SALERNITANA-EMPOLI (1-3). Nell’anticipo di venerdì sera, una corsara Empoli espugna l’Arechi e conquista tre punti fondamentali in chiave salvezza, lasciando la Salernitana sempre più sola. Dopo l’ennesima sconfitta, la dirigenza ha esonerato Inzaghi per provare a risalire con Liverani, già sulla panchina di Cagliari e Lecce. Chi sta facendo un ottimo lavoro è, invece, Davide Nicola: il quarto risultato utile consecutivo racconta di una squadra che ha ancora voglia di lottare per rimanere nella massima serie sotto la guida di un ottimo mister. Dopo una partenza a ritmi piuttosto lenti, gli ospiti imbucano il primo pallone, aiutati da una deviazione di Zanoli che termina direttamente in rete; i campani, dal canto loro, si fanno sentire poco, complice un Dia veramente poco incisivo in questa stagione: a riportare la situazione in parità è il neo-arrivato Weissman che sfrutta alla perfezione il cross servitogli da Candreva. Verso la fine del match, Niang (ex-Adana Demirspor) riconquista il vantaggio capitalizzando un tiro dal dischetto conquistato per fallo di Pellegrino su Fazzini. A incorniciare un cammino che potrebbe portare lontano, è Cancellieri che centra la seconda rete stagionale dribblando tutta la (poca) difesa avversaria.
CAGLIARI-LAZIO (1-3). Come già all’andata, la Lazio centra il bottino pieno contro i sardi, nonostante il tentativo di ripartenza dei rossoblù con Gaetano. All’Unipol Domus, Sarri schiera il solito 4-3-3 che vuole lottare per un posto in Champions e ora si trova a -1 dai “cugini” giallorossi. Per gli uomini di Ranieri, nubi nere si addensano all’orizzonte: quattro sconfitte consecutive nelle ultime giornate non aiutano per nulla l’economia di una squadra che ora deve combattere per uscire nuovamente dalla zona retrocessione. Nel piovoso pomeriggio di sabato, i biancocelesti ritrovano Luis Alberto e lasciano ben poco spazio al gioco avversario: dopo una partenza a tutto fuoco, il tabellino si sblocca con l’errore di Deiola che accidentalmente devia nello specchio amico un cross di Isaksen. Nella ripresa, Immobile entra nella storia della Serie A firmando il suo 200° gol nel massimo campionato: un rimpallo parato da Scuffet diventa l’occasione perfetta per il bomber classe 1990 che – a 34 anni – dimostra di saper ancora fare la differenza. Al 51’, il Cagliari riapre i giochi con la rete del suo numero 70 che si rende autore di un tiro a giro imparabile per Provedel ma, a pochi passi dalla doppietta rossoblù appena 10’ più tardi, l’estremo difensore si fa trovare pronto a mettere i guantoni. A incorniciare una partita praticamente dominata ci pensa Felipe Anderson che sfrutta una difesa troppo lenta a tornare presso l’area e insacca la sfera firmando un prezioso 3-1 in vista della sfida contro il Bayern.
ROMA-INTER (2-4). Quando ormai sembrava che l’Inter potesse essere domata, gli uomini di Inzaghi mettono la freccia ed espugnano l’Olimpico: come lo scorso ottobre, la Roma si deve arrendere a una formazione che nel secondo tempo ha cambiato marcia e vinto per 4-2. Ora i meneghini sono sempre più soli in testa alla classifica e stanno dimostrando di giocare in un altro campionato rispetto alle sfidanti: è proprio Acerbi, infatti, ad aprire le danze su un errore di Lukaku che spedisce la sfera dalle parti dell’ex compagno di squadra; davanti al regalo ricevuto, il difensore nerazzurri non esita neanche un istante a battere Rui Patricio. 10’ più tardi, anche i giallorossi suonano la carica con Mancini che insacca un pallonetto alle spalle di uno spiazzato Sommer. A chiosa del primo tempo, El Shaarawy riporta i suoi in vantaggio sempre su assist del suo capitano che gli offre un filtrante perfetto che l’azzurro deve solo appoggiare in rete. Dal 46’ in poi, il Biscione scende in campo con un altro ritmo: il pareggio tarda solo tre minuti ad arrivare ed è opera di un impeccabile Thuram che scarta Mancini e sfrutta alla perfezione un cross di Darmian. Qualche minuto più tardi, la situazione si ribalta nella capitale con Angelino che inavvertitamente devia tra i pali amici un cross di Mkhitaryan che sarebbe dovuto terminare in angolo. Deciso a non farsi superare, De Rossi inserisce le nuove leve Spinazzola, Bove, Baldanzi e Zalewski, ma ad archiviare il march è Bastoni che al 3’ di recupero firma il suo quarto gol con la maglia dell’Inter grazie a un’ottima ripartenza dell’attacco nerazzurro. Il nuovo allenatore dei capitolini ha dimostrato di non voler sprecare occasioni contro le squadre di bassa classifica, ma per lui ora si tratta di fare lo stesso anche in Europa.
