Ultima scarica di adrenalina prima di una breve sosta Nazionali che vedrà l’Italia impegnata nei gironi di qualificazione per gli Europei 2024 contro Inghilterra e Malta: i derby della Capitale e d’Italia hanno riportato gli stessi esiti dell’andata, ma non senza regalare un grande spettacolo ai tifosi del calcio italiano. Il vero outsider di questo turno però è la Sampdoria che, giocando senza paura, ha conquistato tre punti fondamentali contro il Verona, mentre Udinese e Fiorentina continuano a fare male ai propri avversari.
SASSUOLO-SPEZIA (1-0). Quarta vittoria consecutiva per gli uomini di Dionisi: al 71’ il 4-3-3 neroverde conquista il penalty che vale l’1-0 casalingo e le 36 lunghezze in classifica, mentre sfuma per lo Spezia la possibilità di allungare ulteriormente sul Verona. Dopo una prima mezz’ora senza troppi spunti, il numero 10 del Sassuolo manca di poco il gol colpendo una traversa al 34’ e Dragowski blocca un Matheus Enrique troppo pericoloso nell’area piccola. Il secondo tempo è ancora una sinfonia emiliana con Laurienté vicino alla rete in più di un’occasione: per proteggere la porta amica, Amian si fa prendere dalla foga e blocca con un braccio il tiro dell’attaccante francese; la posizione però vale il rigore per gli avversari, a segno con il destro insidioso di Berardi.
ATALANTA-EMPOLI (2-1). Ancora una sconfitta per l’Empoli – 14° ad appena 28 lunghezze – beffato dalla squadra di Gasperini a 4’ dalla fine. Al Gewiss Stadium, i padroni di casa partono decisi, consci dell’importanza di ogni punto in chiave Europa, ma gli azzurri si difendono bene e, anzi, la prima frazione si conclude con un 1-0 a favore degli uomini di Zanetti. Al 44’ infatti Baldanzi prende coraggio offrendo un passaggio preciso a Caputo: l’assist del 19 intercetta Ebuehi che, solo davanti a Musso, scarica il pallone in rete. Dal 45’ in poi però è dominio nerazzurro: al 58’ la Dea pareggia i conti con De Roon, già protagonista di una bella giocata al 3’, ma questa volta il suo colpo di testa su suggerimento di Zapata spiazza Perisan. Forte del gol, l’Atalanta preme sull’acceleratore e conquista il vantaggio grazie a Hojlund: la sua settima rete stagionale vale ai bergamaschi la conferma della 7ª posizione in classifica.
MONZA-CREMONESE (1-1). Spreca il Monza l’occasione da bottino pieno contro la Cremonese: sabato pomeriggio Pessina e compagni si trovano in svantaggio al 61’ ma riescono a conquistare il pareggio 8 giri di lancette d’oro e il punto che vale il 13° posto in classifica. I grigiorossi tornano invece a essere il fanalino di coda del campionato perché superati dalla Sampdoria – con appena 13 lunghezze il sogno salvezza appare sempre più lontano. Al fischio del signor Giua, i padroni di casa si lanciano in avanti con Petagna e Izzo subito a mirare ai pali sorvegliati da Carnesecchi. Dopo un primo tempo a tinte biancorosse, la Cremonese torna in campo con tutt’altro atteggiamento: sono prima Oreke e poi Castagnetti a rendersi pericolosi, ma è Ciofani – entrato a inizio ripresa – a regalare la gioia del gol ai suoi. Dalla sponda brianzola ci pensa Carlos Augusto a pareggiare i conti con un diagonale imprendibile su assist del suo numero 84; il finale di partita è elettrizzante ma nessuna delle due squadre riesce più a trovare lo specchio della porta e la sfida finisce sull’1-1.
