MONZA-JUVENTUS (1-2). Il lungo weekend della 14ª Giornata di Serie A comincia con una partita al cardiopalma: all’U-Power Arena gli uomini di Allegri si prendono la rivincita da quel 0-1 del 18 settembre 2022 conquistando il 10° successo stagionale. Tra le mura domestiche, i padroni di casa rimangono così beffati dal “corto muso” e si devono accontentare di rimanere a quota 18 nonostante l’ottima prova di carattere. Dopo una decina di minuti dal fischio arbitrale il signor Fabbri indica il dischetto per fallo di Kyriakopoulos su Cambiaso, ma ancora una volta Di Gregorio si dimostra un fenomeno nel suo ruolo: sul tiro rasoterra di Vlahovic, il portiere biancorosso indovina la traiettoria e nega nuovamente la gioia del gol al serbo sul tentativo del tap-in proprio di quest’ultimo; qualche minuto dopo, però, Rabiot tira fuori i suoi dal pantano con la rete dell’1-0 su corner di Caviglia. Nella ripresa, Pessina e compagni provano ad alzare la testa e la Juventus si fa beffare proprio nel momento più importante: ormai convinti di aver vinto con tanto di clean-sheet, i piemontesi non marcano abbastanza stretto Carboni che al 1’ di recupero spedisce un cross direttamente alle spalle di Szczesny. Un po’ di intraprendenza e sicuramente una bella dose di fortuna riconsegnano il vantaggio (e la vittoria) agli ospiti che al 90’+4’ siglano il 2-1: Gatti, tutto solo davanti alla porta, prima liscia il suggerimento del suo compagno francese e poi riesce a recuperare la sfera spedendola in rete tra l’incredulità di tutto lo stadio.
GENOA-EMPOLI (1-1). Finisce in parità lo scontro della parte destra del tabellone, con Genoa ed Empoli che riescono solo a conquistare un punto ciascuno. Nonostante il ritorno di Retegui fin dai blocchi di partenza, i padroni di casa si fanno beffare nel secondo tempo e rimangono a -1 dal Lecce. Se i rossoblù si aspettavano qualche punto in più dalla sfida di sabato, i toscani non possono che ringraziare e incassare il +1 su Verona e Cagliari che li porta (per ora) automaticamente fuori dalla zona retrocessione. Il risultato finale non rende giustizia di una partita che invece è stata combattutissima per tutti i 90’, a cominciare dai primi istanti di gioco con la coppia Messias-Retegui più volte servita dai propri centrocampisti. Le statistiche recitano 21 tiri per i liguri, di cui solo 1 nello specchio della porta: già perché Vasquez e compagni sono piuttosto sfortunati e prima vengono fermati da Berisha (19’) e poi colpiscono il legno (32’). Finalmente i rossoblù trovano l’intesa vincente a 10’ dalla fine del tempo con Malinovskyi: il secondo gol stagionale dell’ucraino arriva da fuori area con un tiro a giro che spiazza tutta la difesa azzurra. Deciso a tornare a casa con almeno un punto, Andreazzoli inserisce Ranocchia e Cancellieri e proprio quest’ultimo pareggia i conti al 67’: l’ex biancoceleste riceve palla da Kovalenko e, di testa, consegna ai suoi un tassello che vale oro in vista della prossima sfida col Lecce.
LAZIO-CAGLIARI (1-0). Come quel 07 febbraio 2021, di nuovo la Lazio supera per 1-0 il Cagliari e lo fa davanti al proprio pubblico dell’Olimpico: con un po’ di fatica – anche a causa dell’impegno infrasettimanale col Celtic – gli uomini di Sarri conquistano tre punti, portandosi a -1 dal Bologna. In casa sarda, la situazione è piuttosto critica: a Roma, questa volta, il “miracolo” è stato mancato di poco e la condanna è il penultimo posto a sole 10 lunghezze. Dopo due sconfitte nelle ultime tre giornate, i laziali vincono blindando il risultato già all’8’: decidendo di non “rischiare” il turnover, il tecnico casalingo decide di modificare l’“undici” titolare inserendo solo Pedro al posto di un infortunato Zaccagni. Il numero 9 spagnolo sblocca la partita su suggerimento di Lazzari portando i padroni di casa in vantaggio dopo essersi smarcato dalla difesa avversaria; come e non bastasse, per i rossoblù piove sul bagnato: sotto di 1-0, Luvumbo e compagni rimangono in 10 verso la mezz’ora per fallo di Makoumbou su Guendouzi. Decisa a difendere il risultato, la Lazio si chiude nella propria metà campo lasciando ben pochi spazi agli avversari: al 1’ di recupero Pavoletti sfiora il pareggio ma Provedel salva il bottino pieno e infonde fiducia per il turno in Coppa Italia.
