Primo bottino pieno per Frosinone e Monza. Pareggio amaro per Juventus e Fiorentina, ancora bene le milanesi.
FROSINONE-ATALANTA (2-1). Gasperini ci aveva visto lungo quando, durante la conferenza stampa di venerdì scorso, aveva presentato così la sfida: “Andremo a giocare con il Frosinone con grande attenzione perché sarà una gara molto combattuta” e così è stato. Anzi, nell’esordio casalingo i laziali hanno sconfitto per 2-1 una Dea che per 6 volte ha tentato il gol ma 5 si è scontrata con la difesa gialloblu. Prestazione sontuosa per gli uomini di Di Francesco che – già in pericolosi contro il Napoli – vincono la loro prima sfida della stagione grazie a un attacco incisivo coordinato con una difesa impenetrabile. Ad appena 5’ dal fischio dell’arbitro, subito Harroui fa gioire il suo pubblico: sfruttando un buco nella difesa bergamasca, il centrocampista ex-Sassuolo riceve palla da Marchizza e batte Musso di destro. I padroni di casa riescono a mantenere alti gli scudi e a evitare il pareggio grazie agli ottimi interventi di Cerofolini il quale infonde coraggio ai suoi che siglano il 2-0 allo squillare del 24’ (Monterisi). La rete del classe 2001 galvanizza ancora di più la squadra che, nonostante il gol del numero 91 avversario e un possesso palla dell’appena 36%, mantiene il risultato sul 2-1 fino al triplice fischio arbitrale.
MONZA-EMPOLI (2-0). Presto dimenticata la sconfitta contro l’Inter, il Monza volta pagina contro un Empoli che fatica, e non poco, in questo avvio di campionato. Tornati allo U-Power Stadium, i brianzoli vengono trascinati da Colpani – 4 reti nella scorsa stagione in 27 presenze in maglia biancorossa. Sul finire di un primo tempo a ritmi altissimi, il 24enne originario di Brescia scarta Gyasi in area avversaria e, tutto solo, batte Perisan. Nella ripresa gli ospiti tentano la reazione capitanati da Marin e Caputo, ma è di nuovo il Monza a far male: il suo centrocampista sigla una doppietta sul cross di Ciurria consegnando ai suoi tre punti d’oro. La fiammata finale dei toscani non impensierisce Di Gregorio, attento su ogni pallone e a conquistare il primo clean-sheet stagionale.
VERONA-ROMA (2-1). Inizio stagione da incubo per i giallorossi, ancora in difficoltà ma questa volta anche senza punti: la trasferta a Verona è un boccone amarissimo da mandar giù e ai più sembra che solo l’arrivo di Lukaku potrebbe aiutare a trovare il bandolo della matassa. Da incorniciare, invece, le prime due partite degli scaligeri che – dopo la vittoria a Empoli – superano anche la Roma portandosi a quota 6. Dopo appena 4’ di gioco, Terracciano spedisce un missile verso la porta avversaria: Rui Patricio respinge ma il pallone finisce sui piedi di Duda che ringrazia e segna la sua prima rete in maglia gialloblu. I giallorossi, recuperati Dybala e Pellegrini, mettono pressione ai padroni di casa ma si ritrovano a subire al 3’ di recupero della prima frazione: in un contropiede, il numero 33 scatta verso i pali giallorossi e serve Ngonge che segna il 2-0 per i suoi. Tanta sfortuna per il capitano degli ospiti – avvantaggiati dall’essere in 11 contro 10 a partire dall’84’ – che per 3 volte si avvicina al gol ma trova sempre il legno avversario a dire di no.
MILAN-TORINO (4-1). Sabato sera da cancellare per gli uomini di Juric, travolti dalla furia rossonera a San Siro. Davanti al pubblico del Meazza, i Diavoli calano il poker contro un Torino che mano a mano si spegne. Il primo gol dei padroni di casa è firmato Pulisic: già a segno contro il Bologna, lo statunitense ex-Borussia e ex-Chelsea fraseggia con Cheek fino a trovare l’imbucata che batte Milinkovic-Savic. Subito i piemontesi rispondono con Schuurs che pareggia i conti girandosi al volo su suggerimento di Ricci. Dal 40’ in poi è però dominio Milan: Buongiorno commette una leggerezza nella propria area e, colpendo il pallone con la mano, consegna il rigore a Giroud che spiazza il portiere granata con un tiro angolato. Nel 2’ di recupero del primo tempo, anche Hernandez (4 gol in 32 presenze lo scorso anno) aggiunge il suo nome alla lista dei marcatori di giornata: sfruttando una difesa avversaria troppo lenta, il terzino francese beffa l’estremo difensore con un pallonetto che vale il tris. A siglare il 4-1 ci pensa di nuovo il mancino francese numero 9 capitalizzando un penalty conquistato (non senza le proteste dei torinesi) per un pestone di Schuurs ai danni di Leao: con una finta, l’attaccante spedisce alla destra del portiere serbo facendo esplodere di gioia tutto lo stadio.
JUVENTUS-BOLOGNA (1-1). Tanto cuore e tanto Bologna non bastano per strappare il risultato da tre punti all’Allianz, complice un intervento di Ndoye su Iling che però non viene giudicato rigore per i rossoblù. Nel capoluogo piemontese, i felsinei provano a rialzare la testa dopo la brutta sconfitta contro il Milan riuscendo a mantenere il vantaggio per quasi un’ora: dopo un’azione di Zirkzee particolarmente pericolosa, gli emiliani conquistano l’1-0 grazie a Ferguson che segna la prima rete stagionale (24’). Vicino alla doppietta verso la mezz’ora, il Bologna inizia ad accusare la stanchezza verso la seconda metà della ripresa: all’80’, Vlahovic (complici gli avversari innervositi da quel penalty non assegnato) spedisce tra i pali di Skorupski di testa conquistando un 1-1 che non accontenta nessuno.