SALERNITANA–BOLOGNA (2-2). Come all’andata, gli uomini di Motta non vanno oltre il pareggio con la Salernitana e così la sfida all’Arechi si conclude sul 2-2; sono proprio i granata a sbloccare l’incontro con una rete di Pirola al 7’: il difensore classe 2002 si fa ispirare dal corner di Candreva e spedisce in porta con un gran colpo di testa. A riportare la situazione in parità ci pensa Ferguson che, su suggerimento di Kyriakopoulos, batte Ochoca appena 4 giri di lancetta dopo. Nonostante un inizio di match ad alto ritmo, i padroni di casa non vanno più a segno per tutto il resto del parziale ma grazie a Dia conquistano il 2-1 al 64’. Preoccupato dal punteggio, mister Motta decide di inserire Arnautovic e Orsolini, le due punte di diamante della stagione rossoblù, ma la rimonta è tutta greca: Lykogiannis, servito dal suo connazionale, spedisce in rete la sfera al 73’ portando i suoi a quota 37 in classifica.
UDINESE-MILAN (3-1). Quella di sabato sera è un’Udinese che torna a fare la voce grossa conquistando il suo secondo successo consecutivo e lo fa in casa propria contro la squadra di Pioli, troppo poco efficace nel trovare la porta avversaria. Già al 10’ infatti i friulani si portano sull’1-0 grazie alla rete di Pereyra: il centrocampista argentino – smarcato perfettamente da Bennacer – supera Maignan con un diagonale proprio alla destra di quest’ultimo. Il Milan non ci sta e riparte prima con Saelemaekers e poi Leao i cui colpi però sono facilmente parati da Silvestri; sul finire del tempo, i rossoneri conquistano un rigore per un fallo di mano di Bijol e così capitan Ibrahimovic diventa il giocatore più vecchio ad aver segnato in Serie A. I bianconeri, nonostante tutto, rimangono concentrati e sfruttano i minuti di recupero per tornare in vantaggio: questa volta è Beto che, anticipando Thiaw, spedisce in rete di mancino. Nella ripresa, l’Udinese riesce ad archiviare la pratica al 70’ grazie a Ehizibue conquistando i tre punti che valgono l’8° posto; tanto rammarico, invece, nelle fila milanesi con il Diavolo ora a solo +1 dalla Roma.
SAMPDORIA-VERONA (2-1). La terza vittoria stagionale blucerchiata arriva in casa e arriva contro il Verona, ora a sole quattro lunghezze più in alto. Nella sfida di domenica pomeriggio, cruciale in chiave salvezza, gli scaligeri non riescono a conquistare punti (nonostante il gol di Faraoni all’88’) rimanendo sempre -5 dallo Spezia. Di fronte ai propri tifosi, la Sampdoria dimostra di avere tutte le carte in regola per tentare di rimanere in Serie A conquistando il vantaggio al 24’ grazie a Gabbiadini: sul quinto corner battuto in neanche mezz’ora di gioco, l’attaccante italiano riesce a centrare lo specchio della porta con un sinistro imprendibile per Montipò. Nonostante il Verona si porti pericolosamente vicina al pareggio appena 4’ dopo, il numero 23 ligure raddoppia con un bel destro sotto la traversa. Gli ospiti non si arrendono sfiorando il 2-1 quando al 49’ Braaf colpisce il legno sorvegliato da Turk ma si vedono annullare dal VAR i due gol di Gaich, rispettivamente al 65’ e al 67’. È Zanoli che, sullo scadere del tempo, mette definitivamente un punto all’98’ superando di destro il portiere gialloblù.
