa nulla sognare di terminare “almeno” decimi.
LECCE-VERONA (0-1). È l’Hellas ad aggiudicarsi l’importantissima sfida salvezza contro il Lecce, frapponendo due lunghezze tra sé e la zona retrocessione, mentre i salentini hanno solo un punto a proteggerli dalla zona rossa. In un match infuocato (al fine del quale è scoppiata anche una rissa) l’unica rete viene firmata da Folorunsho, il quale sembra aver fatto dell’andare in porta una (bella) abitudine: il carisma di un mister come Baroni è stato fondamentale per tirare i gialloblù fuori dal pantano inanellando il quarto risultato utile in cinque giornate. Al Via del Mare, D’Aversa (in quella che sarà la sua ultima panchina giallorossa) schiera il tridente Almqvist-Krstovic-Banda che, tuttavia, è molto sfortunato: tra traverse scheggiate e acrobazie di Montipò, i padroni di casa sono destinati a rimanere a bocca asciutta. D’altro canto, è proprio il classe 1998 a risolvere la situazione per i suoi con un tiro da fuori area che, deviato da Baschirotto, termina nelle maglie della rete. Nella ripresa, il direttore di gara si trova a dover ammonire moltissimi giocatori in campo per gli animi nervosi: appena dopo il triplice fischio, scoppia un battibecco tra Pongracic ed Henry si trasforma in un vero e proprio alterco con D’Aversa a intervenire addirittura rifilando una testata allo stesso attaccante gialloblù. La società pugliese, delusa dal gesto, esonera lo stesso mister di lì a poco e per i Salentini ora la situazione si fa ancora più grigia.
MILAN-EMPOLI (1-0). Basta la rete di Pulisic per mettere in cassaforte tre punti d’oro e volare direttamente al secondo posto: il sorpasso del Milan sui colleghi bianconeri ha un sapore dolcissimo, mentre la sconfitta rimediata a San Siro rimanda i toscani a solo +1 dalla zona retrocessione. Dopo la sfida in Europa di giovedì, Pioli opta per far riposare Giroud e non può contare su uno squalificato Leao, mentre Nicola deve far fronte a un centrocampo particolarmente infortunato inserendo Maleh, Fazzini e Pezzella. Sebbene entrambe le frazioni siano dominate dai padroni di casa, gli stessi rossoneri non riescono ad andare oltre l’1-0 contro gli azzurri, complice un ottimo Caprile tra i pali che si fa beffare solamente una volta. Davanti al pubblico meneghino, la sfida si sblocca solo al 40’ grazie all’ottima visione di gioco di Okafor che intercetta il suo compagno 11 abilmente smarcatosi dalla difesa avversaria. Nella ripresa, i ritmi di gioco si abbassano notevolmente, complice un Milan che non vuole rischiare di esporsi troppo per non perdere lunghezze importanti, rimandando l’Empoli ad ospitare il Bologna.
JUVENTUS-ATALANTA (2-2). In una serata straordinaria, Koopmeiners consegna ai suoi una lunghezza importantissima in chiave europea, mancando di pochissimo il bottino pieno: all’Allianz, Gasperini scende in campo con un 3-4-1-2 che dà molto filo da torcere agli avversari, orfani di Rabiot, Alcaraz e Vlahovic. Per la Juventus, invece, la situazione inizia a complicarsi: con una sola vittoria nelle ultime cinque giornate, gli uomini di Allegri scalano al terzo posto e nelle prossime 10 giornate dovranno cercare di fare decisamente meglio se non vogliono rischiare di dover nuovamente rinunciare alla Champions. A Torino, subito i padroni di casa partono all’attacco con Miretti e McKennie scatenati, ma è la Dea ad andare in porta per prima: verso la mezz’ora, Pasalic serve perfettamente il suo compagno olandese che piazza un mancino nell’angolino dove Szczesny non può arrivare. Nella ripresa, non mancano i duelli tra Chiesa e Scamacca, entrambi decisi ad andare a segno, ma è Cambiaso a prendersi la gloria: lo schema dei piemontesi imbuca un pallone perfetto per il classe 2000 il quale deve solo appoggiare in porta. Nel giro di 4’, al 70’ la Vecchia Signora si porta per la prima volta in vantaggio: ancora una volta l’azione vincente parte dai piedi del numero 16 statunitense che intercetta Milik il quale ringrazia e segna la terza rete in campionato. Feriti nell’orgoglio, i bergamaschi ripartono subito all’attacco e di nuovo l’ex-AZ fa impazzire i suoi tifosi con un tiro rasoterra che spiazza il portiere polacco. Sul finire dei tempi, gli uomini di Allegri cercano qualcosa in più ma prima Gatti non riesce a intercettare un cross del suo compagno numero 7 e poi Kean manca di poco la rete del vantaggio perché ostacolato dal suo stesso difensore! L’Atalanta gioisce e si prepara al ritorno contro lo Sporting.
