I risultati altalenanti, le critiche a Conte, il possibile cambio di proprietà. Questo è il momento in cui sapremo chi è e cos’è l’Inter. Partiamo per gradi. Secondo la critica, la squadra di Conte ha iniziato la stagione con i favori del pronostico. Con la Juventus destinata ad iniziare un percorso di rifondazione con il neo-tecnico Pirlo, sembrava potessero essere proprio i nerazzurri ad interrompere l’egemonia bianconera.
In questa prima metà di campionato, però, qualcosa sembra non aver girato per il verso giusto: il sorprendente Milan di Pioli e le difficoltà a trovare una quadra hanno minato le certezze e la continuità nei risultati della rosa di Conte.
Le critiche più feroci sono arrivate proprio all’indirizzo del tecnico leccese, colpevole, secondo molti, di aver indirizzato le scelte di mercato nel modo sbagliato. Per citarne uno, il fedelissimo Arturo Vidal. Il suo inizio di stagione è stato al di sotto del rendimento al quale, il cileno, ci aveva da sempre abituati, con pause preoccupanti all’interno delle partite che hanno inciso negativamente su alcuni risultati.
Ma non è solo Vidal il capro espiatorio: tutta la rosa, a partire dal capitano Handanovic, non ha reso al meglio. E il punto più basso di questi primi mesi, è stato l’uscita dalle competizioni europee con lo Shakhtar Donetsk. Novanta minuti che hanno ben riassunto quanto il campo ci sta dicendo: l’Inter crea, ma non riesce a portare a casa il bottino pieno.
Alle difficoltà sul campo, nelle ultime settimane, si stanno sommando voci che parlano di un imminente cambio nell’asset societario. Il gruppo Suning, a causa delle limitazioni da parte del governo cinese e, alla mancanza di introiti dovuti alla pandemia, sta allargando le proprie vedute alla ricerca di partners che possano iniettare liquidità utile alle casse del club.
Voci che sicuramente metteranno alla prova la tenuta mentale del gruppo di Conte. Il primo scoglio è stato superato mercoledì, negli ottavi di Coppa Italia, contro la Fiorentina. La partita si è protratta fino ai supplementari ma, nella battaglia di nervi del Franchi, è emerso il gigante belga: Romelu Lukaku. Il trascinatore e uomo simbolo dei nerazzurri, a un minuto dai supplementari ha regalato la qualificazione ai nerazzurri.
Ciò che ne emerge è che non si perdoni nulla a tecnico e giocatori, nonostante rimangano a sole tre lunghezze dal primo posto in classifica. Analizzando le prestazioni con Sampdoria e Roma, i risultati appaiono bugiardi. L’Inter crea, spreca occasioni e, alle prime difficoltà, gli avversari segnano. Situazione sintomatica di un gruppo che mentalmente accusa delle difficoltà.
E’ proprio questo, appunto, il momento in cui sapremo chi è l’Inter. Domenica, a San Siro, arriverà la Juventus di Andrea Pirlo e Cristiano Ronaldo. A fine gennaio ci saranno i quarti di Coppa Italia contro i cugini rossoneri.
Se ci dev’essere un momento in cui un gruppo dimostra la propria forza, per Handanovic e compagni, questo è arrivato!
FIORENTINA (3-4-2-1): Terracciano; Milenkovic, Quarta, Igor; Caceres (52′ Venuti), Bonaventura, Amrabat, Biraghi; Castrovilli, Eysseric (52′ Vlahovic); Kouamé (97′ Callejon). A disposizione: Brancolini, Dragowski, Borja Valero, Duncan, Pezzella, Barreca, Montiel, Krastev, Dalle Mura. Allenatore: Prandelli
INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar (60′ De Vrij), Ranocchia, Kolarov; Young (68′ Hakimi), Vidal (94′ Brozovic), Eriksen, Gagliardini (80′ Barella), Perisic; Sanchez, Martinez (68′ Lukaku). A disposizione: Padelli, Radu, Sensi, Bastoni. Allenatore: Conte
ARBITRO: Massa di Imperia
MARCATORI: 40′ su rig. Vidal (I), 56′ Kouame (F), 119′ Lukaku (I).
NOTE: Ammoniti: Eysseric, Igor, Bonaventura, Kouame, Igor (F); Skriniar, Eriksen, Vidal, Hakimi, Ranocchia, Sanchez, Lukaku (I). Recupero: 3′ e 2′; 1′ pts e 2′ sts.