Appena due giorni di gare hanno deciso le sorti della 29ª Giornata, giocatasi tra venerdì e sabato in vista del ponte pasquale. A farla da padrone sono state Bologna e Roma, entrambe a 3 punti in trasferta, mentre il Napoli ha vacillato fino alla fine contro i colleghi salentini. Chi proprio sembra aver avuto qualche difficoltà a gestire la mole di partite degli ultimi giorni sono state Milan e Inter che non sono riuscite a conquistare più di una lunghezza, un risultato di cui gode la Lazio, sempre più seconda.
SALERNITANA-INTER (1-1). Se non fosse che ha condotto la propria squadra a giocarsi un quarto di Champions – cosa che non accadeva dal lontano 2011 – probabilmente il popolo nerazzurro avrebbe già invocato l’esonero di mister Inzaghi. Reduce da tre sconfitte consecutive in campionato e una prestazione in Coppa Italia piuttosto deludente, l’Inter non va oltre l’1-1 all’Arechi. In casa granata, ancora una volta, è Guillermo Ochoa a diventare l’uomo partita blindando il risultato con ben 10 parate ai danni dei nerazzurri; nonostante questo, la sfida si apre con una rete degli ospiti dopo appena 6 giri di lancetta: è Gosens che, resosi visibile in area avversaria, riceve un passaggio di testa dal suo collega numero 90 portando subito in vantaggio i suoi. Il 3-4-2-1 di casa reagisce bene agli attacchi degli meneghini, soprattutto nel secondo parziale quando riesce a non subire più gol – complice un errore incredibile di Lukaku al 64’ – e, alla fine di una partita estremamente entusiasmante, conquista un rigore che con cui Candreva batte Onana.
LECCE-NAPOLI (1-2). Rischia il Napoli ma alla fine conquista tre punti che gli permettono di salire a quota 74, un risultato che sancisce una distanza abissale tra i partenopei e le inseguitrici e la sesta sconfitta consecutiva dei giallorossi. Al Via del Mare il sipario si alza sui campani in vantaggio alla prima occasione utile: è Kim a suggerire il colpo di testa di Di Lorenzo che termina alle spalle di Falcone. Mentre tutto il resto del parziale vede il dominio azzurro, i padroni di casa si rialzano ad appena 7’ da inizio ripresa: su un’azione pasticciata in area avversaria, alla fine Di Francesco conquista palla spedendo un destro che pareggia i conti. Nonostante l’ottima giocata, la fortuna non arride al Lecce e Falcone spedisce erroneamente un cross di Mario Rui nella porta amica al 64’ condannando i suoi all’1-2.
MILAN-EMPOLI (0-0). Un venerdì sera a reti bianche quello tra Milan e Empoli, con i diavoli che rimangono a +1 sull’Inter ma vengono scavalcati dalla Roma. In 90’ minuti giocati piuttosto in pari, i padroni di casa cercano il gol con Rebic e Theo Hernandez senza mai riuscire a centrare lo specchio della porta. Al 13’ entrambi gli attaccanti si dirigono verso i pali sorvegliati da Perisan ma vengono bloccati proprio da quest’ultimo, attento anche sulla pericolosa azione di Tonali a 6’ dalla fine del tempo. Nella ripresa, si alzano i ritmi di gioco e più volte i padroni di casa appaiono sul punto di sbloccare la partita – per poco Origi non raccoglie il suggerimento del suo compagno francese – ma poi perdono la concentrazione per una decisione arbitrale: rispetto al presunto tocco di mano di Ebuehi, il signor Mercenaro aveva stabilito prontamente un penalty salvo ritrattare la decisione post consultazione del VAR. Pioli decide di cambiare tutto facendo entrare Florenzi e Brahim Diaz per Calabria e Bennacer, ma più volte l’attacco rossonero sbaglia a coordinarsi; nel finale la pratica sembra archiviata quando all’89’ Giroud spedisce di testa in rete ma ancora una volta l’occhio elettronico beffa i 19 volte campioni d’Italia il cui gol viene annullato a causa di un fallo dello stesso realizzatore.