MILAN-FROSINONE (3-1). Nel momento peggiore, il Milan tira fuori il coniglio dal cilindro e non subisce il Frosinone; l’ottima prestazione in campionato dei ragazzi di Di Francesco non impensierisce Giroud e compagni che rimangono fissi al terzo posto. La tremenda sconfitta contro il Borussia (e quello che sembra l’imminente esonero di Pioli) pesano come un macigno sulle spalle dei rossoneri che però sabato sera sono riusciti a fare fronte comune. Forse i ciociari speravano in qualcosa di più dalla sfida a San Siro, ma possono ancora contare sul loro 12° posto al pari con il Monza. Nella cornice meneghina, il primo tempo vede le due squadre darsi battaglia con un Chukwueze e Cuni scatenati (e proprio quest’ultimo si divora la palla del vantaggio davanti a Maignan). Al 43’ sono i Diavoli a spuntarla con Jovic che battezza il suo primo gol in campionato su un errore di Romagnoli e ripartono subito decisi al 50’ con la rete-capolavoro di Pulisic. La rete dello statunitense decreta l’inizio del dominio dei rossoneri che archiviano la pratica con Tomori a un quarto d’ora dalla fine. Per i gialloblù rimane la piccola soddisfazione di aver annullato il clean-sheet avversario con la rete dell’ex Brescianini, ma la sconfitta accenderà la voglia di rivalsa nella prossima giornata contro i granata?
LECCE-BOLOGNA (1-1). Lecce sul filo del rasoio! Dopo la sconfitta del 4 giugno scorso, i Salentini si prendono la “rivincita” pareggiando i conti all’ultimo secondo: inutile dire quanto possa essere fastidioso per una squadra come il Bologna che non solo sta giocando molto bene, ma che sembra poter concretamente lottare per un posto in Europa. Fiducioso nei propri mezzi, Motta decide di non schierare Zirkzee a fronte di Van Hooijdonk e di confermare ancora una volta Calafiori, mentre il Lecce non cambia l’11 titolare nel tentativo arrivare nella prima metà della classifica. Nella prima frazione, la sfida rimane in parità con Ndoye più volte pericoloso presso i pali di Falcone, mentre per i giallorossi sono Gonzalez e Banda a far vacillare più volte la difesa rossoblù schierata a quattro. Decisamente scontento dall’andamento della squadra, il tecnico ex-Nazionale cambia tutto inserendo Moro, Freueler, Lykogiannis e – ovviamente – la sua punta olandese. Se questa volta il numero 9 dei felsinei non va a segno, ci pensa il suo compagno greco che in un tiro “alla Pirlo” su punizione da fuori area si inventa il gol dell’1-0 al 68’. Nonostante il vantaggio, gli emiliani pagano tantissimo non aver messo in cassaforte il risultato con un raddoppio: al 90’+10’ i padroni di casa conquistano un rigore e – nonostante avesse intuito la traiettoria – Skorupski si fa beffare dal destro di Piccoli. Se ancora una volta i felsinei hanno avuto poca fortuna coi penalty, la sfida contro la Salernitana potrà essere un’occasione per conquistare punti preziosi.
FIORENTINA-SALERNITANA (3-0). Vittoria viola era stata pronosticata e vittoria viola è stata! In casa fiorentina, la Salernitana cade contro una corazzata d’acciaio: ancora ultimi in classifica, per gli uomini di Inzaghi questa stagione si sta trasformando in un incubo ad occhi aperti; i granata paiono incapaci di costruire qualsiasi azione offensiva e subiscono il “rullo” toscano per tutti i 90’. Nel pomeriggio di domenica, il turnoverdi Italiano non prevede Gonzalez ai blocchi di partenza ma per i padroni di casa non è un problema: dopo 5’, Fazio commette fallo in area su Arthur e consegna a Beltran il rigore dell’1-0. Se Costil fa gli straordinari per tentare quantomeno di arginare l’attacco avversario, le prime linee granata non riescono neanche ad avvicinarsi ai pali di Terracciano: con Dia in panchina per infortunio, i campani subiscono la partita e soprattutto il secondo gol nel giro di un quarto d’ora quando al 17’ Sottil spedisce una palla a giro in direzione dello specchio che si trasforma nel 2-0. Nella ripresa la musica non cambia: Bonaventura centra il tris grazie al suggerimento di Duncan che apre perfettamente il gioco per i suoi eludendo tutta la difesa avversaria. L’unico tiro in porta degli ospiti (a fronte dei 9 viola) viene parato da un attentissimo Terracciano e ora per Ikwuemesi e compagni la strada è ancora più in salita.
UDINESE-VERONA (3-3). Che partita a Udine! Con 6 reti totali, il risultato finale rimane in dubbio fino all’ultimo momento quando entrambe le squadre conquistano un punto: per l’Hellas non è sufficiente per uscire dalla zona retrocessione, mentre i friulani ringraziano e aggiungono un altro tassello tra loro e il fondo della classifica. Al Bluenergy Stadium domenica sera è successo di tutto: scesi in campo con il solito 3-5-1-1, i padroni di casa centrano il vantaggio già allo scoccare del quarto d’ora con un cross di Samardzic perfettamente intercettato da Kabasele. E il raddoppio arriva solo 15’ più tardi: su suggerimento di Pereyra, Lucca si fa trovare pronto e trafigge Montipò di destro. Se la partita sembrava già andare in direzione bianconera, gli ospiti la riaprono capitalizzando un rigore per fallo di mano del numero 27 avversario. Già il primo tempo era stato emozionante, ma la ripresa non è da meno: al 61’ Ngonge si inventa un capolavoro spedendo in rete il cross di Suslov direttamente in rovesciata. Davanti al proprio pubblico, i friulani tornano nuovamente avanti con il loro classe 2000 che sigla la propria doppietta personale grazie all’appoggio di Thauvin, ma vengono beffati allo scadere dei giochi dal colpo di testa di Henry che rimanda tutti negli spogliatoi sul 3-3.