FIORENTINA-ROMA (2-2). All’ultimo secondo, Llorente salva la striscia di risultati positivi della Roma ed evita il sorpasso da parte dell’Atalanta: la domenica della Serie A si chiude con un pareggio che dice poco di una sfida all’ultimo sangue tra due grandi formazioni. La sfida si apre con la rete spettacolare di Ranieri al 18’ il quale si smarca alla perfezione e spedisce tra i pali il cross di testa da parte di Gonzalez: una Fiorentina veramente on fire nel primo parziale non riesce a mettere in cassaforte il risultato, complice un’ottima prestazione da parte della difesa capitolina. Dal 46’ in poi, i giallorossi scendono in campo con un altro atteggiamento e, se Terracciano salva alla perfezione su un tiro di Cristante, nulla può contro Aouar che spunta al posto giusto e al momento giusto sull’assist di Dybala. I padroni di casa non ci stanno e al 69’ tornano a dominare con Mandragora che si coordina alla perfezione sulla sponda offertagli dal “Gallo” e trova il raddoppio per i suoi. Nonostante l’ottima prestazione, i viola mancano il raddoppio all’80’ quando Biraghi si mangia l’occasione del 3-1 dal dischetto facendosi ipnotizzare da Svilar il quale dice di no al numero 3 avversario. Durante l’ultima azione disponibile, il prestito dal Leeds Utd intercetta il suggerimento di Ndicka, condannando i toscani a un risultato che lascia dell’amaro in bocca in vista della sfida contro il Maccabi. Sorridono, invece, Lukaku e compagni, pronti alla sfida di ritorno col Brighton.
LAZIO-UDINESE (1-2). A seguito della terza sconfitta consecutiva (la 12ª stagionale), Sarri ha deciso di dimettersi da tecnico dei biancocelesti: la pessima prestazione contro una squadra che sta lottando per non retrocedere è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nel posticipo di lunedì sera, l’Udinese stacca il biglietto da tre punti e si porta a -5 dal Genoa, tirando un (temporaneo) sospiro di sollievo. All’Olimpico di Roma, la sconfitta in Champions brucia ancora tantissimo per gli aquilotti che non riescono a pensare lucidamente: prima uno sfortunatissimo Zaccagni colpisce il palo, poi Luis Alberto manca di poco lo specchio. Vedendo gli avversari in difficoltà, i bianconeri salgono di livello e vanno a insidiare l’area di Provedel, la cui porta però rimane inviolata per tutto il primo parziale. Il punteggio finale si decide tutto nei primi 5’ della ripresa: Lucca, dopo dieci giornate a secco, torna a splendere grazie all’assist di Kamara. Due minuti più tardi, i friulani sbagliano tutto quando, per errore, Giannetti imbuca tra i pali amici un cross del numero 20. A metterci una pezza arriva subito Zarraga: il secondo gol stagionale del centrocampista spagnolo arriva grazie al cross di Thauvin su cui l’ex-Bilbao non può sbagliare. Nel disperato tentativo di conquistare per lo meno una lunghezza, i padroni di casa giocano un restante parziale pieni di ansia, ma il 2-1 finale li fa rimanere al nono posto.