UDINESE-MONZA (2-2). Sfuma per un soffio la speranza del Monza di superare Sassuolo e Torino in classifica, beffato al 90’+2’ dal rigore di Beto che concede una sola lunghezza a Pessina e i suoi. Alla Dacia Arena Sottil decide di puntare tutto sul centrocampo con un 3-5-2 che premia la sua squadra dopo neanche 20’ di gioco: al 18’ la sfida si sblocca grazie al cross di Walace che intercetta Lovric, perfettamente posizionato di fronte alla porta avversaria e capace di battere Di Gregorio con lucidità. Gli ospiti non si lasciano intimorire e freddamente conquistano il pareggio a pochi minuti da inizio ripresa: è Colpani che, su suggerimento di Carlos Augusto, spedisce in rete un gran sinistro. Appena 10’ dopo i brianzoli si portano sul 2-1: questa volta è Rovella che, inseritosi perfettamente in territorio nemico, sconfigge Silvestri. Il resto del parziale si gioca a ritmi piuttosto bassi e gli uomini di Palladino appaiono stanchi soprattutto negli ultimi momenti quando Petagna interviene in maniera troppo brusca su Nestorovski consegnando agli avversari il penalty che vale il pareggio.
FIORENTINA-SPEZIA (1-1). Una sfida decisa tutta dagli ospiti che prima commettono autogol (26’) ma poi riescono a riscattarsi con Nzola una manciata di minuti dopo: all’Artemio Franchi i padroni di casa non sono abbastanza cinici da conquistare il bottino da tre punti per la gioia dei bianconeri che tornano in Liguria con 26 lunghezze e il quarto risultato utile in cinque giornate. Per lo Spezia ogni punto è fondamentale per aspirare alla salvezza dal momento che il Verona – vincente contro il Sassuolo – insegue con uno scarto di appena quattro tasselli. Si interrompe, invece, la striscia positiva dei viola (4 vittorie in altrettanti match) probabilmente stanchi dalla semifinale d’andata di Coppa Italia giocata in settimana. Al fischio del signor Dionisi il 4-3-3 ospite decide di tentare il tutto per tutto andando a segno dopo pochi minuti con il suo numero 18: l’arbitro però non è d’accordo e annulla la rete del suo attaccante angolano; nonostante la poca incisività, la Fiorentina si porta in vantaggio per una deviazione in porta amica da parte di Wisniewski sul tiro di Biraghi. Da sottolineare, però, l’ottima reazione da parte di Gyasi e compagni che costruiscono dal basso un’azione che manda a gol lo stesso Nzola che conquista il pareggio.
SAMPDORIA-CREMONESE (2-3). Un 2-3 che condanna i liguri a essere il fanalino di coda della Serie A ma allo stesso tempo regala un grande spettacolo per tutti i 90’ al pubblico del Luigi Ferraris. La seconda vittoria in campionato per i grigiorossi consente loro di scavalcare i loro avversari e di portarsi al penultimo posto riaccendendo, seppur di poco, le speranze salvezza. Entrambe le formazioni contano 7 uomini nelle retrovie optando per uno schema difensivo che in primo luogo favorisce i padroni di casa: Augello recupera un pallone servendo Leris che, in mezzo all’area nemica, colpisce la sfera di testa battendo il portiere romagnolo. La sfida però è tutt’altro che chiusa e lo dimostra Ghiglione, preciso in rete sul cross di Quagliata al 35’. Nel secondo tempo i ritmi di gioco rimangono ugualmente intensi con diverse situazioni interessanti da entrambe le parti: i blucerchiati sono abili a tornare in vantaggio grazie a Lammers che riceve la sfera a seguito di una grande azione dei suoi trascinati da Augello. La Cremonese decide le sue sorti negli ultimi 10’ di gara prima con Lochoshvili il quale riesce a coordinarsi di petto su un cross di Dessers (85’) e ribalta il risultato col il tiro a giro di Sernicola sullo scadere dei tempi (90’+5’).