SASSUOLO-TORINO (1-1). Finalmente Sassuolo! Dopo un mese a bocca asciutta, i neroverdi – ai quali manca ancora Berardi, out per infortunio – interrompono la loro striscia di sconfitte e conquistano una lunghezza contro il Torino. Ai tifosi granata sicuramente non è piaciuto l’atteggiamento dei loro beniamini che, contro una squadra con cui era necessario macinare punti, non sono riusciti ad andare oltre l’1-1. A fare la fortuna dei padroni di casa è stata certamente la decisione degli emiliani di schierare una difesa a quattro che non ha lasciato molti spazi all’attacco piemontese: ad aprire i giochi è infatti Pinamonti che si carica la squadra sulle spalle e spedisce in rete la palla dell’1-0. Quattro giri di lancetta più tardi, al 9’ Zapata imbuca il suo 6° gol stagionale grazie allo scatto di Bellanova sulla fascia. Nonostante il punteggio, al Mapei il ritmo gara rimane alto per tutto il primo parziale con Laurienté spesso a insidiare i pali di Milinkovic-Savic, ma sul finale entrambe le formazioni calano di rendimento accontentandosi di una lunghezza ciascuna. Per gli uomini di Juric il terzo pareggio in cinque giornate pesa molto, mentre i neroverdi possono solo sorridere in vista di una lotta salvezza che sta sempre di più entrando nel vivo.
FIORENTINA-FROSINONE (5-1). La domenica pomeriggio della Serie A si apre con una Fiorentina che batte di misura il Frosinone e sale a quota 37: dopo due sconfitte consecutive, il sole torna a splendere per i viola che ora distano solo 5 lunghezze dalla Champions (pur avendo una partita in meno). Il pareggio conquistato all’andata rimarrà negli Annales della storia del club ciociaro, il quale però al Franchi non riesce a imporre il suo gioco e torna a casa a mani vuote, ma sempre a +4 dalla zona retrocessione. L’uomo di Italiano è sicuramente Ikoné: dai piedi del francese si sviluppano infatti le maggiori occasioni da gol nei primi minuti, nonostante un avversario partito a tutto fuoco verso i pali di Terracciano, controllati però perfettamente da quest’ultimo. A sbloccare il tabellino (e a sbloccarsi in questa stagione) è Belotti che – alla prima sfida da titolare – riceve palla dal suo compagno sulla destra e con una spaccata al volo batte Turati; appena tre minuti più tardi, anche il numero 11 si aggiunge alla festa siglando il 2-0 anche grazie a una deviazione della difesa avversaria. Verso la fine del primo parziale, Martinez Quarta inanella il quarto gol di questa stagione su un pallone perfetto servitogli da Biraghi su corner. Nella ripresa, Di Francesco cerca qualcosa di diverso inserendo Lirola e Romagnoli, ma la porta gialloblù viene nuovamente violata da Nico Gonzalez: il numero 10 classe 1998 riceve sponda da Duncan e, coordinandosi alla perfezione, sigla una rete da fuoriclasse. Solo al 66’ Mazzitelli riesce ad annullare il clean-sheet casalingo con un colpo a giro da punizione che elude tutta la barriera, ma poi Barak – entrato da appena 10’ – mette un punto decisivo intercettando di testa un rimpallo che sconfigge Turati per la quinta volta.
MONZA-VERONA (0-0). Un Monza particolarmente sottotono non va oltre il pareggio contro un Verona che, ringrazia, e si porta a casa la 19ª lunghezza in classifica. Davanti al proprio pubblico, Pessina e compagni giocano contratti e più volte mancano lo specchio per errori e imprecisioni che costano loro l’11° posto in classifica, a -3 dal Torino. Dal canto suo, l’Hellas attacca alla ricerca di punti cruciali per la salvezza e si riporta a 1 punto di ritardo dal Sassuolo. In entrambi i parziali, i biancorossi dettano legge per quanto riguarda il possesso palla ma non riescono a concludere nei momenti importanti: una sforbiciata al volo di Colpani esce di poco dallo specchio e di nuovo il numero 28 manca un cross indirizzato verso di lui. Anche gli scaligeri provano qualcosa con Lazovic, ma giocano una partita attenti a non esporsi troppo per evitare di subire gol. Nella prossima giornata ospiteranno la Juventus, mentre i brianzoli accoglieranno i “cugini” rossoneri per il derby.
BOLOGNA-LECCE (4-0). Che Bologna! Il secondo successo consecutivo degli uomini di Motta spedisce i rossoblù direttamente al quinto posto in classifica, a sole 3 lunghezze di ritardo dalla Dea: al Dall’Ara, i padroni di casa si impongono senza mezze misure su un Lecce che, con quattro sconfitte in cinque giornate, sta arrancando per riprendere il Genoa. Davanti al proprio pubblico, gli emiliani giocano una partita perfetta, complice anche il nuovo schema provato con Orsolini-Ferguson-Saelemaekers poco più indietro di Zirkzee; e il nuovo “undici” titolare funziona alla perfezione: Beukema, davanti ai pali avversari, sfrutta una respinta sul tiro del suo compagno olandese e segna di tap-in la rete dell’1-0 già al 5’. Il raddoppio tarda solo una ventina di minuti: i giallorossi – complice anche Krstovic che si divora l’1-1 a porta vuota – subiscono fisicamente e psicologicamente la pressione avversaria con Orsolini che dribbla tutta la difesa e imbuca un pallone sotto le gambe di Falcone. E la personale doppietta del numero 7 arriva al 3’ del secondo parziale: la tattica emiliana dà i suoi frutti quando Fabbian fa velo per il suo compagno il cui destro non fa prigionieri. Fino a fine partita il dominio rossoblù è un dato di fatto e l’inserimento di nuove forze con Odgaard e Ndoye permette al danese ex-AZ Alkmaar di lanciarsi in campo aperto e firmare il primo gol in Serie A. Mentre il Bologna vola verso il sogno Europa, i Salentini dovranno darsi da fare nella prossima trasferta a Torino.