TORINO-NAPOLI (0-4). All’Olimpico di Torino è disfatta per i granata che subiscono 4 reti dal Napoli, ormai a quota 71; ed è proprio Spalletti a commentare, nel post-partita, la prestazione dei suoi: «La fame di questa squadra è corretta. È l’ennesima volta che parlo coi ragazzi prima della partita, avendo il sentore che possa esserci appagamento, e loro rispondono che sono fatti di una pasta diversa. Vogliono essere qualcuno, farsi ricordare per gente che ha vestito questa maglia». A sbloccare il match ci pensa il “solito” Osimhen, autore di un gran colpo di testa che si trasforma nel suo 20° gol stagionale. Il Torino fatica ma prova a resistere e per poco non annulla il clean-sheet avversario quando Sanabria, al 23’, colpisce il legno; sul finire del primo tempo però si fa strada un altro grande protagonista della Serie A, Kvaratskhelia, il quale segna il 2-0 su rigore. E neanche la ripresa sorride agli uomini di Juric: dopo neanche 6’, il numero 9 partenopeo sigla la sua personale doppietta grazie al suggerimento di Olivera. L’andamento della partita è ormai a tinte azzurre: al 68’ il Napoli cala il poker grazie alla rete di Ndombele che archivia definitivamente la pratica piemontese condannando i padroni di casa all’11° posto.
FIORENTINA-LECCE (1-0). Niente da fare per la squadra allenata da Baroni che subisce il quarto k.o. consecutivo a fronte di una Fiorentina sempre più vincente: per i viola si tratta, infatti, del quarto successo consecutivo nelle ultime cinque giornate, risultato che permette loro di scavalcare il Bologna e piazzarsi al 9° posto. All’Artemio Franchi, i padroni di casa conquistano il vantaggio già al 27’ grazie a un autogol di Gallo: il difensore giallorosso, nel tentativo di neutralizzare Gonzalez, devia la sfera tra i pali amici. Per tutto il resto dell’incontro, nessuna delle due squadre riesce più a centrare lo spettro della porta, nonostante le diverse occasioni, e così il match finisce sull’1-0.
LAZIO-ROMA (1-0). Il derby della Capitale va ai biancocelesti: dopo 90’ di battaglia (e tensione tra le due formazioni) è la squadra di Sarri a spuntarla scavalcando l’Inter e portandosi al 2° posto a 52 lunghezze. La Roma, comunque, rimane in zona Europa a -1 dal Milan, ma subendo lo stesso copione dell’andata. La squadra di Mourinho – schierata con un 3-4-2-1 – affronta il 4-3-3 laziale già pericoloso al 19’ con Felipe Anderson bloccato da Rui Patricio; gli animi, caldi fin dal 1’, si infiammano ulteriormente quando al 32’ Ibanez viene espulso per uno sgambetto nei confronti di Milinkovic-Savic e al 43’ nel momento in cui il signor Massa rivolge il cartellino rosso a entrambe le panchine per diverbi tra gli staff. Il secondo parziale vede la netta superiorità biancazzurra e alla fine è Zaccagni a sbloccare il match capitalizzando un rimpallo mal controllato da Zalewski; poco dopo, il VAR annulla il gol di Smalling (su deviazione di Casale) per fuorigioco di questi e così la partita si conclude sull’1-0.
INTER-JUVENTUS (0-1). Altro stadio, altro derby: a vincere la sfida di domenica sera è la Juventus di Allegri, sempre 7ª ma a quota 41; a farne le spese è l’Inter che scivola al terzo posto dietro la Lazio. Intanto sui social è ancora polemica per il presunto tocco di mano di Rabiot al 24’ ma il direttore di gara, con l’ausilio del VAR, ha già smentito qualsiasi tipo di infrazione; non una bella notizia per i tifosi nerazzurri che, in caso di fallo, avrebbero potuto vedere annullato il gol di Kostic al 23’ – l’unico della partita – proprio su assist del centrocampista francese. Il resto del match è un alternarsi di occasioni da entrambe le parti con Lukaku e Calhanoglu insidiosi dal lato nerazzurro e Vlahovic e Chiesa (uscito nuovamente per infortunio) attaccanti di punta per i piemontesi. Il derby d’Italia si conclude così con la vittoria bianconera – come già all’andata – ma dopo il triplice fischio il signor Chiffi si ritrova a dover espellere Paredes e D’Ambrosio per condotta anti-sportiva.