ATALANTA-BOLOGNA (0-2). Al Gewiss Stadium è “Bologna show” con gli uomini di Motta che ribaltano il risultato dell’andata (1-2) e rifilano un sonoro 2-0 ai padroni di casa. Niente da fare per i bergamaschi che sprecano troppo per tutto il corso del match lasciando campo libero al 4-3-3 ospite, pericoloso con un possesso palla che va oltre il 70% già nella prima mezzora. Dopo 45’ tutto sommato in equilibrio, con Skorupski ben due volte a salvare il clean-sheet per i suoi, Sansone sblocca il risultato con una rete suggerita da un cross di Barrow proveniente da destra. Da qui in poi per Hojlund e compagni diventa difficilissimo organizzarsi per rispondere agli attacchi rossoblù e così gli ospiti centrano il raddoppio a 5’ dalla fine con un magnifico tiro a giro di Orsolini. Per i nerazzurri si tratta del secondo risultato negativo in appena 5 giornate, mentre il Bologna sale a quota 44, poco lontano dagli stessi bergamaschi.
TORINO-ROMA (0-1). Sorride la Roma che scavalca il Torino in trasferta e il Milan in campionato: in soli 8’ i giallorossi portano il risultato sull’1-0 e riescono a blindare il risultato per tutto il resto della partita. L’incetta da tre punti vale il terzo posto agli uomini di Mourinho, mentre i granata scivolano in undicesima posizione a causa del tocco di mano di Schuurs che al 6’ respinge fallosamente un tiro di Zalewski nei pressi della porta amica. Per tutto il primo tempo entrambe le formazioni trovano interessanti spunti di gioco con Radonjic e Rodriguez da una parte e Spinazzola ed El Shaarawy dall’altra. Tanti fischi, invece, per il grande ex della partita: al “Gallo” Belotti – ex capitano dei padroni di casa – non viene neanche concesso di calcare le scene di gioco, complice una stagione tutt’altro che rosea. Il secondo parziale risulta più avvincente con il Torino che spinge per trovare lo specchio della porta avversaria: prima Miranchuk e poi Singo impensieriscono Rui Patricio ma il triplice fischio arbitrale sancisce la superiorità romana.
VERONA-SASSUOLO (2-1). Colpo di scena in casa scaligera con il Verona che interrompe la striscia positiva del Sassuolo conquistando tre lunghezze cruciali in chiave salvezza: gli uomini di Zaffaroni a 8 giornate dalla fine puntano in alto e sognano di rimanere in Serie A. Tanta amarezza per i neroverdi, a pari merito con gli avversari fino al 95’ quando vengono beffati dal tiro di Gaich che capitalizza in porta un’imprecisione di Consigli; e la sconfitta brucia ancora di più perché gli emiliani hanno detenuto un possesso palla del 60% con 17 tiri totali a fronte degli 11 avversari. Dopo una mezzora dall’inizio infatti la partita sembra già decisa con Berardi a suggerire il colpo di testa per Harroui, ma poi il ritmo degli ospiti cala negli ultimi 10’ di gioco quel che basta a favorire il pareggio firmato Ceccherini. Al Bentegodi è festa per i padroni di casa che ribaltano un risultato che sembrava già deciso e rimangono stabilmente al terz’ultimo posto.
LAZIO-JUVENTUS (2-1). Il tour de force di sabato pomeriggio si è concluso con la vittoria della Lazio che, in casa propria, ha proseguito la sua striscia di risultati positivi ai danni di una poco incisiva Juventus: 22 punti nelle ultime 5 giornate sono i numeri da capogiro per la squadra di Sarri, vincente al 38’ e al 53’; i bianconeri invece non riescono a essere cinici, complice la trasferta e la paura di rimanere fuori dell’Europa. Il primo parziale è piuttosto combattuto con entrambe le squadre alla ricerca del gol: è Milinkovic-Savic a siglare l’1-0 in un’azione fortemente contestata dai bianconeri (per un presunto fallo su Alex Sandro) ma alla fine sono i biancocelesti a spuntarla. Dieci giri di lancetta dopo ci pensa Rabiot a riportare la situazione in parità capitalizzando in porta il gol dell’1-1 nonostante la respinta di Provedel. Nella ripresa, la situazione si ribalta con Zaccagni e compagni che riescono a imporre il proprio gioco senza lasciare spazio a una possibile ripartita piemontese. Ed è lo stesso numero 20 a raddoppiare per i suoi con un destro su passaggio di Luis Alberto e a mancare di poco il tris a causa di un fuorigioco appena 5 giri di lancetta dopo. Sorride la Lazio, ora seconda a +5 sulla “cugina” Roma mentre la Juventus rimane bloccata a 44 lunghezze.