GENOA-ATALANTA (1-4). Ancora una sfida fuori casa, ancora una vittoria: una Dea corsara cala il poker al Marassi contro un Genoa che può solo annullare il clean-sheet avversario. A quota 42, per i nerazzurri il sogno Champions è sempre più vicino, mentre i rossoblù stanno lottando per tornare nella prima parte del tabellone: l’unica sconfitta dal 10 dicembre scorso è sintomo di una squadra che sta lavorando duramente per raggiungere i propri obiettivi. Il 3-4-1-2 scelto da Gasperini in un primo momento argina alla perfezione le fiammate della coppia Gudmundsson-Retegui e poi sblocca il tabellino con De Ketelaere: il belga si impegna in un numero da fuoriclasse girandosi e colpendo al volo un mancino imprendibile. Nella ripresa, tutto torna in parità quando al 51’ Malinovskyi segna contro la sua ex-formazione con un sinistro su cui Carnesecchi non riesce ad arrivare. Feriti nell’orgoglio, i bergamaschi riaprono i giochi al 55’ con una punizione di Koopmeiners che termina all’incrocio dei pali. Pur aumentando il suo attacco con l’entrata di Ekuban e Martin, il Grifone subisce una pesante sconfitta proprio nei minuti di recupero: dopo l’annullamento di una rete a Scalvini per un tocco off-side di Pasalic, l’Atalanta riparte con l’ex della partita. Proprio Zappacosta, infatti, sigla il tris e il suo primo gol stagionale, mentre, a chiosa della serata, Bilal capitalizza il cross di Miranchuk.
MILAN-NAPOLI (1-0). L’altra partita di cartello della 24ª giornata vede il Milan imporsi Napoli: ai diavoli basta solo la rete di Theo Hernandez contro una squadra che sta mantenendo un andamento piuttosto altalenante e che adesso può solo contare sul 9° posto in classifica. Il 3-5-1-1 messo in campo da Mazzarri vede Simeone come punta il quale, effettivamente, già dai primi minuti si lancia in avanti mancando di poco la rete del vantaggio. Tuttavia, in un San Siro praticamente sold out, i rossoneri mettono la freccia con il loro vice-capitano che riceve palla da Leao e scarta Gollini senza esitazione solo qualche minuto più tardi. A partire dal secondo parziale, i partenopei provano ad alzare i ritmi di gioco con l’ingresso di Olivera e Lindstrom al posto di due pallidi Mazzocchi e Zieliński, ma anche quando all’89’ si presenta l’occasione del pareggio, Maignan dice di no al sogno azzurro di conquistare almeno una lunghezza nella capitale lombarda. Il secondo clean-sheet stagionale spedisce Giroud e compagni a -1 dalla Juventus, mentre il Napoli si prepara per accogliere il Genoa.
JUVENTUS-UDINESE (1-0). Nessun dirigente bianconero l’ha ancora ammesso apertamente, ma la sconfitta di lunedì sera potrebbe essere costata lo Scudetto alla Juventus: nel posticipo contro l’Udinese, gli uomini di Allegri si impelagano e cadono contro i friulani i cui pali sembrano stregati. Nel momento in cui era necessario non sbagliare niente, i piemontesi scivolano a -6 da un’Inter che è sempre più sola, mentre Lucca e compagni ringraziano e mettono altre lunghezze tra sé e la zona retrocessione. Senza Vlahovic, la Vecchia Signora appare persa, soprattutto quando si presenta la prima occasione da gol al 7’: Chiesa serve Cambiaso alla perfezione, ma il tiro di quest’ultimo viene rispedito al mittente dalla difesa avversaria. A firmare l’unico gol della partita è Giannetti: l’argentino intercetta un rimpallo in area nemica e non ci pensa due volte a firmare la rete dell’1-0. Ferita nell’orgoglio, la formazione di casa prova ad alzare i ritmi di gioco con un Milik scatenato che però viene sempre fermato da Okoye: nella ripresa i padroni di casa riescono anche ad andare in porta, ma tutto viene annullato per fuorigioco del loro numero 7. In una serata disastrosa, Yldiz e compagni optano per mantenere un giro palla a centrocampo in attesa di trovare il momento giusto per attaccare, che però non può mai arrivare con questa tattica: e chissà se qualcuno a Milano sta già festeggiando.