FIORENTINA-LECCE (2-2). Domenica sera incorniciata da una rimonta al cardiopalma: all’Artemio Franchi i padroni di casa, dopo un primo tempo dominato, si fanno recuperare di due gol dai colleghi leccesi. Troppe imprecisioni e, forse, troppa leggerezza nel pensare di avere già i tre punti in mano da parte degli uomini di Italiano che ora salgono a sole 4 lunghezze. I viola partono forti del poker al Luigi Ferraris e iniziano a compilare il tabellino con Gonzalez il quale, davanti a Falcone, salta più in alto di tutti beffando la difesa giallorossa. Una ventina di minuti dopo è il turno di Duncan che, tuffandosi, porta i suoi sul 2-2; tanta sfortuna per il centrocampista ghanese (l’anno scorso a segno una sola volta in 25 presenze): a 3’ dal break, calcia un sinistro fortissimo che però colpisce il legno. Nella ripresa, il Lecce si rende pericoloso e riapre i giochi grazie a Rafia: sfruttando una disattenzione di Arthur, il trequartista tunisino si avventa sul pallone e annulla il clean-sheet avversario. Bastoni e compagni compiono poi un vero e proprio miracolo: nonostante il pressing dei fiorentini, trovano un buco per servire Krstovic che, di testa, conquista la quarta lunghezza per i pugliesi.
LAZIO-GENOA (0-1). Ancora Lazio, ancora male: dopo la sconfitta contro il Lecce, gli uomini di Sarri non riescono più a orientarsi e capitolano in casa contro il Genoa. Forse la foga di mettere subito un punto al match, forse l’ansia di fronte allo svantaggio: fatto sta che i biancocelesti tentano a più riprese di riportare la sfida in parità ma falliscono. A sbloccare il tabellino è il neo-acquisto genoano (già autore di due gol con la nazionale azzurra): dal limite dell’area, Frendrup spedisce un missile all’indirizzo di Provedel che riesce solo a rispondere coi pugni, servendo così Retegui che ringrazia e sigla l’1-0. Le statistiche finali raccontano di una Lazio che mantiene il possesso palla per più del 70% ma che riesce a compiere appena due tiri nello specchio: impiegati più volte, Zaccagni e Immobile trovano sempre Martinez a sbarrare loro la strada. Dopo il brutto esordio, Gilardino porta in alto i suoi in vista della trasferta torinese della prossima settimana.
NAPOLI-SASSUOLO (2-0). Nella cornice infuocata del Maradona, il Napoli supera agilmente un Sassuolo ancora orfano del suo Berardi (il cui futuro alla Juventus è molto incerto). Un possesso palla del 66% racconta di una sfida giocata in una sola direzione: quella partenopea; gli emiliani su 6 tiri riescono a piazzarne solo 1 nello specchio della porta, mentre per gli azzurri si contano 25 tentativi di cui 5 verso i pali. Il sipario si alza su un Osimhen subito aggressivo a cercare il gol: e l’occasione giusta si presenta dopo il primo quarto d’ora grazie a un penalty assegnato per fallo di Boloca su Politano che l’attaccante nigeriano trasforma nell’1-0. Serata sfortunata per Raspadori che al 1’ colpisce il legno e poi al 60’ sbaglia il rigore, ma a mettere una pezza ci pensa capitan Di Lorenzo: aggirando i neroverdi rimasti in 10 per l’espulsione di Lopez, Kvaratskhelia serve magistralmente il numero 22 azzurro che – in area nemica – ha gioco facile contro Consigli.
SALERNITANA-UDINESE (1-1). Due pareggi su due per i granata che, dopo l’ottima prestazione all’Olimpico, rimontano l’1-0 dell’Udinese e conquistano un altro punto preziosissimo. Tornati davanti al pubblico di casa, gli uomini di Sousa soffrono un primo tempo a tinte bianconere: anche se il gol non arriva, Lucca e compagni vanno più volte a infastidire Ochoa. La costanza ripaga e – appena un quarto d’ora da inizio ripresa – gli ospiti si portano avanti grazie a Samardžić: servito dal suo compagno numero 17, per il serbo il pallone è un boccone prelibato da scaricare direttamente in rete. La sfida entra nel vivo quando la Salernitana tenta di allungare ulteriormente con Martegani e Candreva, ma è Dia a entrare nella classifica dei marcatori: con 16 gol in 33 giornate alle spalle, il senegalese riceve palla e – scartando tutta la difesa bianconera – trafigge Silvestri sul primo palo. Il triplice fischio arbitrale sancisce un 1-1 che accende ancora di più la lotta per il tricolore.
CAGLIARI-INTER (0-2). L’ultimo atto della seconda giornata vede un Inter che vuole già mettere le cose in chiaro candidandosi a essere una spina nel fianco per tutte le pretendenti allo scudetto. All’Unipol Domus il Cagliari si difende come può ma già dopo i primi 20’ si ritrova in svantaggio: Dumfries sigla il suo primo gol stagionale grazie allo schema con Thuram che gli permette agilmente di beffare Radunovic. Il raddoppio arriva una manciata di minuti dopo grazie al “Toro” che porta in alto i suoi: servito da Dimarco, Lautaro di nuovo raggira il portiere rossoblù che nulla può contro il destro del capitano nerazzurro. I sardi faticano a trovare il loro ritmo, spesso costretti nella metà campo amica da un attacco milanese feroce: sia Barella che Calhanoglu scalpitano per andare a segno, ma alla fine il match si conclude su un 2-0 che dà sicurezza a Inzaghi.