SASSUOLO-ROMA (1-2). Finalmente una Roma che vince e convince! Il pareggio in Europa fa scivolare i giallorossi al secondo posto nel girone, ma la sfida in terra emiliana permette di rimanere appena fuori dal podio in campionato. Con due sconfitte nelle ultime cinque giornate, il Sassuolo di Dionisi fatica tantissimo a mantenere un andamento continuo e si deve accontentare di un +3 sull’Udinese. Al Mapei le due formazioni si studiamo per i primi 20’ fino a quando i padroni di casa trovano l’imbucata vincente: Berardi serve Matheus Henrique che si fa trovare pronto e batte agilmente Rui Patricio. Sotto di un gol, i capitolini reagiscono e al 54’ sfiorano il pareggio con Lukaku che manca di poco i pali di Consigli; gli emiliani inizialmente riescono a gestire bene il vantaggio ma poi rimangono in 10 per rosso diretto a Boloca e subiscono gol su un rigore conquistato da Kristensen per fallo di Erlic. Dopo la rete di Dybala, è il danese a ribaltare la partita grazie all’assist della Joya a 10’ dalla fine, vanificando l’ottimo lavoro da parte dei neroverdi. La prossima giornata il Sassuolo potrà sperare di aggiungere tasselli al suo bottino contro il Cagliari, mentre la Roma ospiterà la Fiorentina.
NAPOLI-INTER (0-3). Se già l’anno scorso in questo periodo sembrava prefigurarsi la squadra che avrebbe vinto il campionato, questo dicembre sta succedendo di nuovo: con una sola sconfitta, l’Inter sta dominando lo scenario italiano e domenica sera ci ha tenuto a dimostrarlo ai colleghi partenopei. Reduce da una brutta sconfitta a Madrid, il Napoli non è riuscito a trovare quella verve in più per andare a impensierire i meneghini e le chances degli azzurri si sono scontrate contro un muro avversario, con Sommer massimo protagonista di due parate su Elmas e Kvaratskhelia che salvano il clean-sheet. In un primo tempo in cui gli uomini di Mazzarri si son dati un gran da fare per servire al meglio il proprio tridente offensivo, pare chiaro che qualcosa sembra essersi rotto nei campioni d’Italia: la scorsa stagione ogni pallone ricevuto da Osimhen si trasformava in rete mentre adesso – complice l’infortunio – il nigeriano non segna da quell’08 ottobre scorso. Le difficoltà in casa campana si trasformano nella fortuna degli ospiti che sbloccano il tabellino sul finire del primo parziale: nel meccanismo ben oliato da Inzaghi, i suoi giocatori non sono egoisti e frettolosi ma hanno la pazienza di costruire l’azione perfetta del gol di Calhanoglu. In difficoltà nel non riuscire a trovare il vantaggio, i padroni di casa subiscono nuovamente al 61’: Lautaro offre un pallone nel mezzo dell’area per Barella che, ringrazia, e insacca alle spalle di Meret. A calare il tris ci pensa Thuram: il francese si riprende perfettamente da quel gol annullatogli nel primo tempo e scrive un’altra pagina della storia interista.
TORINO-ATALANTA (3-0). Il sipario della 14ª Giornata cala sulle parole di Zapata che, nella serata strepitosa della sua doppietta personale, ha espresso tutto il suo riconoscimento per la società granata; ai microfoni di Sky Sport, l’ex della partita si è commosso: “Sto ripagando tutti quanti per l’amore che mi hanno dato da subito”. Contro un’Atalanta irriconoscibile, il Torino cala il tris davanti al proprio pubblico di casa superando Monza e Frosinone: convinti di voler lottare per un posto nelle competizioni europee, gli uomini di Juric presto dimenticano la sconfitta al Dall’Ara grazie alla loro punta colombiana. Probabilmente stanco dal tour de forcecontinentale, il 3-4-1-2 schierato da Gasperini spreca tantissimo con De Ketelaere che – solo davanti a Milinkovic-Savic – sbaglia tutto e calcia tra le braccia del portiere. Nella fredda serata torinese, i padroni di casa si portano sull’1-0 già al 22’: il numero 91 si coordina su un pallone in area e segna senza esultare. Il bis piemontese arriva nel secondo tempo: una trattenuta di Scalvini su Buongiorno costa carissimo ai nerazzurri che pagano il fallo regalando un rigore a Sanabria. A chiosa di una partita spettacolare, l’ex Napoli e Sampdoria cala il 3-0 al 5’ di recupero facendo esplodere di gioia tutto lo stadio.